Cari compagni e sinceri democratici
solo i gonzi o gli sprovveduti totali possono pensare che si possa diventare miliardari in poco tempo.
La grande ricchezza di un uomo, di una famiglia, di un clan è sempre basata su un crimine come il traffico dell’oppio e degli schiavi, come lo fu per i banchieri Rothschild, che ne sono stati l’esempio più eclatante.
Alcune persone pensano di diventare ricchi facendo certi servigi al grande capitale, come riciclare il denaro sporco presso le sue banche e i suoi paradisi fiscali, i riciclatori pensano di essere così accettati e di essere entrati a far parte della classe sociale che comanda il mondo.
Un errore di valutazione madornale.
E’ solo iniziata la loro rovina pubblica e privata.
I media del grande capitale iniziano ad occuparsi di loro e tra non molto, i riciclatori, si troveranno solo con il portafoglio più Leggiero.
Grazie ai loro servigi, i riciclatori hanno solo fatto diventare più ricchi i soliti padroni del mondo.
La loro funzione è simile a quella di una lavatrice. E in tempi di crisi se ne trovano tante di lavatrici sempre più a buon mercato.
Credo che negli articoli qui sotto riportati ci sia un esempio di ciò che ho appena descritto.
Saluti comunisti
Andrea Montella
Sezione comunista Gramsci-Berlinguer di Pisa
E Nardella regala il tesoro di Firenze all’amico di Dell’Ultri
IL GIARDINO NIDIACI E’ STATO CEDUTO ALL’IMPRENDITORE CHE AVEVA VENDUTO UNA CASA ALLA SORELLA DEL SINDACO
di Davide Vecchi
inviato a Firenze
Lo chiamano “deserto per ricchi”. E’ il giardino pubblico Nidiaci. O meglio: era. Perché è stato chiuso dal Comune nel 2012 e oggi è un cantiere. Era un’area verde a poche centinaia di metri dal centro di Firenze, l’unica.
Era un parco per bambini immerso tra condomini. Un polmone verde con una ludoteca e un centro anziani sulla quale ha messo le mani un immobiliarista: Salvatore Leggiero.
Al posto di mamme e passeggini ci sono operai e ruspe. Eppure era stata ceduta a Palazzo Vecchio nel 1920 dalla Croce Rossa americana con il vincolo di destinarla all’attività per l’infanzia. E per oltre cinquanta anni l’accordo è stato rispettato. Poi la trasformazione. Per mano di Leggiero, aiutato dall’immobilismo di Palazzo Vecchio, giunta Renzi prima e Nardella poi. Lo scrive nero su bianco in ben due sentenze il tribunale di Firenze, certificando l’inefficacia e l’azione tardiva del Comune per riappropriarsi del bene pubblico.
Sì perché Renzi ha chiuso il giardino nel 2012 e Nardella se n’è interessato solo nel maggio 2014, in piena campagna elettorale. Un tempismo casuale. Ma non è l’unico caso della vicenda. Ce n’è un altro: Leggiero nel 2008 ha venduto un’abitazione a Sveva Nardella, sorella del sindaco. Un appartamento in borgo San Frediano di cui oggi godono l’usufrutto i genitori del sindaco, Umberto e Flora. Una coincidenza.
Chi è Leggiero?
Un imprenditore. Sbocciato giovanissimo in Publitalia ha avuto più società e incarichi che anni di vita: 55 a 50. Per lo più società immobiliari. Amico di Marcello Dell’Utri è rimasto in rapporti stretti con Miranda Ratti, moglie dell’ex senatore, tanto da essere tra le poche decine di amici stretti coinvolti nell’acquisto di una pagina sul Corriere in difesa di Dell’Utri condannato in via definitiva a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa.
Nel 2009 Leggiero acquista i condomini che circondano il giardino per 2.450 metri quadrati a terra a circa 1,5 milioni di euro. Compresa la ludoteca. Proprietari erano gli eredi di Umberto Nidiaci, caduti decisamente in disgrazia tanto che i palazzi stavano andando all’asta perché gravati da ipoteche o pignorati da Equitalia.
Acquistata l’intera area – oggi gli appartamenti di pregio sono in vendita a un prezzo compreso tra i sei mila e gli otto mila euro a metro quadro – Leggiero nel 2011 inizia i lavori di ristrutturazione. E allarga i propri confini nel giardino installando una rete di recinzione e privandone i bambini di una parte, compresa la ludoteca.
I residenti invocano l’intervento del Comune. Prima quello del sindaco Renzi. L’oggi premier chiuse il giardino ma rassicurò: “Il mantenimento
del Nidiaci è per questa amministrazione una priorità assoluta e irrinunciabile”. Proseguì: “Conosciamo la carenza di verde pubblico in quella
zona e siamo convinti del diritto dei bambini di avere spazi di libertà come i Nidiaci”. E concluse garantendo fermezza: “O si raggiunge un
soddisfacente accordo con la proprietà o si procede all’esproprio dell’area, stante l’evidente interesse pubblico”. Era il 27 settembre 2011.
Il giardino è rimasto chiuso fino alla primavera 2013 quando, riunite in associazione, oltre duecento famiglie riescono a raggiungere un accordo con il Comune per avere accesso ai Nidiaci. Entrano e scoprono la recinzione, la ludoteca ormai inglobata e trasformata in un condominio di lusso, il resto del giardino usato per far passare ruspe e accatastare materiale. Insomma: un cantiere. Partono le denunce. Prima a Palazzo Vecchio. Senza risposta. Poi ai giornali locali. Anche attraverso un sito del comitato Oltrarno Futuro. La prima pubblicazione è del 13 febbraio 2013.
Iniziano le interrogazioni in consiglio comunale in particolare de Tommaso Grassi. Tutto senza risposta. Si arriva alla primavera 2014, tempo di elezioni. Renzi è andato a Palazzo Chigi lasciando la città in eredità a Nardella che a maggio si presenta in Oltrarno.
“Il nostro obiettivo rimane sempre lo stesso, ora però dobbiamo essere ovviamente più incisivi, e cioè quello di rientrare in possesso della Ludoteca e del giardino”, dice. “Utilizzeremo tutti i mezzi immaginabili”, aggiunge. “Abbiamo perso tempo, abbiamo perso anche una buona parte di credibilità”, ammette. Ma garantisce: “Se si presenta un braccio di ferro, noi un braccio di ferro lo facciamo fino in fondo”. Anche attraverso “un vero e proprio esproprio nell’interesse della pubblica utilità” perché “per noi questo è un obiettivo” quindi dobbiamo “trovare gli strumenti giuridici, che ci consentano di raggiungere questo obiettivo”.
Ai dubbi espressi dai presenti, che conoscono bene la vicenda, garantisce: “Ci sono una serie di strade che abbiamo imboccato; “prima con le buone e se con le buone maniere non è possibile, useremo tutti gli strumenti della legge, sposiamo al cento per cento la vostra esigenza, al cento per cento”.
Era il maggio 2014. A distanza di un anno Nardella ha firmato la resa definitiva a Leggiero: a inizio aprile 2015, con l’assessore all’urbanistica Elisabetta Meucci oggi candidata alle regionali nelle liste del Pd con Enrico Rossi e fortemente sostenuta da Luca Lotti e Francesco Bonifazi ha siglato la revoca di tutti i vincoli a uso pubblico dell’area e variato il piano regolatore permettendo la realizzazione anche di parcheggi interrati. In pratica nella parte di giardino di cui si è impossessato Leggiero sorgeranno dei garage.
Contattato dal Fatto Nardella garantisce di “non aver mai conosciuto né parlato né visto Leggiero”. E di non sapere che avesse venduto una casa ai suoi familiari. “Si tratta di una coincidenza, niente di più”.
Sul giardino, infine, annuncia: “valuteremo ogni possibile azione legale in difesa dei Nidiaci”.
Ma i residenti non ci credono più. Giulia Landi, una delle mamme del giardino, ricorda: “Era un posto bellissimo, anche perché qui di verde ce n’è punto, era il cuore del quartiere”. La chiusura “per noi è stato uno schiaffo e potete immaginare come ci siamo rimaste noi mamme a vedere tutta l’area trasformata in un deserto per ricchi”. Ormai è di Leggiero. Per il ritardo con cui ha agito il Comune.
13 maggio 2015
L’AMICO DI DELL’UTRI SIGNORE DI FIRENZE E DEI PALAZZI DI PREGIO
di Davide Vecchi
Palazzi nobiliari, residenze storiche, alberghi di lusso, ristoranti unici. Tutti prestigiosi, tutti in pieno centro a Firenze, tutti nell’area che circonda gli Uffizi: via della Pergola, Palazzo Remedi, Corso Tintori, Borgo Pinti, via della Chiesa, via Ricasoli, via dei Cerretani, alle spalle del Battistero.
E molti altri. Sette condomini, una trentina di appartamenti, un albergo e un paio di ristoranti tra cui Alfredo sull’Arno, l’unico con terrazza affacciata sul Ponte Vecchio.
UN PATRIMONIO difficilmente quantificabile, creato dal nulla in poco più di cinque anni, dal 2009 a oggi, da Salvatore Leggiero. Immobili intestati e gestiti da otto diverse società, srl a responsabilità limitata, tutte riconducibili all’imprenditore.
Come persona fisica, quindi a suo nome, ha registrato solo la proprietà di due abitazioni. La casa acquistata nel 2009 e in cui tuttora vive in via Ghibellina, alle spalle di Santa Croce, e l’appartamento in Borgo Sanfrediano di cui si è però liberato vendendolo a Sveva Nardella, sorella di Dario, l’allora vice di Matteo Renzi e oggi sindaco di Firenze.
Il 2009 è, fra l’altro, l’anno in cui acquista attraverso la Amore e Psiche Holding – una delle sue società – i palazzi confinanti con il giardino di Nidiaci poi chiuso dal Comune e in parte ceduto a Leggiero nonostante Renzi prima e Nardella poi avessero garantito ai residenti della zona che sarebbero ricorsi anche all’esproprio del giardino se Leggiero non avesse restituito l’area a Palazzo Vecchio. Oggi ci sono quattro condomini di pregio che l’imprenditore sta vendendo. Mancano solo i garage interrati che dovrebbero essere realizzati al posto del giardino: la giunta Nardella ha tolto ogni vincolo lo scorso aprile.
Nato a Napoli nel giugno 1965, Leggiero inizia a lavorare negli anni delle scuole superiori: aiuto elettricista e venditore di enciclopedie porta a porta. Poi scopre l’universo della pubblicità. A fine anni 80 entra in Sbe e poi in Publitalia guidata da Marcello Dell’Utri con cui crea un profondo legame professionale e personale. Nel 1993, anno in cui l’ex senatore crea i circoli di Forza Italia, Leggiero è uno dei collaboratori di Dell’Utri.
Durante le perquisizioni dell’inchiesta della Procura di Torino che poi porterà per la prima volta in carcere il braccio destro di Silvio Berlusconi per i fondi neri di Publitalia, la Guardia di finanza sequestra la rubrica telefonica del cofondatore di Forza Italia in cui compare il numero di Leggiero: abitazione e auto. I cellulari ancora non esistevano.
ANNI DOPO, nei tabulati telefonici allegati nell’inchiesta per mafia della Procura di Palermo avviata nel 1996 a carico di Dell’Utri, invece, si trovano diverse telefonate tra i due. I rapporti non si sono mai allentati tanto che nel 2014, a seguito della condanna definitiva del cofondatore di Forza Italia a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, Leggiero ha partecipato alla pubblicazione sul Corriere della Sera della pagina in sostegno dell’ex senatore organizzata da Miranda Ratti, moglie di Dell’Utri.
Le loro strade professionali si sono però divise nel 1994 quando Leggiero decide di diventare imprenditore. Crea Grandi Scuole, che poi vende a Cepu; poi apre un call center, fa comunicazione, telemarketing, poi fonda la Hrd con Roberto Re per la formazione finanziaria e, infine, nel 2009, scopre il mattone. Compra tutti gli appartamenti di pregio che riesce a trovare nel centro di Firenze. Per lo più da enti.
Il palazzo che ospitava l’Inps, per dire, oggi è suo. Il bellissimo palazzo di via Vecchietti 13, alle spalle del Duomo, un tempo di proprietà di Bnp Paribas lo ha acquistato Leggiero nel 2011: quattro piani per oltre 2500 metri quadrati che nel 2012 era entrato nelle mire prima di Abercrombie e poi di Apple per aprire un loro store.
Rinunciarono entrambi e Leggiero trasformò lo stabile in appartamenti. Soltanto otto. Ne ha venduti sei. Ne restano ancora oggi due: attici, uno da 290 mq con sei camere e altrettanti bagni più 52 mq di terrazzo; l’altro da da 190 mq più 32 esterni. Trattative riservatissime ma in zona i prezzi possono raggiungere anche i 12 mila al metro quadro.
Nel 2013 acquista, tra l’altro, un pacchetto di immobili da Generali e l’hotel Annalena, davanti ai giardini di Boboli. Impossibile stilare l’intero elenco. E la campagna acquisti non è finita. “La nostra effettiva prospettiva di investimento sul territorio è di circa 300 milioni di euro”, scrive Leggiero sul sito della sua holding, specificando che “al momento sono a disposizione un numero limitato di proprietà prestigiose sul mercato di Firenze che rappresentano un’opportunità di investimento unica. I venditori sono entità istituzionali”, specifica.
FINORA è riuscito a fare degli ottimi affari. In via della Chiesa ha acquistato tre condomini – destinati all’asta perché pignorati da Equitalia – per poco più di un milione di euro, rivendendoli, dopo la ristrutturazione, a un prezzo compreso tra i 6 e gli 8 mila euro al metro. Complessivamente si tratta di appartamenti per oltre duemila metri. L’ennesimo affare. Per Leggiero. Che ha ormai superato l’amico Marcello e sembra essere soltanto all’inizio della sua carriera da immobiliarista.
14 maggio 2015