La Danimarca studia una legge per espropriare tutti i beni dei migranti che arrivano nel Paese. Eccezione solo per le fedi nuziali per oggetti di valore sentimentale di modico valore. Intanto muoiono anche dieci bambini nell’ennesimo naufragio di un barcone nel mar Egeo
Annachiara Valle
Un’Europa dalla doppia faccia e dalla doppia morale. E così, mentre ci si commuove per l’ennesima strage di migranti e per quei dieci bambini annegati nelle acque del mar Egeo insieme con otto adulti, la “civilissima” Danimarca discute di come “derubare” i fortunati che, scampati a guerra, fame, deserto e onde, sono riusciti ad arrivare nei nostri Paesi. La proposta del governo di “espropriare” i migranti dei loro beni come “obolo” in cambio dell’asilo ricorda molto da vicino la spoliazione nazista di oro e beni preziosi durante la seconda guerra mondiale. Il premier Lars Lokke Rasmussen, al governo con l’appoggio del partito popolare anti-immigrazione, ha definito “scorretta” l’immagine del provvedimento data dai media internazionale e il ministro dell’integrazione Inger Stoejberg, che ha presentato il provvedimento che dovrebbe essere approvato il prossimo mese, ha dichiarato che non capisce “perché i media internazionali debbano infangare un’idea che prevede che i migranti paghino per beneficiare dei nostri centri di raccolta”. Esclusi dalla confisca le fedi nuziali e i telefonini.
Intanto l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha reso noto che, dall’inizio dell’anno, la cifra dei morti lungo la rotta del Mediterraneo orientale si avvicina a 600.
20/12/2015