Durigon – La scalata del gruppo di potere che fa capo a Mr Quota 100, alias il sottosegretario al Lavoro, e al deputato del Carroccio Zicchieri
di Marco Franchi
Fascioleghismo allo stato puro. E che viene da lontano, talvolta tra sangue e dolore. Lo zio di Francesco Zicchieri, deputato salviniano, si chiamava Mario. Venne ammazzato dai brigatisti nell’ottobre del 1975, davanti alla sezione missina del Prenestino, a Roma. Aveva sedici anni ed era soprannominato “Cremino”. I suoi assassini sono rimasti ignoti.
Quasi mezzo secolo dopo, il nipote di “Cremino” è uno dei due ras dell’insolito clan di potere pontino, tra Terracina e Latina, che dapprima si è impadronito dell’Ugl – lo storico sindacato di destra, erede della vecchia Cisnal – indi della Lega salviniana, spodestando la romana Barbara Saltamartini, la prima ad arrivare dal Pdl, versante An, nella schiera del Capitano. L’altro ras è Mister Quota 100, com’è ormai noto ai telespettatori dei talk show: al secolo l’imponente Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali. Cognome veneto, ché i veneti furono la spina dorsale della bonifica dell’Agro pontino, voluta dal regime fascista (in un modo o nell’altro sempre al nero si torna, in questa storia). Insolito, dicevamo, per due motivi. Innanzitutto è la prima volta, nella storia della destra regionale, che un gruppo di Latina s’impone ai vertici di un partito. Il secondo lo spiega un autorevole conoscitore di questo universo, tuttora in politica: “Durigon, Zicchieri e gli altri del loro gruppo non contavano nulla dentro An o il Pdl, erano quarte o quinte file. Per quale motivo? Non hanno mai avuto consenso sul territorio e suppongo che sia ancora così, ma vediamo gli esiti di questa inchiesta per capire da dove vengono i loro voti”.
Prima di diventare un fervente e zelante salviniano, pronto sempre a rintuzzare gli attacchi all’Amato Leader, Durigon è stato candidato nel Lazio con Francesco Storace. La Pisana, sede della Regione, è da sempre la passione del sottosegretario, al punto da coltivare il sogno di diventare un giorno governatore, sull’onda del sovranismo leghista. Così, dopo Storace, Durigon è stato pure in Città Nuove, il movimento civico che fondò Renata Polverini, altra presidente della Regione e oggi parlamentare berlusconiana.
“Nell’Ugl, ricordo che Durigon portava il caffè a Renata quando c’erano le riunioni della segreteria”. Polverini è stata per anni alla guida del sindacato. Quando la sua leadership venne offuscata dalle inchieste giudiziarie, Durigon iniziò la sua scalata e diventò vicesegretario generale dell’Ugl. E da questo postazione ha portato in dote l’ex Cisnal missina all’ex secessionista padano Salvini. Un altro clamoroso contrappasso nella diaspora seguita alla fine di Alleanza nazionale. Sempre da qui ha costruito la sua rete di rapporti. Si racconta pure di un suo legame con Stefano Andrini, uno dei nomi forti e neri della gestione del Campidoglio ai tempi di Gianni Alemanno sindaco. Del resto, nella Lega laziale della ditta Durigon & Zicchieri sono entrati pezzi interi di quella galassia che una volta stava a cavallo tra l’andreottismo arraffone della Dc e l’antico Msi. Un caso emblematico è quello di Pietro Sbardella, figlio dello Squalo buonanima. Sbardella junior ha lasciato l’Udc e partecipa convinto ai raduni salviniani, anche perché è riuscito a piazzare un suo fedelissimo, Angelo Valeriani, come responsabile leghista per enti locali nella provincia di Roma.
A completare il clan di potere pontino c’è poi Orlando Tripodi detto Angelo da Latina, capogruppo regionale della Lega. Per i loro avversari interni non c’è scampo. Ecco Enrico Cavallari, eletto alla Pisana, già fondatore di Noi con Salvini nel Lazio e cacciato infine dal Carroccio: “Sono onorato di essere stato espulso da un coordinatore regionale, Francesco Zicchieri, la cui condotta nulla ha a che vedere con i dettami del nostro leader nazionale. Tra lui e Durigon nella regione Lazio c’è la corsa ad accaparrarsi le poltrone”. Alla Pisana, per la Lega, c’è anche Laura Corrotti: alle elezioni sarebbe stata sostenuta finanche da Samuele Piccolo, enfant prodige della destra romana fino al 2012, quando venne arrestato per vari reati, a partire dall’associazione per delinquere.
Sempre a proposito di Zicchieri: il progetto salviniano di rifondare l’organizzazione della Lega a livello nazionale ha provocato dolorosi mal di pancia nel gruppo pontino. Il Capitano ha infatti nominato un commissario per ogni regione ma Durigon e soci non ne hanno voluto sapere e hanno bloccato la discesa a Roma del bergamasco Daniele Belotti. Alle prossime Europee si conteranno sulla candidatura di Matteo Adinolfi, altro esponente di Latina. In realtà il loro obiettivo era quello di candidare Francesco Capone, l’attuale segretario dell’Ugl. Dato per sicuro alla fine è saltato. Dicono che qualcuno d’influente nella Lega abbia iniziato a contestare questo gruppo.
27 Aprile 2019