Saremmo curiosi di sapere se i vari attori in causa fossero a conoscenza del terribile commercio di morte verso un paese che non ci ha mai minacciato?
Vorremmo sapere, anche, se la ditta sarda sia a conoscenza che le bombe prodotte con lo stesso numero identificativo (e dimostrato nei filmati della trasmissione le Iene), possono dare adito a sottostimate fatturazioni rispetto alla produzione reale, ingenerando il dubbio di una probabile evasione/elusione fiscale?
MOWA
Sotto accusa la fabbrica sarda Rwm, a sua volta controllata dalla tedesca Rheinmentall
Dopo il servizio del New York Times che ha collegato la fabbrica di bombe della Rwm di Domusnovas, nel Sulcis Iglesiente, alle munizioni sparate in Yemen, il Comitato per la riconversione Rwm ha presentato un esposto alle procure di Cagliari, Brescia e Roma, per “dare nuovo impulso alle indagini ed eventualmente avviarne altre per fare luce in maniera inequivocabile su tutta questa faccenda che getta pesanti ombre sul nostro paese, le sue istituzioni e le sue imprese produttive».
La fabbrica, controllata dalla tedesca Rheinmetall, e secondo il comitato “non si può lasciare sulle spalle dei lavoratori della ditta Rwm Italia spa la responsabilità di quanto è stato appurato”. Chiamati ad esprimersi anche Confindustria e sindacati. «Ricordiamo a quei Sindacati che finora non si sono espressi a favore di una riconversione dello stabilimento, che il loro ruolo non è di difendere una fabbrica ma piuttosto di tutelare i lavoratori dall’inganno della Difesa nazionale e dal perseguimento del profitto mediante produzioni che offendono i diritti dell’uomo e fatte in barba ai principi costituzionali». «E non dimentichiamo – incalza il Comitato – il valore che avrebbe un pronunciamento chiaro della Confindustria che crediamo non possa essere identificata con coloro i quali si tappano il naso e chiudono entrambi gli occhi di fronte all’evidenza e continuano a difendere una produzione inaccettabile dal punto di vista etico e da quello del diritto».
1 gennaio 2018