Cari compagni
Mommorosso comunista mi ha segnalato questa brutta notizia: la morte del compagno Giorgio Vecchiani.
Credo sia doveroso partecipare sabato al funerale del compagno partigiano comunista.
Portando, se possibile, le nostre bandiere.
Oggi, venerdì, andremo a porgergli un ultimo saluto.
Fate girare il ricordo, che mi ha segnalato Mommorosso comunista, del compagno Giorgio fatto dal Tirreno, e il video mi sembrano ben fatti.
Morto Vecchiani, storico presidente dell’Anpi
Partigiano e antifascista, è stato consigliere e assessore del Pci e amministratore Asl
PISA. E’ morto alle 14,30 di giovedì 7 maggio all’ospedale Santa Chiara Giorgio Vecchiani, 89 anni, storico presidente dell’Anpi.
Antifascista, partigiano, presidente Anpi Pisa, terminate le scuole medie, Giorgio Vecchiani entra come avventizio archivista alla Prefettura di Pisa e, nello stesso periodo, conosce e frequenta alcuni studenti universitari e giovani antifascisti della sua città, anche attraverso i contatti stabiliti dal fratello maggiore Bruno. L’opposizione al regime si concretizza in questa fase in azioni di disturbo come la falsificazione di documenti per i ricercati, la diffusione di volantini, le scritte inneggianti alla pace dipinte sui muri, il sabotaggio degli orti di guerra intitolati ai gerarchi fascisti, con le targhe loro dedicate divelte e gettate in Arno. A giugno del 1944, col nome di battaglia “Il Lungo”, Giorgio entra nella Resistenza con la formazione “Nevidio Casarosa”, distaccamento della 23ª Brigata Garibaldi, di base sul Monte Faeta. Sotto il comando di Ilio Cecchini prende parte a numerose azioni contro pattuglie tedesche e militari repubblichini e a scontri a fuoco per impedire rappresaglie e razzie degli occupanti. Il 2 settembre ’44 Pisa è liberata. Vecchiani si iscrive al PCI dove inizia a svolgere un’intensa attività a livello provinciale.
Assunto all’Ente comunale di assistenza di Pisa, dal ’45 al ’47 è distaccato con funzioni di segretario all’Alto Commissariato per le sanzioni contro il fascismo. Nel 1951 è nominato direttore di un campo profughi per i superstiti dell’alluvione del Polesine e l’anno dopo, iniziati i processi ai partigiani, è tra i promotori del Comitato di Solidarietà Democratica di cui diviene membro nazionale sotto la presidenza del Senatore Umberto Terracini. Nella sua città, sempre in rappresentanza del partito comunista, Vecchiani è successivamente consigliere provinciale (1963-’65), componente della giunta (1966-’74) e nel Consiglio di amministrazione degli Ospedali Riuniti di Santa Chiara e della USL12. Dal 1985 si dedica al reinserimento dei detenuti nella società e nel mondo del lavoro, prima come presidente dell’associazione di volontariato Pubblica Assistenza di Pisa, poi come fondatore e direttore della cooperativa sociale Don Bosco. Nell’Anpi, Giorgio è eletto Presidente del comitato provinciale (’99) e, nel 2001, Consigliere Nazionale. Nel 2007 arriva la nomina a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. La sua testimonianza sulla Resistenza è raccolta nel volume “Io sono l’ultimo” (Einaudi, 2012) e nel film documentario “La Memoria degli Ultimi”.
Ecco il ricordo dell’assessore alla Scuola, Marilù Chiofalo: Giorgio se ne è andato mentre insieme a due studenti di scuola e università presentavamo gli eventi per la settimana della legalità, mentre dicevo che esiste un’Italia altra da quella rappresentata dai Mattia e i più recenti fatti di Milano, fatta di giovani che prendono in mano il loro destino, decidono di spendere tempo della loro vita per entrare nel merito delle questioni, analizzarle con spirito fermo e critico, decisi anche a cambiare le regole che non funzionano, ma sapendo stare, dentro quelle regole. Penso che Giorgio sarebbe stato orgoglioso di questi giovani, ai quali molto ha dato e molto ha chiesto. Con il suo fare diretto e cristallino, chiaro e “senza tanti discorsi” come amava dire. Lui sarebbe stato orgoglioso. Il Giorgio partigiano, nel senso che ha semplicemente preso le “parti” della Costituzione, e che dell’impegno civile ha fatto un esercizio quotidiano e autorevole facendola camminare come chiedeva Piero Calamandrei in quel discorso che così tante volte abbiamo ascoltato insieme. Il Giorgio che ad un certo punto, qualche anno fa, ha intrapreso l’opera scientifica di creare le condizioni perché nascesse il gruppo giovani dell’ANPI, in modo studiato per preparare per tempo il passaggio di consegne. Giorgio ha preparato questo passaggio e ci ha preparato. Ma mai come oggi mi sentita impreparata: a non poter più discutere con lui, ascoltare i suoi racconti e le sue considerazioni sui fatti attuali, condividere amicizia e affetto. Giorgio rimane un riferimento di vita e modello di ruolo, la rappresentazione di una generazione che anche a me ha consegnato un Paese libero, libero persino di vivere così tante contraddizioni, la generazione di chi a meno di vent’anni non esitava a scagliate la propria vita contro la pervasiva piccolezza morale e materiale del fascismo, una generazione che non ho avuto la fortuna di conoscere da piccola nella mia terra di origine e che qui, nella mia terra di adozione, ho potuto incontrare e che mi ha accompagnato mentre riaccendevo impegno e passione civile, al servizio della comunità”. Venerdì 8 maggio, a partire dalle 14, la salma sarà esposta alla Pubblica Assistenza dove sabato 9 maggio alle 15,30 ci sarà il rito funebre in forma civile.
07 maggio 2015