Sono passati diversi anni dalla trasmissione di Michele Santoro dove vi fu il lapsus verbale (o freudiano?) di Marcello Dell’Utri e che, secondo il laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Psichiatria, dott. Nicola Boccianti, potrebbe diventare motivo di riflessione
…considerando la lettura freudiana del lapsus come uno strumento, che meglio di altri ci permette di individuare alcuni aspetti nascosti della realtà psichica, ma che d’altro canto più di questi ci espone al rischio di rimanere imprigionati nelle nostre costruzioni teoriche. Per affrontare adeguatamente il lapsus forse ci può essere di aiuto la metafora dello “scivolone”, uno degli altri significati espressi dal termine latino. In genere lo scivolone è un evento con delle cause banali e degli effetti per lo più insignificanti (come il classico scivolone su una buccia di banana), che generalmente non richiede altro intervento al di fuori di un sorriso, ma che talvolta può indicarci, se accompagnato da altri segni, la presenza di una sottostante disfunzione (pensiamo all’esordio di una patologia neuro-muscolare), diventando quindi meritevole di un approfondimento…
Lapsus o non lapsus di Dell’Utri, si confermerà la circostanza involontaria in quanto venne condannato in forma definitiva dalla giustizia sul tema mafioso.
Inoltre, il suddetto Boccianti, parlando di Freud, sostiene, che il lapsus sia
l’espressione di un meccanismo specifico, e sarebbero dotati di un senso ben preciso. Per comprenderli bisogna partire dalla sua concezione dell’Inconscio come un luogo popolato da contenuti rimossi (ai quali cioè è stato rifiutato l’accesso al sistema preconscio-cosciente), che tentano continuamente di ritornare nella coscienza. Poiché tali contenuti sarebbero ostacolati in questo processo dalla censura, Freud ipotizza che cerchino di riemergere confondendosi con il materiale cosciente…
La cosa incomprensibile e che vi furono (e vi sono tuttora), sulla condanna definitiva di Marcello Dell’Utri, incondizionate difese a suo favore (usando, tra l’altro, un linguaggio da brigatista) e che, oggi, costoro si prodighino a diventare alfieri delle prossime elezioni.
Quale futuro al nostro paese si potrebbe prospettare con cotanti paladini?
MOWA