DANILO TOSARELLI – MILANO
È sempre peggio.
Mi sta passando la voglia di guardare la TV.
Dottoressa Gruber, dottor Mentana, dottor Gramellini, dottor Floris.
Basta per favore.
Insieme a voi, tutti coloro che hanno accettato signorsi’ la stessa logica.
Quella di una narrazione a senso unico della guerra in Ucraina.
Putin ha scatenato una guerra. È colpevole.
Non può essere la guerra, uno strumento utile a risolvere i problemi.
Chi persegue ed alimenta la guerra, va sempre condannato.
Dopodiché, un’informazione che vale, dovrebbe cercare sempre la verità.
La verità è sempre fatta di luci ed ombre.
Antonio Gramsci sosteneva che la verità è sempre rivoluzionaria.
Ecco perché, pretendo di conoscere le une e le altre.
Non è accettabile, l’atteggiamento verso i giornalisti russi.
Li si invita in trasmissione, ma poi li si sbeffeggia.
Li si accusa di essere solo dei propagandisti di regime.
Se è così, perché li si invita?
Se sai già che non sono credibili, perché continui ad invitarli?
Ha un senso invitarli, se concedi loro pari dignità nel dibattito.
Non è mai così.
In realtà, si vuole dimostrare che in Italia c’è libera informazione.
“In Russia tutto ciò non esiste” e quindi avanti nello schernirli.
“Cari colleghi russi, tutto ciò che dite è solo propaganda…”
Non è uguale l’atteggiamento verso i giornalisti ucraini.
Vengono ascoltati con gran rispetto e mai contestati.
È vero, loro sono gli aggrediti, ma ciò non è garanzia di verità.
La propaganda è uno strumento di cui chiunque può disporre.
Mi perdonerete questa franchezza, che può apparire cinismo.
In realtà, è il mio bisogno di verità che non mi consente indulgenze.
Amo il pragmatismo e cerco di non avere bende sugli occhi.
Non avere bende sugli occhi, significa vedere la realtà senza filtri.
I nostri grandi giornalisti accusano di scarsa libertà i colleghi russi.
Non posso dare loro torto. Ma sarà bene lasciar parlare i numeri.
Reporter Senza Frontiere (RSF) ha stilato una classifica mondiale.
Riguarda lo stato di salute e la libertà nell’informazione.
La Russia è al 155esimo posto.
Dopodiché scopro che L’Ucraina è al 106esimo posto.
Che gli Stati Uniti, re della democrazia, sono al 42esimo posto.
E l’Italia, dove i giornalisti nostrani si ergono a maestri?
Nel 2021 eravamo al 41esimo posto. Adesso al 58esimo.
Non mi sembrano numeri incoraggianti.
Si parla bene, ma si razzola male.
Potrei capire meglio, Norvegia, Danimarca e Svezia.
Sono modelli in cui fiorisce la libertà di espressione.
Ma vista la classifica di RSF, invito le nostre grandi firme a riflettere.
I fatti non stanno proprio dalla loro parte.
Ultimo e non l’unico in ordine cronologico, il caso CARTABIANCA.
La celebre trasmissione condotta da Bianca Berlinguer su RAI 3.
È a rischio chiusura. Nonostante ascolti di ottimo livello.
Le voci si rincorrono, la RAI prende tempo, chi sa conferma.
La pietra dello scandalo sarebbe il professor Orsini.
Alessandro Orsini, professore della LUISS università di Roma.
Personaggio che da qualche tempo, viene spesso invitato.
Orsini è diventato celebre, ma anche scomodo, per le sue opinioni.
Opinioni non allineate ed in controtendenza sulla guerra.
Tutto ciò ha scatenato un putiferio politico che avrà conseguenze.
Il caso CARTABIANCA è assai preoccupante e non va sottovalutato.
Mi auguro che in tempi utili, da subito, si alzino forti le voci di protesta.
Per gravità, lo ritengo paragonabile al famoso EDITTO BERLUSCONI.
Ve lo ricordate?
Nell’aprile 2002, l’allora Presidente del Consiglio, riuscì a far estromettere dalla RAI due famosi giornalisti ed un comico di successo.
Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi.
Conducevano trasmissioni di grande ascolto.
Persone a lui scomode, perché esprimevano critiche al suo operato.
Tutto ciò è inaccettabile, per chi difende la libertà di informazione.
Che significa poter esprimere anche opinioni diverse.
Il pensiero unico ne è invece, l’antitesi.
Pretende di inculcare con le buone o le cattive un pensiero dominante.
Le critiche non sono ammesse.
Esiste il pensiero unico delle dittature (evidente), ed un altro ancora.
Quello meno appariscente, ma che è altrettanto deleterio.
Molte democrazie occidentali ne sono complici, a fasi alterne.
Secondo me, questa guerra ne è l’ultimo esempio.
È la politica a deciderne tempi e modi.
Chi dice NO alla guerra, non può essere favorevole all’invio di armi.
Così la pace si allontana.
Per fortuna, mi sembra che qualcuno se ne stia rendendo conto.
Iniziano ad essere in molti, coloro che non sono più d’accordo.
Ogni giorno in più di guerra, significa aggiungere altre vittime.
Le armi devono smettere di sparare, per lasciare spazio alle trattative.
Proseguire nella contrapposizione militare è controproducente.
Trattative ad oltranza, senza soste, per evitare una guerra nucleare.
Sarà bene farsene tutti una ragione.
Dopo la famosa trasmissione autogestita di Santoro, che è stata rifiutata sia dalla RAI che da LA7, si stanno aprendo altri spazi favorevoli.
Iniziano le prime crepe anche nel fronte governativo.
Conte ed il M5s sono contrari all’invio di armi sempre più letali.
“Ciò favorirebbe una spirale di progressiva escalation militare.
Tutto ciò può solo portare a maggiori sofferenze per la popolazione.”
Salvini è contrario all’invio di nuove armi.
“Non penso che dopo quasi 3 mesi possa essere la risposta giusta.
Già contiamo decine di migliaia di morti e si intuisce che entrambe le parti in guerra vogliono farla finita. Inviare nuove armi allontanerebbe la pace e non sarebbe opportuno.”
Anche il Ministro degli Esteri Di Maio, esprime un dissenso.
“L’Italia continuerà a lavorare per la pace, ma non può pensare di fornire armi all’Ucraina per colpire obiettivi in territorio russo”.
Anche Graziano del Rio, ex capogruppo PD alla Camera, dice la sua.
“Io sono un pacifista, ma non posso chiedere ad un popolo bombardato di arrendersi. Sostenere la resistenza è giusto e legittimo il diritto a difendersi degli ucraini. Resto però convinto e non è una contraddizione, che la direzione da prendere sia fermare la corsa al riarmo, non stimolarla. L’Europa deve cessare di mostrarsi assente e spettatrice.
Perché Draghi, Macron, Scholz e Sanchez non si fanno promotori di una mediazione?”
Voglio concludere, interpellando in merito gli italiani.
Ultimo sondaggio Emg del 5 maggio 2022, per la trasmissione Agorà.
Il 58% è contrario all’invio di armi pesanti all’Ucraina.
Il 28% è favorevole ed il 14% preferisce non rispondere.
Il fronte del NO è guidato dagli elettori di Forza Italia.
I più propensi ad aiutare il governo Zelensky sono gli elettori del PD.
Divisi a metà gli elettori di Lega e Fratelli d’italia.
Nel M5S sono di più, coloro che dicono NO all’invio di armi pesanti.
Il 61% degli italiani ritiene che occorra una trattativa per via diplomatica.
La ritiene la strada migliore per risolvere il conflitto.
Per arrivare ad un accordo di pace occorre un mediatore all’altezza.
Gli italiani interpellati, lo hanno individuato in Papa Francesco.
Foto di Florian Klauer