Granma ha parlato con il portavoce della cancelleria della Cina, Lu Kang, per conoscere la posizione cinese di fronte alla decisione della Casa Bianca di vendere missili e carri armati all’Isola asiatica di Taiwán
La notizia che gli USA hanno approvato la vendita di missili e carri armati all’Isola di Taiwan, per un valore di più di de 2.200 milioni di dollari, non sorprende nessuno. È un fatto comune che quando le tensioni commerciali tra le due prime potenze del mondo sembrano giungere alla fine, il governo di Donald Trump prende una nuova misura per evitarlo.
Washington, che ha rotto le relazioni diplomatiche con Taiwán nel 1979 per riconoscere il Governo di Pechino come unico rappresentante della Cina, continua ad essere senza dubbio il più poderoso alleato dell’Isola e il suo principale fornitore di armi.
«Questa non è altro che un’azione politica contro la Cina» ha assicurato a Granma il portavoce del ministero dei Temi Esteri della Cina , Lu Kang.
Il Governo statunitense ha detto che la vendita delle armi, che comprende 108 carri armati Abrams M1A2T e 250 missili Stinge, è parte di un accordo che, si presume «non altererà gli equilibri militari di base nella regione».
Ma «La Cina si oppone fermamente alla vendita di armi degli Stati Uniti a Taiwán e al suo contatto militare con la l’Isola», ha chiarito Lu Kang.
Il grande paese asiatico considera come parte del suo territorio l’isola di Taiwán, che non è riconosciuta come uno Stato indipendente dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Questa non è la prima volta che gli USA autorizzano la vendita di armi a qsuat’isola , per più di 15.000 milioni di dollari.
«Questo è sempre stato un tema sensibile tra le due nazioni e sempre, quando il governo statunitense realizza un contatto ufficiale con Taiwán, le relazioni Tra gli USA e la nazione asiática si debilitano», ha riconosciuto il portavoce della Cancelleria.
Per Lu Kang, la vendita di armi a Taiwán va contro i principi di una sola Cina e questo è il fondamento politico difeso dalla sua nazione.
«La nostra posizione non è negoziabile perchè la semplice idea di uno scontro militare dell’isola contro la Cina è assurda e per questo la decisione degli USA non ha altro fine che quello politico».
«È imprescindibile che gli Stati Uniti evitino di prendere decisioni che continuino a danneggiare le relazioni tra i due paesi », ha concluso Lu Kang.
(GM – Granma Int.)