di MOWA
«È sbagliato raccontare le favole ai bambini per ingannarli, bisogna raccontarle ai grandi per consolarli.» (Concetto Marchesi)
Come iniziare a raccontare, in poche battute, la vita di una persona delle istituzioni i cui unici propositi sono stati quelli di apparire ad ogni costo, con l’imperativo categorico: lasciare quell’impronta di sé sui libri di Storia?
Per qualsiasi persona, si dovrebbe iniziare dall’infanzia, dagli affetti paterni, ma in questo caso questi non furono tra i più idilliaci, anzi. E questo, per quella persona, forse (ed è solo una congettura da racconto) può aver contribuito a farla diventare, da adulto, un autoritario soggetto e, pedagocicamente, refrattario alla disciplina, oltre creargli una confusione rivoluzionaria, un fuoco nell’autoaffermazione di sé, destinato a perdurare per tutta la vita.
Qualcosa, però, caratterizzava maggiormente, in modo negativo, quella persona ed era l’egoismo, il disprezzo verso gli altri e la volontà di distruggere gli avversari. Alcuni tratti si possono riscontrare nel libro autobiografico in cui parla, non per un immaginario pubblico ma per sé stessi, con il desiderio di rivivere i passaggi essenziali dell’esistenza. La rievocazione di una irrequieta e manesca monellitudine, portata più alla sopraffazione che all’accettazione di ingiustizie.
L’ottenimento del diploma, preparò quella persona a gettarsi per le vie del mondo emancipandosi dalla famiglia anche sul piano economico. La sua immagine di un “capo” come genio innato, destinato a durare nel tempo, venne plasmata e riproposta sino alla noia al seguito del suo partito. Si tralasciano gli epiteti verso altri politici che circolavano tra i pochi seguaci fedeli.
Caratteristica principale, quindi, di questa persona è stata lo scrivere di sé romanzando la realtà; alterando le vittorie sociali con fini bellamente di comando.
L’autocelebrazione delle proprie idee riverbera nell’entusiastica fiducia che ripone in sé ondeggiando tra lo spirito antisistema e l’irrefrenabile spirito vitalistico con l’autocommiserazione, il vittimismo, la stanchezza e la sfiducia in tutto e in tutti presentandosi, dunque, quale vittima di oscuri complotti.
La guerra agli “Imperi del male”, per questa persona, sono un evento rivoluzionario, in discontinuità tra pacifismo e interventismo, e hanno come destinatario politico il sovvertimento delle autocrazie europee… Sono, infatti, discontinue le risposte che appaiono sui media verso le vicende belliche da civettare quando si trova nel pieno del ciclone utilizzando slanci deamicisiani che postulano un afflato nazionalista e un interclassismo tutta da dimostrare.
Si rimarrà sorpresi nel constatare strabilianti similitudini tra quanto descritto sopra di diversi politici odierni e politici del passato come descritto nel libro di Mimmo Franzinelli “Mussolini racconta Mussolini”, a questo autore si deve tanto ringraziamento e bisogna veramente constatare che studiare la Storia è un atto dovuto se non si vogliono commettere gli stessi, tragici, errori.
Foto di MOWA


05 Ago 2025
Posted by Iskra
