Ennio Remondino
Prima i droni russi sui cieli polacchi a causa di un disturbo elettronico che li ha deviati. Distruzione di una casa e violazione dello spazio aereo della residenza del presidente polacco da parte di un drone. Accuse roboanti alla Russia e sussurrate smentite: casa distrutta dal missile di un F-16 Nato, dicono impazzito, e drone teleguidato da un ragazzo ucraino e una ragazza bielorussa.
Minaccia montata per la corsa al riarmo
«Un’escalation progressiva che hanno avuto il suo momento epifanico nell’allarme lanciato dalla guerrafondaia Ursula von der Leyen su un asserito attacco hacker russo al suo velivolo in fase di atterraggio in Bulgaria, allarme dimostratosi del tutto infondato, anzi inventato di sana pianta». Denuncia di Davide Malacaria, da ‘Piccolenote.it’, erede del settimanale diretto da Giulio Andreotti. Non è la Pravda, ma il giudizio è impietoso: «Se ricordiamo l’episodio è perché l’invenzione della Von der Lyen era, oltre che sciocca, di una gravità assoluta: il fatto che non sia stata rimossa dall’alto incarico che presiede getta luce sugli allarmi successivi». Supporto giornalistico ulteriore: https://www.panorama.it/attualita/difesa-aerospazio/ma-quale-drone-russo-a-devastare-la-casa-in-polonia-e-stato-il-missile-di-un-f-16-polacco
Troppe montature a ripetizione
Il 1° settembre l’Unione europea ha accusato la Russia di aver interferito con il sistema GPS dell’aereo con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, costringendo il pilota a un atterraggio con l’ausilio di mappe cartacee. Si è poi scoperto che si trattava di una fake news, una bufala che ha costretto l’Ue a una umiliante retromarcia dopo che le autorità bulgare hanno dichiarato che non vi era stata alcuna interferenza. Il capo della Difesa tedesca, Carsten Breuer, per non restare indietro denuncia interferenze ai sistemi di navigazione satellitare al suo aereo. Ma un’inchiesta esclusiva del Berliner Zeitung, denuncia che non esiste alcuna prova di attacchi russi tramite ‘jamming’ mirati su aerei tedeschi.
‘False flag’ per la Nato in guerra?
Tutti incidenti usati per arrivare a un confronto con la Russia? Legittimo sospetto di ‘false flag’ per spingere la Nato a impegnarsi nella guerra, «trame oscure di cui l’Ucraina e i suoi sponsor, da Maidan in poi, hanno dato prove a iosa». Episodi sotto ‘falsa bandiera’ non a caso. L’allarme per i droni fantasma apparsi nei pressi degli aeroporti di Copenaghen e Oslo. Premier danese: «Non escludo mano di Mosca». Droni russi fantasma non avvistati da nessuno dei Paesi che avrebbero dovuto sorvolare per giungervi o dai sofisticati sistemi di allarme Nato che scandagliano ogni centimetro di mare e di cielo del Mar Baltico e del Mare del Nord. Dopo aver seminato allarme, questi droni sono scomparsi nel nulla.
Chi gioca col fuoco
Tanti stanno giocando col fuoco, con dei ‘campioni’ più ‘fuori misura’ di altri. La ministra degli Esteri britannica Yvette Cooper, che si è spinta a dichiarare: «Al Presidente Putin dico: le vostre azioni sconsiderate rischiano di provocare uno scontro armato diretto tra NATO e Russia […] Siamo vigili. Siamo risoluti. E se dovessimo affrontare aerei che operano nello spazio aereo della NATO senza autorizzazione, lo faremo». Monito incendiario di cui si è subito appropriato il premier polacco Donald Tusk. Ma siamo nelle mani di criminali o di pazzi?
Prossimo incidente in agenda?
«Tutto è apparecchiato per abbattere un velivolo russo tacciato di aver invaso spazio aereo Nato, anche perché, come è accaduto per asserite violazioni precedenti, non c’è nessun obbligo di portare prove sull’asserita invasione aerea». Conseguenza, fine del dialogo Russia-Stati Uniti portato avanti da Trump, costretto a riprendere il ‘sostegno alzo zero a Kiev’ e il flusso di dollari, e ridurre le resistenze dell’opinione pubblica europea al riarmo, che parte della sua leadership vede come unica via di uscita dal tunnel dell’impoverimento progressivo favorito in larga parte dalle sanzioni alla Russia e «dalla recessione dei legami energetici con la stessa».
Putin ‘sempre cattivo’ ma chiaro
Putin ha lanciato un avvertimento chiaro: il suo Paese è pronto ad affrontare qualsiasi minaccia, e la Russia risponderà «non a parole, ma con misure tecnico-militari». Ma, insieme al monito, una nuova apertura: «la Russia, è pronta a prolungare di un anno il trattato New Start, l’ultimo accordo rimasto sul controllo delle testate atomiche, che scade a febbraio, a patto che gli Usa facciano altrettanto». Trump ha risposto che si tratta di una ‘buona idea’. L’opzione, potrebbe riaprire un tavolo negoziale sul tema, con le delegazioni dei rispettivi Paesi chiamate a confrontarsi. Europa ‘volenterosa’ permettendo.
24 Settembre 2025


25 Set 2025
Posted by Iskra

