Emendamenti presentati per deregolamentare il TPL non di linea
di Maurizio Berruti
In Senato è iniziato nella decima commissione, la discussione della proposta di legge n. 2085 (legge annuale sulla concorrenza). La stessa proposta ha già passato il vaglio della Camera dei deputati dove sicuramente ricordate, sono stati bloccati e fatti ritirare degli emendamenti che come al solito favorivano le App elettroniche di oltre oceano e non solo, permettendo anche ai noleggiatori di altri comuni di rendere legale quello che oggi e vietato, cioè lavorare stabilmente su di un altro comune e mettere la rimessa obbligatoria, in qualunque punto d’Italia. Qualcuno aveva inopinatamente già cantato vittoria, ma i più esperti e smaliziati sapevano benissimo che le lobbyes del grande capitale avrebbero riprovato al Senato quello che non gli era riuscito alla Camera.
Infatti sono stati presentati una trentina di emendamenti che riproponevano le stesse cose a favore dell’app americana e degli ncc di altri comuni.
Già in altre occasioni ho evidenziato come queste multinazionali avevano ormai il tempo scaduto e che se non sarebbero risusciti a breve ad ottenere quello che spingono da tempo, avrebbero avuto grossi problemi. Le cosi dette Start App non sono altro che delle piccole società o addirittura un individuo, che hanno un idea per fare businnes e si rivolgono per avere i fondi necessari a realizzare il progetto, ad ogni soggetto disponibile a crederci e a tirare fuori dei soldi diventando sponsor e azionista del possibile nuovo eldorado.
Soggetti non certo piccoli, se pensiamo che dietro l’App americana vi sono gl’investimenti della Goldman Sachs. Goldman Sachs Group, Inc. è una delle più grandi banche d’affari del mondo, che si occupa principalmente di investimenti bancari e azionari, di risparmio gestito e di altri servizi finanziari, prevalentemente con investitori istituzionali (multinazionali, governi e privati).
Questa superpotenza del denaro non opera per spirito caritatevole, ma solo per farne profitti, il più possibile cercando di eliminare ogni ostacolo, qualunque esso sia, venga messo sul suo camino. Questa sua natura, diciamo così un po’ aggressiva, non gli concede ne concede, molto tempo a chi (attraverso le azioni) ha prestato dei soldi per farli fruttare.
Occorre che l’investimento produca presto dei risultati economici, occorre che l’App Americana faccia al più presto profitti per remunerare gl’investimenti della Goldeman e degli altri azionisti. L’app Americana, se non erro, è valutata circa 45 miliardi di dollari (cifra enorme che supera tutte quelle della new economy), cifra che però non si riferisce agl’incassi che ha potuto fare nel mondo (incassi che ne determinano il valore) ma in gran parte si correla con il monte d’investimenti fatti per far partire il progetto.
Ora la Goldman Sachs Group e gli altri grandi che hanno investito nell’idea (non nuova visto che Roma è arrivata prima, con la stessa tecnologia attraverso il chiama taxi 060609) reclamano gl’interessi sul capitale investito e visto l’enorme entità della somma anche gl’incassi dell’app americana devo essere enormi. Ora questo non accade, visto che in mezza Europa l’app americana è stata messa fuori legge e anche nel resto del mondo non se la cava molto bene.
La pressione degli investitori sta diventando insostenibile per l’app americana che ha bisogno di stringere i denti, fare a sua volta “pressioni” sui partiti, sui giornali, sui politici per far passare in questa legge annuale sulla concorrenza, le sue leggi e le sue necessità. Sue, non dei cittadini italiani, ne dei lavoratori e gli “argomenti” non gli mancano. Non possono aspettare un altro anno per cominciare a dare degli utili ai propri investitori.
Quindi è inevitabile che attraverso degli “Sherpa” parlamentari, facciano portare in discussione gli emendamenti scritti, da altri “Sherpa”, che rendano legittimo quello che non solo è illegittimo nei confronti del diritti Italiano e della sua filosofia, ma anche nei confronti del servizio pubblico che andrebbe completamente distrutto. Di seguito vi pubblico una mia premessa a delle considerazioni fatte sugli emendamenti in questione che è stata messa a disposizione di quei Senatori della decima commissione che ancora credono nel diritto e nel pubblico.
Il trasporto pubblico, sia quello di linea che non (autobus, taxi, treni, etc.) nasce dalla necessità Costituzionale di garantire e facilitare la libera circolazione pubblica. Per fare questo si ha bisogno di un serie di servizi di trasporto che non possono essere a libero mercato e che sono controllati sia nell’offerta, che nel prezzo che determina le tariffe. Il controllo pubblico si estende anche sui titoli che deve avere l’autista, sia abilitativi che morali. Questo controllo è essenziale per tutelare gli utenti ed impedire eventuali distorsioni del mercato. I controlli come i titoli, devono essere di competenza della Pubblica Amministrazione.
Il servizio così concepito, esula dai normali standard dell’offerta privata entrando in una particolarità che obbliga la Pubblica Amministrazione ad interventi che tutelano il settore dal libero mercato collaterale. In questo tipo di servizio pubblico, occorre nell’interesse dell’utenza e con il fine di ridurre le tariffe, eliminare ogni possibile intermediazione di qualunque tipo che allungando la filiera aumenta i costi. L’emendamento n. 52.0.27 a prima firma dell’On. Paola Taverna, và in questa direzione.
• Per ottemperare ai dettami costituzionali, Il servizio taxi è riconosciuto come un servizio pubblico non di linea (legge n°. 21 del 15 gennaio 1992);
• ha una licenza d’esercizio;
• ha un prezzo amministrato dai Comuni;
• ha l’obbligo di effettuare il servizio per qualunque utenza, per qualsiasi destinazione e nelle 24 ore;
• il servizio taxi, è totalmente diverso dal trasporto per mezzo di noleggio da rimessa con conducente che ha una semplice autorizzazione;
• la Pubblica Amministrazione deve verificare e attuare gl’interventi per mantenere un giusto rapporto fra la domanda dell’utenza e l’offerta del numero di taxi. Controllare le tariffe per una equilibrata remunerazione che deve rimanere uguale per tutta l’utenza ed in qualsiasi occasione della giornata e per qualsiasi evento;
la Pubblica Amministrazione deve attuare ogni provvedimento per facilitare l’utilizzo del taxi (corsie, parcheggi, telefoni, App, etc.);
• la Pubblica Amministrazione ha l’obbligo di controllare che il titolare di licenza taxi o chi esercita il servizio, abbia tutti i requisiti previsti dalle leggi, sia in materia di abilitazioni, permessi, iscrizioni in albi professionali, che in materia di leggi sul rapporto di lavoro o di gestione;
• il titolare della licenza taxi, può organizzarsi in una delle figure giuridiche previste dalla legge 21/92;
• i controlli sulla regolarità delle figure giuridiche e sulle persone fisiche, sono proprie solo degli enti pubblici, del tribunale, delle Camere di Commercio, degli organi di controllo del Ministero del Lavoro;
L’eliminazione dei vincoli di controllo sul servizio taxi, elimina la possibilità di garantire all’utenza pubblica un servizio controllato, sicuro, continuo nelle 24 ore e fornito anche in aree a domanda debole. Eludendo i dettami costituzionali, si trasforma il servizio da pubblico controllato in ogni sua parte dalla P. A., a servizio privato che risponde esclusivamente ai dettami del mercato e non a quelli dell’utenza pubblica.
Il Noleggio con Conducente (NCC) è un servizio ulteriore per il trasporto pubblico di persone non di linea che amplia la possibilità di scelta dell’utente. Tale servizio avendo una Autorizzazione e non essendo obbligato a fornire la prestazione per tutte le 24 h, ne ad applicare tariffe amministrate ma di libera contrattazione deve accettare la richiesta solo nella rimessa situata sul territorio del Comune che ha rilasciato il titolo. Tale limite è dettato dalla necessita di differenziare il servizio taxi da quello di NCC che altrimenti potrebbe offrire il servizio sulla pubblica via invadendo lo spazio di mercato riservato ai taxi. Questa differenziazione e questo limite sono dettati anche dal fatto che se si permette al noleggio con conducente di raccogliere clienti lungo la strada si attua un regime di concorrenza scorretta con i taxi, i quali a differenza del Noleggio con conducente, sono obbligati a tariffe amministrate dalla P.A., devono garantire il servizio nelle 24 ore e per tutto l’anno, sono obbligati ad effettuare il servizio per ogni utente che lo richiede, devono soggiacere ad una serie di controlli pubblici che impediscono per la tutela dell’utente e del trasporto pubblico, ogni possibile accostamento al libero mercato.
Il legislatore quindi nel differenziare i due servizi (taxi e noleggio con conducente NCC) ha impedito che a fronte di un servizio pubblico non a libero mercato, si esercitasse una distorsione del mercato permettendo al Noleggio con conducente di esercire negli stessi spazi del taxi e con le stesse modalità di raccolta del cliente.
La differenziazione dei due servizi è ulteriormente accentuata dai diversi titoli abilitativi rilasciati dalla pubblica amministrazione per i due sevizi. Uno la licenza per i taxi e l’altro l’autorizzazione per gli NCC. Come si sa le differenze di possibilità e di obblighi per i due diversi titoli sono notevoli. Quindi in qualche modo, il servizio taxi in regime pubblicistico per garantire ogni utenza deve essere protetto da invasioni di mercato di altri soggetti che realmente sono a libero mercato e che potrebbero innescare il meccanismo di concorrenza scorretta che eliminerebbe il principio base di fornire un trasporto pubblico per la mobilità garantito nella tariffa, sempre uguale nel tempo e nel luogo, di garantire l’obbligo del servizio e così via.
Tenendo conto di questi principi base e su queste evidenti e sostanziali considerazioni si deve fare un analisi per verificare se gli emendamenti presentati siano legittimamente all’interno della filosofia legislativa che ha creato il servizio pubblico taxi ed ncc a tutela dell’utenza e della necessita Costituzionale di favorire la libera mobilità per tutti i cittadini.
29 gennaio 2016