di Rinaldo Battaglia *
A metà febbraio del 1947 su Resistant Patriot, il giornale della federazione nazionale dei deportati e degli internati patriottici francesi, usciva un articolo riportando il testo di 5 lettere intercorse tra i vertici della Bayer (allora sussidiaria del consorzio chimico IG Farben negli anni successivi smantellato tra BASF e Hôchst e la stessa Bayer) e il comandante di Auschwitz, la SS-Obersturmbannführer Rudolf Franz Ferdinand Höss. Le lettere, trovate alla liberazione di Auschwitz dall’Armata Rossa, risalivano all’aprile-maggio 1943.
Questo il testo, molto scarno ma diretto, come è tipico nelle lettere commerciali quando si tratta di definire affari e business. E di affari e di business tra il gruppo IG Farben e i lager nazisti si abbondava e non solo perché IG Farben forniva loro lo Zyklon B, usato nelle camere a gas.
Prima lettera:
“Stiamo progettando di sperimentare un farmaco soporifero, sarebbe possibile metterci a disposizione alcune donne? E a quali condizioni, comprese le formalità concernenti il trasporto nel caso queste donne facciano al caso nostro?”.
Seconda lettera:
“Abbiamo ricevuto la vostra lettera. Considerando esagerato il prezzo di 200 marchi ve ne offriamo 170 per capo. Ci servono 150 donne”.
Terza lettera:
“D’accordo per il prezzo convenuto. Preparateci un lotto di 150 donne sane che noi manderemo a prelevare quanto prima”.
Quarta lettera:
“Abbiamo a disposizione il lotto di 150 donne. La vostra richiesta è stata soddisfatta nonostante i soggetti siano indeboliti e smunti. Vi terremo informati sui risultati degli esperimenti”.
Quinta lettera:
“Non è stato possibile concludere gli esperimenti. I soggetti sono morti. Vi scriveremo presto per chiedervi di preparare un altro lotto”. Shlomo Venezia, sopravvissuto ad Auschwitz, un giorno scrisse alcune parole che bene raccolgono il senso di queste frasi: “Faremo cose – dicevano i tedeschi – che nessuno potrà raccontare, e se qualcuno le racconterà nessuno gli crederà”.
Forse oltre alle atrocità commesse, in quelle frasi è racchiusa per davvero l’essenza della macchina perversa dello sterminio nazista. E da ‘italiano’ al solo pensare che il fascismo di Mussolini ha sostenuto, aiutato, collaborato con i nazisti per me è solo criminale e che alcuni fascisti – che propagandavano i treni per Auschwitz – abbiano vie oggi intitolate al loro nome, anche poco lontano da casa mia, da ‘italiano’ e peggio ‘uomo’ me ne vergogno.
15 febbraio 2025 – 78 anni dopo – Liberamente tratto dal mio ‘Il tempo che torna indietro – Prima Parte” – Amazon – 2024
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell’Osservatorio
14 febbraio 2025