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Regno Unito, il grande malato d’Europa. A luglio la corsa dei prezzi, l’inflazione, ha superato il 10%, frenano i consumi e crolla la fiducia delle famiglie. E il Paese, previsione della Bank of England, entrerà in recessione nell’ultimo trimestre dell’anno. Intanto il ‘palazzo del potere’ è vuoto. Cacciato Boris Johnson, il 5 settembre con le primarie del Partito conservatore verrà indicato il sostituto. E non sarà scelta facile, ammonisce Michele Marsonet, se non addirittura pericolosa.
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Rischio del peggio di prima
Com’era prevedibile, la successione di Boris Johnson alla guida del Partito conservatore britannico sta causando notevoli problemi. Due i candidati rimasti in lizza. Da un lato Liz Truss, attuale ministro degli Esteri, e Rishi Sunak, Cancelliere dello Scacchiere (ministro delle Finanze) nel governo dimissionario.
Molto diversi gli approcci scelti dai due esponenti conservatori. Sunak adotta toni moderati, consapevole che il Regno Unito sta attraversando un periodo molto difficile per molti motivi. Inflazione alle stelle, pulsioni indipendentiste scozzesi, problema irlandese.
La ‘pancia’ dell’ex impero
La Truss invece, considerata favorita, esprime posizioni estreme e, proprio per questo, sembra essere più gradita alla “pancia” del Partito. I due concordano su un solo tema: l’appoggio armato all’Ucraina.
Alcune dichiarazioni della Truss hanno destato notevole impressione. Si è per esempio detta favorevole, se diventerà premier, all’uso delle armi nucleari contro la Federazione Russa. Solo se fosse necessario, ovviamente, ma in questi casi la “necessità” diventa un concetto nebuloso.
Le armi dell’apocalisse
Il Regno Unito ha un arsenale atomico notevole, anche se non paragonabile a quello russo o americano. Le testate sono collocate sui sommergibili in navigazione, e Truss ha chiarito che non esiterebbe ad autorizzare i comandanti a lanciare le testate. Ha aggiunto che ritiene “sia un dovere importante del primo ministro, e sono pronta a farlo”.
Il rischio dell’annientamento totale non sembra impressionarla più di tanto. Ha incassato critiche feroci, ma anche commenti entusiastici da parte di molti militanti del Partito conservatore.
Tensioni sulla Manica
In seguito ha pure avuto uno scontro virtuale con il presidente francese Emmanuel Macron. Non ha infatti risposto a chi le chiedeva se considerasse Macron amico o nemico della Gran Bretagna, pronunciando una frase sibillina: “la giuria sta ancora deliberando”.
Immediata la replica del leader francese, il quale ha detto che, se la stessa domanda fosse stata posta a lui, non avrebbe esitato a rispondere che la Francia è amica dei britannici.
Colonia americana
Ovviamente tutto questo rischia di isolare ancor più il Regno Unito in ambito europeo, visto che un certo isolamento è già in atto dopo la “Brexit”, di cui Liz Truss è stata fervente sostenitrice. Si va insomma verso il rafforzamento dei tradizionali legami con gli Usa, e un indebolimento di quelli – già traballanti – con l’Unione Europea.
Finora Boris Johnson, che continua ad essere molto attivo anche dopo le dimissioni, non ha concesso il suo appoggio a nessuno dei due candidati in lizza per succedergli. Tuttavia fonti ufficiose lo danno più vicino a Truss che Sunak.
Povera Margaret Thatcher
L’attuale ministro degli Esteri potrebbe dunque farcela, anche se non sono chiare le implicazioni di una sua ascesa al potere.
Appare tuttavia fuorviante il paragone con Margaret Thatcher, di cui Liz Truss si dichiara erede e devota seguace. C’è infatti una notevole differenza di statura politica tra i due personaggi.
La “Lady di ferro” era considerata un leader di livello internazionale anche dai suoi (tanti) oppositori. Liz Truss, invece, sembra persona piuttosto modesta da ogni punto di vista, e i suoi richiami alla Thatcher paiono immotivati.
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28 Agosto 2022