Luigi Grimaldi *
E’ inutile farsi illusioni, la guerra in Ucraina non è una guerra di occupazione, è molto di più. Chi è attento avrà notato che sempre più spesso giornalisti, osservatori, commentatori incorrono in lapsus in cui chiamano i russi “sovietici”.
Sono storditi?
No, è che hanno ben presente l’attuale situazione che è l’inizio di una rivolta contro coloro che rivendicano e cercano di praticare il dominio del mondo e che, di volta in volta, pretendono di decidere e di dichiarare unilateralmente chi sia il nemico da combattere in nome dei propri interessi economici e di potere.
Questo autoproclamato governo del mondo ha attaccato militarmente senza nessuna legittimazione Paesi sovrani dichiarati “nemici” come l’Iraq la Jugoslavia, la Siria, la Libia, lo Yemen e, di fatto, la Somalia e molti altri creando vaste aree di instabilità, enormi speculazioni economiche e, solo negli ultimi 20 anni , almeno 800.000 morti.
Questo autoproclamato governo mondiale ha iniziato, a partire dalla interferenza nella guerra civile in Jugoslavia e alla successiva aggressione alla Yugoslavia, una lunga operazione di accerchiamento della Russia, il nuovo/vecchio nemico dimostrando di aver strumentalizzato per i propri fini di potere la presunta guerra ideologica al Comunismo in nome della “libertà”, ma mai in nome di autentica democrazia. Nel 1997 Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca vengono arruolate nella Nato. E’ questo l’inizio dei preparativi della terza guerra mondiale da parte degli Usa e della Nato allargando il raggio del suo ombrello atomico verso l’Est Europa. La Nato con decisione vuole espandersi verso Est, verso quale nemico? Più a Est, come potenza nucleare, c’è solo la Russia .
Dopo aver dimostrato, con il bombardamento di Serbia e Montenegro (militarmente non supportate dalla Russia, come invece la federazione Jugoslava si sarebbe aspettata), la propria violenta arroganza, il 21 novembre 2002 durante il vertice di Praga (Repubblica Ceca) altri sette Stati sono invitati ad aprire dei colloqui per l’unione all’Alleanza Atlantica: Estonia, Lettonia, Lituania, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria e Romania. Una adesione che si completerà nel 2004 con il quinto e più grande allargamento nella storia dell’alleanza. Negli anni successivi l’Albania, il Montenegro, la Croazia e la Macedonia del Nord entreranno nella Nato. Nel frattempo la NATO ha attivato il Membership Action Plan (MAP) , un meccanismo di pre adesione che viene attivato per l’ Ucraina dall’aprile 2005, per la Georgia, dal settembre 2006, per la Bosnia ed Erzegovina dall’aprile 2008 e la Serbia dall’aprile 2008.
Questa pre-adesione ha tempi assai più lunghi dell’adesione degli altri Paesi aggiunti precedentemente alla Alleanza. Perché? Per due motivi. La resistenza ad un ulteriore allargamento della Nato verso Est, da parte di alcuni alleati Europei da un lato, e la necessità di evolvere adeguatamente le potenzialità militari di questi 4 Paesi che dovranno essere, non all’atto del loro ingresso, ma ancor prima, immediatamente pronti per il conflitto. La ragione è semplice: è chiaro che con queste ulteriori 4 adesioni la Russia sarà completamente circondata, ed è altrettanto chiaro che l’ingresso nella Nato di uno solo di questi Paesi avrebbe messo in moto una reazione militare di difesa preventiva da parte della Russia. Di fatto i Paesi del Membership Action Plan sono da anni in un limbo nella Nato, ma solo in senso offensivo, come minaccia e provocazione verso la Russia, ma non lo sono in senso difensivo, cioè se attaccati non potranno essere difesi dalla Alleanza Atlantica, che non ha nessuna intenzione di scatenare in Europa un conflitto nucleare. Appare evidente il cinico gioco messo in atto da Usa e Nato sulla pelle delle popolazioni di questi stati, destinati a fare contemporaneamente da cuscinetto e da elemento di provocazione verso un nemico su cui si punta, come si è visto, con determinazione. Paesi destinati a combattere una guerra impari per procura con lo scopo di logorare, indebolire e isolare la Russia sul piano nazionale e internazionale a tutto vantaggio della Alleanza Atlantica.
Una azione anti russa, fiancheggiata da continue minacce di ritorsioni economiche, sanzioni e ricatti e da una campagna propagandistica denigratoria sostenute dai potentati economici sovranazionali.
La posta in gioco nell’attuale conflitto armato in Ucraina è pertanto molto più grande dei destini dell’Ucraina e della stessa Russia. La posta in gioco è la vittoria o la sconfitta di questo autoproclamato governo mondiale, di questo mostro diretto dalle grandi strutture del capitalismo internazionale che pilotano le azioni dei governi “occidentali” e che puntano ad annichilire la Russia per preparare la strada ad un analogo trattamento previsto per la Cina. Quindi il problema non riguarda solo la Russia, che non è l’unico paese ad essere insofferente a questo nuovo imperialismo.
Naturalmente, i cambiamenti nella situazione globale e negli stessi equilibri di potere avrebbero dovuto essere presi in considerazione nella vita pratica, nelle relazioni internazionali e nelle regole che governano i rapporti tra stati ed economie diverse. Questo avrebbe dovuto essere fatto. Invece si è scelta ancora una volta la via della delle armi, della corsa agli armamenti. La parola Pace , di cui tanti oggi si riempiono la bocca a sproposito, non è mai entrata nel vocabolario dei governi americani e della Nato.
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* Autore televisivo
Scrittore e giornalista