Il Sun mostra la futura regina Elisabetta nel 1933 insieme alla regina madre e alla sorella Margaret e lo zio Edoardo, futuro re d’Inghilterra, fare il saluto nazi-fascista
18 luglio 2015
di Andrea Montella
Sezione comunista Gramsci-Berlinguer di Pisa
Che i reali d’Inghilterra siano stati e siano ancora oggi, come del resto tutta la masso-borghesia internazionale, sostenitrice del fascismo prima e del nazismo poi in funzione anticomunista, è cosa storicamente provata dall’ampia documentazione storica.
Solo una gestione banditesca dei media da parte dei masso-capitalisti di tutto il mondo impedisce alle masse proletarie di comprendere le esatte dinamiche che si muovevano e si muovono ancora oggi dietro i fatti della storia e della politica più recente: Grecia compresa. Non è forse greco il principe e consorte di Elisabetta II d’Inghilterra? É risaputo che questi matrimoni non avvengono sotto le ali di Cupido ma di ben più prosaici interessi geopolitici. Non sono stati i masso-capitalisti britannici a eliminare alla fine della seconda guerra mondiale i comunisti greci? Quanto peso hanno in Grecia i masso-capitalisti? E lo scontro che c’è oggi in Europa è tra i masso-capitalisti tedeschi e quelli anglosassoni che non vogliono cedere le loro posizioni.
Alla fine della seconda guerra mondiale davanti al tribunale di Norimberga sarebbero dovuti comparire, non solo i gerarchi nazisti, ma anche i banchieri di tutto il mondo che li avevano finanziati, come l’americano Prescott Bush della Union Bank; come la Banca voor Handel en Scheepvaart di Rotterdam. Questa banca da anni faceva molti affari con i Thyssen. Nel 1923 la banca di Rotterdam prestò il denaro per costruire il primo quartier generale del partito nazista a Monaco. Questa banca olandese era il cuore dello schema di copertura di Allen Dulles, capo dei servizi segreti Usa e filonazista. A Norimberga dovevano essere processate le case reali di varie nazioni, i Windsor d’Inghilterra in testa, con gli industriali delle maggiori multinazionali dell’acciaio, della chimica, della farmaceutica, dei settori automobilistici, come Ford e General Motors che, grazie ai loro motori, muovevano i panzer tedeschi. Con gli industriali delle macchine da calcolo, come IBM, utilizzate per la contabilità delle vittime nei campi di concentramento, dell’aviazione, dei servizi segreti e di tutti i vertici delle principali religioni: cattolica, protestante ebraica, musulmana e buddista tibetana.
La caratteristica base del nazismo è quella di aver enunciato in modo trasparente un sistema sociale basato sul razzismo e sulla supremazia degli ariani. Questa aberrante visione era l’ultima trovata per giustificare la predazione capitalistica delle masse proletarie di tutto il mondo. Ma era una teoria che veniva da lontano, la si poteva trovare già nelle politiche razziste degli Stati Uniti del XVII e XIX secolo; nelle colonie inglesi, grazie alle cavolate teoriche di Robert Knox, medico e antropologo scozzese, esposte nel saggio The races of men pubblicato la prima volta nel 1850, poi in una seconda edizione riveduta nel 1862.
Ma anche la Francia imperiale e colonialista dava al razzismo il suo contributo grazie a Arthur de Gobineau, politico e “storico”, con il suo Essai sur l’inegalité des races humaines, pubblicato nel 1853 e ne1855.
Negli Usa grande fu il contributo dato al razzismo da parte di Madison Grant, un avvocato con l’hobby dell’antropologia: il suo trattato sul razzismo, The passing of the great race, apparve infatti nel 1916. Hitler possedeva una copia della prima traduzione tedesca di questo libro e ne era entusiasta, al punto da scrivere una lettera di congratulazioni all’autore.
Un altro “teorico” della supremazia della razza anglo-sassone fu Cecil John Rhodes, cacciatore di diamanti, colonialista britannico fondatore della Rhodesia (oggi Zambia e Zimbabwe), inventore delle borse di studio Rhodes Scholarship per le future élite di Oxford, che alla fine dell’Ottocento diceva “essere inglese vuol dire vincere il primo premio nella lotteria della vita”.
Il progetto politico razzista dei nazisti fu sconfitto grazie ai comunisti, in particolare grazie al gruppo dirigente dell’URSS, Stalin in testa. Senza il loro apporto il nazismo avrebbe trionfato dal Portogallo al Giappone.
Solo con la ricostruzione di un vero Partito Comunista e con la ricostituzione dell’Internazionale proletaria si potrà avere la sufficiente chiarezza politica sui nostri compiti sulle nostre responsabilità verso le sorti di tutta l’Umanità e quindi riuscire concretamente a debellare la dittatura di questi masso-capitalisti che fanno del razzismo una delle armi per dividere i proletari per poi mandarli a combattere le loro guerre imperialiste.
Per i comunisti al primo posto vengono la PACE, il LAVORO, l’EGUAGLIANZA e la GIUSTIZIA SOCIALE un programma semplice da comprendere ma che si ottiene solo SOCIALIZZANDO I MEZZI DI PRODUZIONE.