di MOWA
«Una democrazia cessa di essere democrazia se i suoi cittadini non partecipano al suo governo. Per partecipare in modo intelligente, devono sapere quello che il loro governo ha fatto, sta facendo e prevede di fare. Ogni volta che qualsiasi ostacolo, non importa quale sia il suo nome, si frappone a queste informazioni, una democrazia è indebolita, e il suo fututo è in pericolo.» (Walter Leland Cronkite Jr.)
Questo paese è in mano a cariche pubbliche istituzionali a dir poco anomale. Talune figure che ricoprono quei ruoli sono arrivate, addirittura, a tutelare gli “amici”. Un esempio? Quell’“amico” che, condannato in via definitiva a tre anni e otto mesi per i fatti del G8 di Genova del 2001 [1] con interdizione ai pubblici uffici per cinque anni, è diventato il nuovo questore di Monza, quindi riabilitazione totale e premio per quanto fatto.
Di questo e di altro, qualche giorno fa, nel suo intervento al Senato della Repubblica, ha parlato il senatore Roberto Maria Ferdinando Scarpinato quando ha detto che questo Governo garantisce l’impunità ai condannati a lui vicini e che (ad evidente conferma) ha fatto passare una legge liberticida come quella sulla “Sicurezza”. [2]
Nell’allarmato ed accorato intervento, del senatore, era evidente tutta la preoccupazione per l’intento eversivo da parte di alcune figure istituzionali che vorrebbero (e lo stanno realizzando) soffocare quella democrazia manifestata dai valori costituzionali patrimonio e difesa di tutti icittadini.
D’altronde, se a tutt’oggi, quest’Esecutivo non ha voluto chiarire nulla al Parlamento, quale organo di rappresentanza del popolo, circa i vari misteriosi episodi di spionaggio illegali avvenuti nei confronti di giornalisti e altri, con Paragon [3] fino ad arrivare, ora, a promuovere fidati custodi della violenza ingiustificata e condannata (persino, in sede europea) come sostenuto dal senatore Scarpinato, qualche campanello d’allarme dovrebbe scattare negli italiani proprio a fronte, anche, del recente volo di Stato che ha ricondotto in patria il ricercato dalla Corte Penale Internazionale (CPI), criminale, stupratore, torturatore libico Usāma al-Maṣrī Nağīm.
Quanto accaduto non può in alcun modo essere considerato una distrazione. Le distrazioni sono altro, un punto sbagliato, una virgola fuori posto ( e già questa potrebbe cambiare il senso di una frase) oppure, l’aver fatto un refuso nella numerazione in un testo di legge ma, non certamente liberare un ricercato, questa azione riassume una volontà politica precisa proprio come ha dichiarato, giustamente, il predetto senatore Scarpinato.
Gli abitanti di questo Paese non meritano assolutamente questa ennesima umiliazione internazionale, causata sia dal non rispetto da parte dei suoi politici, della dirittura morale che dovrebbe essere ineccepibile da parte di chi siede nei posti chiave delle Istituzioni (come previsto nella Carta costituzionale) che dallo stravolgimento di leggi, che dovrebbero essere consolidate, atte a condannare soprusi, abusi, indecorosità… il tutto per stretti interessi di bottega di alcuni “scappati di casa” che, invece, in questo modo si sentono in “diritto” di poter agire come vogliono in nome del ripetuto mantra “perché ci hanno votato gli italiani” che non corrisponde affatto al diritto di arrogarsi la licenza di sconfinare nell’illecito proprio contro quella Costituzione e le sue leggi scritte dal 1945 in poi a difesa di tutti noi, della nostra libertà per uno sviluppo ed una convivenza in una terra di pace dove le dittature non dovrebbero più esistere come, invece, molti nostalgici vorrebbero .
NOTE:
[2] Scarpinato: “Filippo Ferri promosso a questore di Monza…”
[3] Spyware, rissa tra Paragon e i servizi italiani https://ilmanifesto.it/spyware-rissa-tra-paragon-e-i-servizi-italiani