© REUTERS / Esam Omran Al-Fetori
Questa conclusione emerge da un rapporto di esperti nucleari libici.
I bombardamenti della NATO in Libia nel 2011 sono stati fatti con proiettili all’uranio impoverito, emerge da un rapporto trasmesso al governo di unità nazionale a Tripoli da esperti nucleari libici.
Come dichiarato a Sputnik dal consulente della commissione libica per l’ambiente e l’energia nucleare Nuri al-Druki “il rapporto ufficiale in cui è dimostrato l’uso della coalizione occidentale di munizioni all’uranio impoverito è stato consegnato al governo.”
“Abbiamo fatto analisi su uno dei centri di comando dell’esercito libico bombardato dalla NATO. Sono stati rilevati punti con elevata radioattività. Con misurazioni più accurate, abbiamo scoperto che la radioattività deriva dall’uso di razzi della NATO all’uranio impoverito” — ha detto a Sputnik Nuri al-Druki.
Ha riferito inoltre che insieme ad i suoi colleghi prevede di rivolgersi all’AIEA ed altre organizzazioni internazionali per condurre studi approfonditi per rilevare la presenza di uranio in altre zone della Libia bombardate dalla coalizione occidentale.
A metà del febbraio 2011 in Libia sono iniziate manifestazioni di massa che chiedevano l’uscita dal potere di Muammar Gheddafi, alla guida dello Stato da oltre 40 anni. Successivamente le proteste sono degenerate in scontri armati tra le forze governative ed i ribelli.
Dopo il rovesciamento e l’uccisione del leader deposto Muammar Gheddafi, la Libia ha vissuto un periodo di profonda crisi politica e di sicurezza.
Al momento nel Paese nordafricano coesistono di fatto 2 Stati: in Cirenaica con capitale Tobruk c’è un governo sostenuto dal Parlamento eletto nelle elezioni generali, mentre ad ovest, a Tripoli, c’è un governo di unità nazionale costituito con il sostegno delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.
13.07.2018