di Raffaele Simonetti
Svegliati, Europa
Con un richiamo di spalla in prima pagina, Repubblica di sabato 25 ottobre ha ospitato un delirante articolo di George Soros intitolato: “SALVIAMO L’UCRAINA DEI RAGAZZI.”
Chi frequenta questo sito come anche chi ha capito da altre fonti, e oramai ce ne sono parecchie e insospettabili, che la propaganda dei mezzi d’informazione sull’Ucraina quando non falsa nasconde molte cose, non avrà difficoltà a constatarlo cliccando sul riferimento e leggendo il pdf.
Immagini di militari con la svastica sull’elmetto si sono viste anche sui telegiornali della Rai.
Già il fatto che il secondo quotidiano nazionale, tendente ad apparire liberal e democratico, dia spazio allo speculatore che ha condotto (con successo) l’attacco alla lira e alla sterlina nel settembre del 1992 per intervenire sulla questione dell’Ucraina e consigliare, non si capisce a che titolo, l’Europa su cosa fare (la guerra) è scioccante, e dà l’idea della subalternità quanto meno di Repubblica, dato che non pare che altre testate ne abbiano riferito.
Sulla stampa estera l’intervento di Soros non è passato inosservato, ma ne hanno riferito il giorno stesso dei giornalisti e non ripreso pedissequamente: sul Guardian George Soros: Russia poses existential threat to Europe, su Le Monde Ukraine : «L’Europe est indirectement en guerre»; LA TRIBUNE, il secondo quotidiano economico francese, anziché parlare dell’intervento ha preferito intervistarlo: Le plan de George Soros pour sauver l’Europe.
Ma in realtà, solo scavando un po’, si trova che la faccenda è anche più sporca.
L’articolo, come detto in calce, è una traduzione e agevolmente si risale all’articolo apparso sul New York Times del 23 ottobre: Wake Up, Europe, cioè: “Svegliati, Europa”, che è il titolo del suo ultimo libro che uscirà sulla New York Review of Books e che recentemente ha presentando a Bruxelles.
Come si vede il titolo è completamente differente, ma anche il contenuto differisce alquanto dall’originale: in particolare su un “dettaglio” di non poco conto che Repubblica ha pudicamente omesso mentre questa breve ANSA, ripresa dal sito di Borsa Italiana, ha evidenziato già dal titolo.
Ucraina: George Soros esorta Ue e Fmi a prestare 20 mld $ a Kiev
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 23 ott – Il miliardario americano George Soros ha esortato l’Ue e il Fmi a prestare 20 miliardi di dollari all’Ucraina, ritenendola una risposta alla sfida della Russia “ai principi e valori sui quali e’ fondata l’Unione europea”. Le azioni di Mosca in Ucraina, con l’annessione della penisola di Crimea e il sostegno militare ai ribelli separatisti nell’Est del paese, rappresentano “una sfida all’esistenza stessa dell’Europa” ha affermato Soros nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles. “Il problema e’ che ne’ i leader europei, ne’ la popolazione comprendono pienamente le implicazione di questa sfida” secondo il miliardario che ha chiesto massicci aiuti per Kiev. Dei negoziati sono in corso fra l’Ucraina e la Russia che ha tagliato le forniture di gas in giugno a fronte dei mancati pagamenti.
Tmm
(RADIOCOR) 23-10-14 18:07:31 (0640)ENE 3 NNNN
L’intervento di Soros, decodificato
Il giorno stesso dell’uscita sul New York Times ha provveduto a decodificarlo e ironizzare, sul sito Zero Hedge, Tyler Durden in: George Soros Slams Putin, Warns Of “Existential Threat” From Russia, Demands $20 Billion From IMF In “Russia War Effort”.
Come spiegato nella Wikipedia in inglese relativa al sito Zero Hedge, Tyler Durden è un nome collettivo usato da un gruppo di redattori, preso dall’omonimo personaggio della novella e del film Fight Club.
Articoli a firma Tyler Durden sono stati spesso ripresi dall’autorevole sito Global Research, da cui il sito resistenze.org nel marzo scorso ha tradotto l’articolo: Il prezzo della “liberazione” dell’Ucraina è stato il trasferimento del suo oro alla Fed?.
Di seguito la traduzione dell’articolo.
George Soros attacca Putin, ammonisce sulla “minaccia esistenziale” da parte della Russia, chiede 20 miliardi di dollari al FMI per lo “sforzo bellico in Russia”
di Tyler Durden
Se perfino George Soros inizia a preoccuparsi e a scrivere editoriali, allora veramente Putin sta vincendo.
Di seguito i punti principali di quello che il fondatore di Open Society ha da dire sulla minaccia “esistenziale” russa nell’editoriale appena pubblicato:
L’Europa si trova ad affrontare la minaccia che la Russia pone alla sua stessa esistenza. Né i leader né i cittadini europei sono pienamente consapevoli di questo stato di cose e non sanno come affrontarlo. Attribuisco questo principalmente al fatto che l’Unione Europea in generale e l’eurozona in particolare hanno smarrito la strada dopo la crisi finanziaria del 2008.
E scaldandosi:
[L’Europa] non riesce a riconoscere che l’attacco russo all’Ucraina è un attacco indiretto all’Unione Europea ed ai suoi principi di governance. Dovrebbe essere palesemente fuori luogo che un Paese, o un’associazione di Paesi, in guerra, pratichi una politica di austerità finanziaria come continua a fare l’Unione Europea.E scaldandosi ancora di più:
Tutte le risorse disponibili dovrebbero essere utilizzate per lo sforzo bellico, pur con la conseguenza di una rapida crescita dei deficit di bilancio.
E infine bollente:
[Il FMI] deve fornire un’immediata iniezione di liquidità di almeno 20 miliardi di dollari, con la promessa di aumentarli se richiesto. I partner dell’Ucraina devono fornire ulteriori finanziamenti condizionati all’attuazione del programma sostenuto dal FMI, a proprio rischio, in linea con le pratiche abituali.
Ecco il punto: l'”esistenziale” minaccia bellica russa è, per Soros, nient’altro che una scusa per mettere fine al tentativo di austerità (ma non fate vedere a Soros i recenti livelli da record di indebitamento dell’Europa), e tornare ai suoi livelli di spesa sfrenati.
Paradossalmente, questo è esattamente quello che abbiamo detto sarebbe accaduto, solo che i neo-con globali speravano che la guerra civile ucraina sarebbe diventata una guerra totale tra Russia e Ucraina, scatenando quindi la “spesa per la prosperità” dei Soros del mondo [“spend your way to prosperity” è un’espressione usata dal presidente Herbert Hoover nel 1936 e da Ronal Reagan nel 1976 per dire che il governo non può raggiungere la prosperità creando debito pubblico, ndt]. Per ora questo piano è fallito ed è per questo che è entrato in scena l’ISIS.
Ma non fa mai male provarci, eh George. E una cosa che non è detta è che quelli che ci guadagnerebbero di più da quest’ultima frenesia di spesa sarebbero ovviamente, avete indovinato, i miliardari come George Soros.
23 ottobre 2014
Assente il pudore, ma non la logica
Che Soros e il suo Open Society Institute siano dietro le “rivoluzioni colorate” (Colour revolution) è ben noto e quasi rivendicato ed esibito; è stato associato almeno a proposito di Otpor in Jugoslavia, la Rivoluzione delle Rose in Georgia, quella arancione in Ucraina, quella dei tulipani in Kirghizistan e quella dei cedri in Libano.
La sua vocazione bellicosa quindi non deve sorprendere, ma piuttosto il fatto che la manifesti dalle colonne di Repubblica.
Quali potenti forze esterne possono aver agito sul capo-redattore, sul direttore Ezio Mauro e probabilmente anche più in alto per indurre alla pubblicazione di un articolo guerrafondaio che inneggia ai fascisti e ai nazisti di Kiev di cui perfino la Rai ha mostrato indossare elmetti con la svastica o altri simboli nazisti?
Probabilmente nessuna, dal momento che queste forze sono chiaramente e fortemente presenti nel Dna dell’azienda !
È un dato di fatto che Carlo De Benedetti è nel Consiglio d’Amministrazione della Banca Rothschild francese e sono ampiamente noti gli storici legami tra i Rothschild e Soros: ne diceva l’informatissimo sito MoviSol in questo articolo del febbraio 1997 Come i Rothschild controllano il Quantum Fund e lo ribadiva in quest’altro del 20 gennaio 2009: PD: “D” come Democratico o “D” come De Benedetti?, che ha addirittura un capitolo intitolato: Il Partito Democratico deve respingere l’influenza di Soros e De Benedetti , dopo aver in precedenza affermato, tra l’altro, che:
Essa, con particolare riferimento al legame che lega la casata bancaria dei Rothschild allo speculatore George Soros, si muove in Italia con il proprio primario rappresentante, l’ing. Carlo De Benedetti, per completare quel disegno di finanziarizzazione dell’intera economia italiana avviato in Italia nel 1992.
Quanto alla posizione dei Rothschild rispetto alle guerre dovrebbe togliere ogni dubbio questa dichiarazione di Amschel Mayer Rothschild riportata nell’illuminante articolo di Mauro Meggiolaro, su il Fatto Quotidiano del 19 novembre 2010: I baroni Rothschild tra carbone e eco-chic.
“La nostra politica è quella di fomentare le guerre (…) dirette in modo tale che entrambi gli schieramenti sprofondino sempre più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere“, aveva dichiarato il capostipite della famiglia Amschel Mayer Rothschild nel 1773. Oggi sembra che le cose per gli eredi non funzionino in modo molto diverso.
La libertà è una bella cosa e così pure la libertà di stampa. Usare la libertà di stampa per promuovere la guerra e/o interessi economici di un’élite non lo è affatto.
Perché quindi non avvalersi della libertà di non acquistare Repubblica ?