di Elisa Fontana
Cosa pensereste di un alunno che quando il professore gli chiede come mai non abbia fatto i compiti si sentisse rispondere con aria della virtù offesa “Eh, ma professore, non li ha fatti nemmeno il mio compagno di banco!”? Vi sentireste certamente irritati per la chiara volontà di non rispondere circa le proprie responsabilità e per il tentativo di sviare l’attenzione da sé tirando in ballo il compagno.
Bene, è esattamente il metodo propagandistico che usa la nostra ineffabile Giorgino quando qualcuno riesce a farle qualche domanda sulle realizzazioni del suo governo. Intendiamoci, fare domande a questo campione di democrazia è diventato sport estremo non per la pericolosità in sé dell’operazione, ma proprio per la inesistenza delle sedi e delle occasioni in cui poterle porre.
La donna più potente d’Europa, la star internazionale che tutto il mondo ci invidia ha una paura matta delle domande e scappa a gambe levate davanti a conferenze stampa e affini, avendo con la stampa e i giornalisti lo stesso rapporto che Dracula ha con l’aglio, per capirci.
E, dunque, i problemi crescono, incancreniscono e tutto ciò che la Merkel de noantri sa dire è “perchè non l’hanno fatto prima?”. Mattarella nel discorso di fine anno ne ha sottolineate alcune di emergenze che ormai sono veramente insostenibili e intollerabili e che Meloni ha mal digerito, stando alle dichiarazioni sotto anonimato di suoi stretti collaboratori. A cominciare dal problema del sovraffollamento delle carceri, dei suicidi di detenuti e operatori di polizia penitenziaria. Le nostre carceri hanno un tasso di sovraffollamento effettivo di oltre il 132%, cioè 62 mila detenuti rispetto a 51 mila posti effettivi disponibili.
Non sono 11 mila posti in meno, sono 11 mila persone letteralmente accatastate le une sulle altre. Bene, in quasi tre anni di governo avete sentito un piano, un tentativo di soluzione, un qualche spiraglio di speranza per gli accatastati in carcere? Abbiamo solo sentito un sottosegretario straparlare di togliere il respiro e di godimento interiore.
Certo, anche questo è un problema che non nasce con Meloni e che non è stato risolto prima, ma, guarda caso, le elezioni servono proprio a cambiare timoniere se le cose non funzionano e, cara Giorgino, sei stata eletta anche per questo e, oltre agli omaggi del servo encomio, hai davanti problemi da risolvere, o almeno tentare di farlo.
Come il problema della casa, bersaglio ormai inarrivabile per i più, sia che si tratti di casa di proprietà che in affitto. Sulla sanità e sullo scempio che ne state facendo a favore di quella privata stendo una coltre di silenzio per non incorrere nei fulmini del turpiloquio, la scuola pubblica è allo sbando, sia come presidio culturale che come fatiscenti strutture fisiche, mentre senza nessuna vergogna stanziate soldi per le scuole paritarie.
E a tutto questo sfacelo, peggiorato dopo quasi tre anni di immobilismo totale, sai rispondere eventualmente con un misero “e perché non l’hanno fatto quelli di prima?”. Davvero una risposta degna di una politica di razza che detta la linea.
E, infatti, la linea è quella e con qualsiasi esponente di FdI o, in generale, del governo si parli, la risposta è sempre la stessa “perché non l’hanno fatto prima?”. Perché erano degli incapaci e, infatti, sono stati puniti dagli elettori che vi hanno dato il potere per cambiare le cose. E, infatti, dopo due anni e mezzo di inerzia totale su temi caldissimi che toccano la pelle di tutti, il vostro mantra si è trasformato in una litania insopportabile “Perché non l’hanno fatto prima?”.
Forse perché siete degli ineguagliabili incapaci e inadeguati di cui al massimo si potrà dire “Sotto la propaganda, niente”? Il Censis certifica che l’Italia galleggia, ma cosa dovremmo dire allora di questo governo arrivato a metà mandato in queste deplorevoli condizioni?
Ci risentiamo dopo la conferenza stampa del prossimo 9 gennaio, sempre che non intervenga la solita influenza…
2 gennaio 2025