Risposta al commento di Luca Bagatin al post “Massoneria non fa rima con democrazia”
Come la storia dimostra è nello stile dei massoni – e Luca Bagatin sembra seguirne le orme – svicolare dalle contestazioni che un comunista, come il sottoscritto, fa alla massoneria: quella di essere il partito-chiesa (1) dei massocapitalisti che tramite essa esercitano un’occulta penetrazione in ogni settore della società e dello Stato, realizzando nel concreto la dittatura della borghesia di marxiana memoria. Su questo punto tacciono sempre e si mettono a fare le vittime. Luca Bagatin non entra nel merito dei fatti ma sposta l’attenzione, tentando di coprire le malefatte massoniche, mistificando la loro storia con domande che in effetti sono delle risposte in difesa della massoneria.
Riguardo poi alle persecuzioni attuate dai fascisti e dai nazisti nei confronti della massoneria siamo alla solita deformazione dei fatti. (2)
La persecuzione non ci fu. Ma ci fu una lotta interna tra due ali della massoneria: in Italia quella del Grande Oriente d’Italia (GOI), dell’avvocato Domizio Torrigiani e quella di Piazza del Gesù della Gran Loggia d’Italia (GLI), del giornalista Raoul Vittorio Palermi, per chi doveva stare al vertice del fascismo e quali politiche attuare nei confronti della Chiesa e delle potenze che finanziarono l’unità d’Italia, Gran Bretagna, Francia. Il fascismo è ormai abbondantemente dimostrato che venne finanziato da tutte e due le ali della massoneria e quindi dai massocapitalisti alla Agnelli (3), ma anche direttamente dalla massoneria inglese a Mussolini con 100 sterline dell’epoca alla settimana, pari a circa 6.000 sterline di oggi. (4) Tutto avvenne sotto il controllo delle massonerie anglosassoni e francese.
Lo stesso avvenne in Germania dove il ruolo della massoneria anglosassone favorì il nazismo, come spiega Nicholas Goodrick Clarke in Le radici occulte del nazismo dove l’autore focalizza l’attenzione sugli ariosofi le cui dottrine, mescolando occultismo, nazionalismo e razzismo “ariano”, propugnavano che il potere venisse esercitato da élite e ordini gnostici. Siamo in presenza di quella evoluzione dell’irrazionalismo esoterico-massonico, utile per lo sviluppo di fenomeni sociali anticomunisti, espressioni degli interessi globali della massoneria anglosassone che, tramite la loggia Golden Dawn (5)(6) – di cui facevano parte Karl Hausofer e Rudolf Freiherr Sebottendorff, maestri di Hitler e fondatori della loggia Vril (loggia Luminosa) – prende direttamente in mano la gestione politica di una nazione come la Germania con lo scopo d’impedire nelle masse popolari la comprensione di quali siano le principali contraddizioni sociali nel sistema capitalistico, ovvero quella tra capitale e lavoro e le sue crisi di sovrapproduzione, le conseguenti guerre e per negare che il Comunismo è la soluzione globale a tali problemi. Per impedire lo sviluppo di una società socialista e comunista al movimento nazista arrivarono finanziamenti dal vertice del massocapitalismo anglosassone e sionista dell’epoca: dalla Ford, dalla General Motors, dai Bush, dalla Ibm, International Telephone & Telegraph (ITT). Anche per la produzione dell’acciaio per fare i cannoni i nazisti ebbero un grosso contributo dalla U.S. Steel che sostenne i Krupp nel far funzionare le loro fabbriche nella regione della Ruhr.
Prima che i nazisti arrivassero a produrre petrolio sintetico, il 53,5% del petrolio distribuito in Germania arrivava dalla Standard Oil (USA), dalla Shell dei banchieri sionisti Rothschild (Gran Bretagna) e dalla Interessen Gemeinschaft Farbenindustrie (IG Farben). Le azioni di questa industria tedesca, per un valore di parecchi milioni di dollari, era posseduto da banche statunitensi, tra cui la Chase National Bank (il maggior azionista era John D. Rockefeller) e la J.P. Morgan Bank, nonché dall’ebreo Warburg tramite la M.M.Warburg Bank.
Da dove derivano le principali teorie geopolitiche e razziste del nazismo? Le prime dal massone britannico sir Halford John Mackinder: conosciuto per la sua teoria dell’Heartland (Cuore della terra), cioè dell’esistenza di un’area geografica il cui controllo avrebbe consentito di dominare l’intero mondo. La zona in questione era individuata al centro del supercontinente Eurasiatico. Irrazionale teoria utile per spingere, grazie alla martellante propaganda nazista, il soggiogato popolo tedesco contro la comunista Russia. Bersaglio non solo dei nazisti ma di tutto il blocco massonico-occidentale e in particolare di quello britannico che inviò in Germania il suo più importante agente-mago per condizionare, a loro favore, il corso della storia: Aleister Crowley.
Le seconde teorie, quelle razzistiche, sono anch’esse, principalmente, di derivazione anglosassone. Partendo dal massone Robert Knox con il suo saggio The races of men in cui afferma: “La razza e’ tutto: letteratura, scienza, arte, in una parola tutta la civilizzazione dipende da essa”. Passando per il massone americano Madison Grant e il suo The passing of the great race di cui Hitler possedeva una copia della prima traduzione in tedesco e ne era talmente entusiasta da scrivere una lettera di congratulazioni all’autore.
Alla base della tesi di Madison Grant viene a trovarsi una mitica razza europea – definita dall’autore “nordica” e corrispondente a quella “ariana” di Hitler – che avrebbe conquistato e dominato il mondo conosciuto, in particolare l’Europa in tempi preistorici. Prima di rovinarsi mescolandosi con razze inferiori e disperdersi. Di questa razza superiore rimane traccia, secondo Grant nei paesi tedesco-scandinavi. I discendenti di questa razza, supremi per vigore fisico e intelligenza, potrebbero vantare diritti sul governo del mondo e schiavizzarne le altre razze.
Che dire poi delle posizioni dell’ebreo francese Henri-Louis Bergson a sostegno delle razzista politico francese Arthur de Gobineau: Bergson influenzò il nazionalismo europeo nascente, il sindacalismo “rivoluzionario” ispirato a Sorel e il fascismo.
E qui si chiude il cerchio. Da filosofi come Bergson, provenienti dalla cultura del “popolo eletto”, quindi da una cultura elitaria, alle teorie razziste il passo è breve; teorie che altro non fanno che sostituire l’élite dei banchieri alla Rothschild con quelli tedeschi, britannici, americani, ecc. Teorici e teorie quindi funzionali a quella selezione darwiniana praticata nei sistemi politici massonici, dove una ristretta cerchia di persone come nel caso della massoneria, del Bilderberg, della Trilateral, dell’Aspen, decidono in modo antidemocratico cosa dobbiamo mangiare, cosa comprare, cosa votare, chi dobbiamo combattere, cosa dobbiamo leggere e vedere, sino a decidere quale sarà la nostra futura sessualità, l’ermafrodito, per tentare di dare un colpo mortale alla donna dai massoni considerata un essere impuro. (7)
Poi siamo al ridicolo quando il nostro Luca Bagatin afferma che la P2 essendo stata assolta in Cassazione dal reato di cospirazione contro lo Stato è innocente rispetto a ciò che ha commesso. Per Bagatin i tribunali sono i luoghi deputati per capire le stragi avvenute nel nostro Paese, la mafia, la camorra e tangentopoli. La P2 doveva essere giudicata per attentato contro la Costituzione, articolo 283 del codice penale in quanto il Piano di rinascita è stato costruito con quelle finalità anticostituzionali: far saltare l’accordo politico-sociale nato durante gli anni della Resistenza antifascista e interno alla Costituzione, che dava al PCI la possibilità, se avesse vinto le elezioni, di andare a governare.
Ma questo i giudici e il governo di allora non l’hanno fatto. Un caso? Non credo, sapendo dell’enorme potere di ricatto della P2. Per queste ragioni hanno deciso di usare altri articoli-scappatoia del codice. Se l’incriminazione fosse stata fatta in modo corretto l’indagine avrebbe potuto portare alla piramide superiore che governava la P2, alla poco famosa P1. Che non è una mia invenzione, come sottolineò la Commissione parlamentare d’inchiesta ci fossero «poche ma inequivocabili prove documentali» che provavano l’esistenza della Loggia di Montecarlo (ora Massonic Executive Committee) e della più elitaria P1. La P1 è essenzialmente formata dal vertice del capitalismo che è soprattutto diretto dagli anglosassoni e dai sionisti.
A tal proposito, sul rapporto tra massoneria, nazismo, Gladio e P2, è illuminante l’intervista uscita sul Corriere della Sera il 6 giugno 1994, fatta dal giornalista e saggista Marco Dolcetta, un vero esperto di questi argomenti, a Reinhardt Kops, il vecchio gerarca nazista che denunciò la presenza di Priebke a Bariloche, in Argentina e che alla domanda su nazismo e massoneria rispose:
“So che il nazismo è stato considerato, come il fascismo, un movimento avversario e avversato dalla massoneria. Ma in realtà il nocciolo occulto del movimento nazionalsocialista, le Logge del Vril, e la Società di Thule, erano espressioni di due massonerie diverse fra loro. La prima si rifaceva alla teosofia della Blavatsky e poi a Rudolf Steiner, che era grande amico del nazismo e confidente di Rudolf Hesse. Non è vero che fu perseguitato dai nazisti anzi… Questo gruppo fu manipolato da sempre, da quel mago diabolico, al servizio degli inglesi, Aleister Crowley. L’altro gruppo, quello della Società di Thule, in Baviera, era più puro, meno infiltrato dagli scozzesi: si rifaceva agli illuminati del ‘German Orden’,i massoni razzisti della Santa Vehme. Sanguinari, di radici integraliste cattoliche, dal 1700 sono stati violenti antisemiti. Hitler era uno di questi.Ma ho poco da spiegare a un italiano: il ‘Progetto Gladio’, e la ‘Loggia P2’. Questo è il complotto dei massoni”.
Che i rivoluzionari cubani siano stati tutti massoni, come sostiene Bagatin, mi sembra dubbio, lo si capisce da questa breve notizia sull’arresto del gran maestro della massoneria cubana Jorge Luis Cuervos e di altri dignitari uscita su Le Monde del 25 settembre 1962 poco tempo prima della crisi con gli Usa.
Essendo i comunisti cubani realmente laici e mantenendo ben separate le questioni dello Stato dalla religione, hanno forse capito che la massoneria essendo un’evoluzione esoterica della religione ebraico-cristiana-musulmana estesa anche a filosofie orientali, doveva prima di tutto smettere con le sue pratiche occulte e dopo l’hanno trattata, giustamente, come una qualsiasi religione.
Per quanto riguarda Hugo Chavez massone, mi sembra che lei sbagli ancora, almeno stando a questo sito venezuelano di propaganda massonica: https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=es&u=http://www.desdecuba.com/mason/%3Fp%3D6925&prev=search.
Per quanto riguarda Marx-Engels – che non sono mai stati dei metafisici come i massoni che credono in un grande architetto dell’universo – si capisce che lei non ha mai letto le risoluzioni della Prima Internazionale in cui i due scienziati sociali attaccano e fanno espellere Bakunin e Mazzini proprio perché dediti a costruire associazioni legate nella prassi a tale organizzazione, come la Carboneria e l’Alleanza della Democrazia socialista: il 22 settembre 1871 alla conferenza di Londra dell’Associazione internazionale dei lavoratori, Marx afferma:
“Nei Paesi in cui la regolare organizzazione dell’Associazione internazionale è resa temporaneamente impossibile a causa dell’interferenza del governo, l’Associazione e i suoi gruppi locali possono essere ricostituiti sotto qualsiasi altro nome, ma le società segrete nel senso proprio della parola sono formalmente proibite”. Marx poi prosegue nel ragionamento: “questo tipo di organizzazione è in contraddizione con lo sviluppo del movimento proletario, dato che queste associazioni (segrete), invece di educare i lavoratori, li assoggettano a leggi autoritarie e mistiche che ostacolano la loro autonomia e indirizzano la loro coscienza in una direzione sbagliata. Le società segrete violerebbero il carattere dell’Associazione internazionale dei lavoratori; di esse possono servirsi i carbonari; esse non servono gli interessi del movimento proletario”.
L’intervento di Marx era indirizzato ai massoni Mazzini, Bakunin e al suo socio Neciaev per i loro metodi settari e terroristico-cospirativi e non lascia alcun dubbio sulla loro completa distanza dalla massoneria.
Saluti comunisti
Andrea Montella
(2)
Sabato 11 maggio 2008
Manganello e compasso
L’unità d’Italia la si deve in gran parte alla Massoneria. Come è innegabile il sostegno dato dalla Massoneria anche al primo movimento sindacale ed alle stesse società di mutuo soccorso. Massoni del resto furono Andrea Costa, Antonio Labriola, Leonida Bissolati, Arturo Labriola, tanto per citare qualche nome. E fu sempre la Massoneria a spingere per l’entrata in guerra dell’Italia e a portare il paese alla vittoria. A scavare sui vari tentativi della Massoneria di “ammansire” il fascismo e sull’atteggiamento di Mussolini alla vigilia della marcia su Roma volto a non avere la Massoneria contro, è il recente saggio apparso su Il Ponte di Gerardo Padulo, studioso attento e scrupoloso, già consulente della Commissione stragi e poi della Mitrokhin, che verte sulla nascita della prima casa editrice del Partito nazionale fascista, Imperia, e sul supporto offerto da settori della Massoneria ed in particolare di palazzo Giustiniani alla «gestazione e costituzione legale» di quella operazione culturale. In sostanza Padulo contesta il carattere democratico e antifascista che la Massoneria avrebbe avuto sin dal sorgere dei fasci di combattimento: del resto nessuna voce massonica ufficiale si ebbe di condanna delle violenze sanguinose e sistematiche compiute dai fascisti in quegli anni. Diverse logge sin dall’inizio non negarono il loro appoggio al movimento fascista sia per il timore dell’affermazione del bolscevismo in Italia, sia con l’obiettivo di ripristinare l’ordine nel paese, fortemente lacerato e sconvolto socialmente nel dopoguerra. D’altra parte da Farinacci a Marinelli, dallo stesso Italo Balbo a Michele Bianchi, cui fu affidata la segreteria del Pnf al momento della sua fondazione, ed altri ancora erano tutti massoni. I quattro quinti del Gran Consiglio, che successivamente dichiarò fuori legge la Massoneria, erano formati da massoni. E’ nota tuttavia l’avversione dello stesso Mussolini per la Massoneria, manifestatasi chiaramente dopo la presa del potere. E ciò per ovvie ragioni, non potendo un regime dittatoriale condividere o anche convivere con un potere occulto così pervasivo.
Ma nonostante la condanna e l’incompatibilità tra fascismo e Massoneria dichiarata già nel 1923, restarono dodici massoni nel Gran Consiglio. Oltre ai “fratelli” già ricordati, anche De Bono e De Vecchi. E massoni, rivela Padulo, sono anche membri del Cda e del Collegio dei sindaci nonché sottoscrittori della società Imperia, che non è azzardato definire massonica. Questa iniziativa editoriale non deve solo propagandare le idee del fascismo, pubblicare libri ed opuscoli del pensiero fascista, formare i giovani, curare un collegamento spirituale e materiale con tutte le colonie di italiani sparsi nel mondo («il vero impero italiano»!), ma soprattutto «preparare la nuova classe dirigente» che ricostruisca il paese uscito dalla guerra in condizioni disastrose, sia pure vittorioso. Sia i cattolici, nemici storici di palazzo Giustiniani, sia i socialisti vedono ingigantirsi le proprie forze nel dopoguerra. Entrambi «premevano alle porte dello Stato», ma soprattutto questi ultimi diventavano padroni della piazza, «diffamando la vittoria ottenuta». Di qui il fascismo come antidoto contro i pericoli insiti nel movimento socialista, sovversivo dell’ordine esistente, e contro la stessa avanzata dei cattolici. Merito di Gerardo Padulo è avere riscoperto non solo l’iniziativa editoriale di Imperia, di cui molto poco si è scritto, bensì di avere ancor meglio puntualizzato come settori della Massoneria agissero per orientare sempre più il fascismo in senso antisocialista ed anticattolico in funzione di una “ricostruzione nazionale”, sotto il controllo della stessa Massoneria dopo il primo conflitto mondiale. Sta di fatto che molti massoni di palazzo Giustiniani partecipano o in vario modo aderiscono alla adunata dei sansepolcristi milanesi nel 1919,che segnò la data di nascita del fascismo, come ricorda Padulo nel suo precedente saggio contenuto nella Storia d’Italia Einaudi, Annali 21, “La Massoneria”. Un volume, curato da Gianmario Cazzaniga, che ripercorre le diverse fasi storiche ed esperienze delle associazioni massoniche dall’Illuminismo riformatore al Risorgimento, all’Irredentismo sino alla «presenza muratoria nelle colonie e nelle comunità italiane extraeuropee». Insomma logge e settori della Massoneria simpatizzano, sostengono ed in qualche caso tengono a battesimo – e non potevano farlo senza l’autorizzazione dall’alto o senza il beneplacito dei vertici – le prime aggregazioni del futuro Pnf: dopo la dichiarazione di incompatibilità tra Massoneria e fascismo nel 1923, esponenti della stessa Massoneria non esiteranno ad accusare il movimento fascista di “ingratitudine”. L’ingratitudine, annota giustamente Padulo nel suo saggio è reale perché «documenti incontrovertibili provano che la nascita e la fortuna dei fasci nel 1929 furono l’esito profano di uno scisma massonico» e «senza la Massoneria non si spiegano né la nascita del fascismo e il suo avvento al potere, né molte altre questioni della storia dell’Italia unita».
Luigi Marino
3 Comments
A me risulta che il Terzo Reich perseguitò i massoni …Un triangolo rosso rovesciato: era questo il simbolo che distingueva i massoni, al pari dei detenuti politici, internati nei lager nazisti, così come la stella gialla di David distingueva gli ebrei, così come un triangolo rosa distingueva gli omosessuali, un triangolo marrone gli zingari, un triangolo viola i testimoni di Geova e così via.
Oltre al triangolo imposto dai carcerieri nazisti, i massoni progionieri dei lager per riconoscersi ancor meglio fra di loro portavano sulla propria divisa da internati politici un altro simbolo distintivo: un piccolo fiore azzurro, il “non-ti-scordar-di-me”, simbolo caro alla Massoneria Universale.
Nel giorno della memoria (il 27 Gennaio, giorno dell’arrivo dei russi nel lager di Auschwitz) non sono quindi solo le vittime della shoah a dover essere ricordate, ma anche i tantissimi massoni (spesso combacianti con le vittime ebree) “passati per il camino” nei campi di concentramento nazisti.
Nella triste classificazione dell’olocausto nazista pare siano stati fra gli 80.000 ed i 200.000 i massoni uccisi nei lager.
Dagli archivi della Gran Loggia d’Inghilterra si apprende, infatti, da prove documentali, che esistevano appositi protocolli nazisti per la sistematica cattura e l’eliminazione di tutti i massoni dei paesi conquistati dal Terzo Reich.
Hitler pensava alla massoneria come ad un inconciliabile nemico del regime nazista. E come tali trattava i suoi membri. La riprova che i fratello erano, sono sempre stati e saranno, strenui difensori della Libertà contro ogni totalitarismo.
Le cifre dell’Olocausto
Ebrei 5,9 milioni
Prigionieri di guerra sovietici 2–3 milioni
Polacchi non Ebrei 1,8–2 milioni
Rom e Sinti 220.000-500.000
Disabili e Pentecostali 200.000–250.000
Massoni 80.000–200.000
Omosessuali 5.000–15.000
Testimoni di Geova 2.500–5.000
Dissidenti politici 1-1,5 milioni
Slavi 1-2,5 milioni
Totale 12,25 – 17,37 milioni
Molti conoscono il motto «The Blu-Forget Me-Not» e sanno che la figura stilizzata del fiore della Myosotis (pianta della famiglia delle Boraginaceae, popolarmente conosciuta appunto come Nontiscordardimé) è diventata simbolo massonico per ricordare i fratelli che soffrirono le persecuzioni naziste.
Tra l’altro l’ideologia nazifascista aveva come pilastro il culto di Hitler visto come il “Messia” salvifico, ruolo che incarnava agli occhi del popolo tedesco prostrato dalla disoccupazione, dalla situazione economica disastrosa, dalla miseria . Nel “Mein Kampf” Hitler pone il Cristianesimo come base ideologica della sua dottrina, equiparando se stesso a Gesù Cristo, in opposizione all’Ebraismo.
Per il Terzo Reich la Massoneria era vista come una forma assolutamente pericolosa perché proponeva un’uguaglianza tra razze umane (nelle cui differenze qualitative il Nazismo credeva fortemente), e religioni.
Scrive Schwarz:
La Massoneria è una forma ideologica di ostilità al Nazionalsocialismo, il significato del quale, nello sviluppo storico dei due secoli passati, deve essere ritenuto comparabile agli effetti di altre organizzazioni supernazionali, quali le chiese politicizzate, l’ebraismo internazionale e il marxismo. Nella sua forma presente, deve essere visto come la schiera avanzata, liberale e borghese, dell’Ebraismo Internazionale. Corrompe i principi di tutte le forme di governo fondate su basi völkish e razziali, consente agli ebrei di realizzare l’eguaglianza sociale e politica, e lastrica la strada al radicalismo ebraico mediante il suo appoggio ai principi di libertà, uguaglianza, fratellanza, alla solidarietà dei Popoli, alla Lega delle Nazioni, al pacifismo e al rifiuto di tutte le differenze razziali. […] La Massoneria assicura, attraverso le sue influenze personali e i suoi favoritismi economici, che tutte le posizioni dominanti della vita pubblica, economica e culturale di un popolo siano riempite con fratelli della loggia, che di fatto traducono i concetti di Massoneria in azione.
La Massoneria era avvertita e studiata, con non senza facili appigli, come una promanazione anche in termini esoterici, dell’Ebraismo. La nostra Istituzione si rifà infatti a molti simboli religiosi della tradizione Giudaica e Mediorientale.
Succede troppo spesso che nella frenesia della lettura sfuggano le parti salienti dei concetti come in questo caso.
L’autore del post, infatti, rileva che non vi sia univocità d’intenti delle massonerie ma di lotta tra le varie “fratellanze” (in quanto consequenziale alla ideologia borghese) che hanno dato vita a conflitti esterni ed, anche, interni alle stesse logge di riferimento. Infatti, tutti quelli che non erano “allineati” hanno pagato duramente i loro distinguo.
Quello che non si vuol comprendere (e speriamo sia solo così!) che dette storture siano il prodotto di una cultura dominante che avversa contro tutto ciò che gli si frappone e che si organizza, con ogni mezzo, per distruggere gli avversari che si dimostrino, particolarmente, democratici come hanno fatto ripetutamente, nel mondo, contro i comunisti. Testimonianza, di tutto ciò, sono le dichiarazioni del nazista Kops (che riproduciamo al post http://www.iskrae.eu/?p=55436) in cui spiega, nonostante fosse il numero due di Otto Skorzeny, come fossero in pochissimi a praticare il potere, quali ritualizzazioni praticassero ecc. Altro che nazismo estraneo alle pratiche élitarie e avversario e avversato dalla massoneria.
Persino sulle differenze di genere i massoni non parlano apertamente e noi abbiamo riprodotto un breve post per far rilevare la stridente contraddizione di non parità.(http://www.iskrae.eu/?p=36557)
Si omette, regolarmente (sic), sempre, come nel processo di Norimberga, anche se in forma riduttiva, vennero evidenziate le attività svolte dalle società dell’“élite” con i nazisti (anche durante in quasi tutto il conflitto bellico), società come la I.G. Farben (Rothschild, Warburg & Co.), la Standard Oil (Rockfeller) o la General Elettric (controllata da J.P. Morgan e dall’azionista Roosevelt attraverso le proprie consociate A.E.G. e OSRAM)… Non sono, forse, massoni questi capitalisti? Non erano forse ebree le loro origini famigliari che mandarono altri ebrei a morire per i loro interessi capitalistici che era messo in crisi dall’insorgente comunismo?
Se sono così trasparenti i massoni perché non fanno vedere dove sono collocate (tutte) le diverse logge in Italia come avviene per i partiti politici o associazioni?
Ma ci sarebbe molto altro da dire sulle fandonie sostenute dalle massonerie…
MOWA
L’autore del post risponde al commento di Tonia Sasso al link http://www.iskrae.eu/?p=55629 del 30 pv…
MOWA