di MOWA
«[…] in tempi in cui la canaglia veste come i principi, credo che questi diano prova di buon gusto vestendosi, per distinguersi, come la canaglia.» (Alexandre Dumas -padre)
Non è ancora terminata, stante le cronache giudiziarie, la bufera sulle dimissioni richieste dall’opposizione all’attuale Ministra del turismo e importante dirigente di Fratelli d’Italia, Daniela Garnero-Santanché, per il rinvio a giudizio per “falso in bilancio” oltre l’accusa di “bancarotta fraudolenta e truffa aggravata” [1], che arriva l’ennesima tegola sulla testa del Governo Meloni tanto da essere richiamati, addirittura, dalla Corte penale internazionale [2] al dovere di collaborare pienamente nell’arresto del generale libico Osama Elmasry Njeem, [3] infatti si confidava in un suo rapido trasferimento all’Aja per i crimini a lui ascritti come torture, stupri, tratta di esseri umani… Invece, “per un cavillo” [4] … Quella stessa Corte penale internazionale che, pochi anni fa (2022), si era congratulata per la collaborazione con gli investigatori per aver portato a termine l’operazione di “estradizione dall’Etiopia all’Italia di un cittadino eritreo ricercato dall’Italia per tratta di esseri umani attraverso la Libia”. [5]
Scandaloso il comportamento del Governo Meloni che ha riportato in Libia, addirittura con un aereo dei servizi (AISE), quel criminale, tra l’altro quali sono i vari Ministri coinvolti? Costoro dovranno chiarire in Parlamento come, tutto ciò sia stato possibile.
E, quanti potrebbero essere i ministri coinvolti, visto che nella pagina ufficiale del servizio AISE recita così :
«L’AISE puo’ svolgere operazioni sul territorio nazionale soltanto in collaborazione con l’AISI, quando tali operazioni siano strettamente connesse ad attività che la stessa AISE svolge all’estero. A tal fine il direttore generale del DIS provvede ad assicurare le necessarie forme di coordinamento e di raccordo informativo, anche al fine di evitare sovrapposizioni funzionali o territoriali.» [6]
Una risposta agli italiani da parte di questo Governo deve essere data. Altrimenti tutti a casa e si torni alle urne,
E’ vero che il paese Italia ha, purtroppo, un curriculum di eccessi e abusi sulla democrazia come ha ricordato bene l’avvocato Fabio Repici (legale di diversi familiari delle vittime di mafia) nella presentazione del libro «La strategia parallela: “Il potere di oggi è fatto anche degli effetti dei crimini di ieri“» [7] che sostiene: ”Dal governo nessuna parola su Cavallini, condannato per la strage di Bologna”.
E, secondo l’avvocato, non fu pronunciata una sillaba su quel caso specifico e rivelatore dell’intreccio tra ieri ed oggi, testuale:
«“è un fatto rilevantissimo per tanti motivi”. “Basti segnalare che, da un lato, Gilberto Cavallini è la proiezione di quegli stessi gruppi criminali neofascisti protagonisti della prima fase della strategia della tensione, dalle bombe di Piazza Fontana in poi, nel 1969 e negli anni ’70. Gilberto Cavallini è il frutto malato di quelle generazioni, ma è anche un soggetto che aveva relazioni con apparati che, a un certo punto, quando furono scoperti, vennero chiamati ‘anello’ o ‘noto servizio’, cioè apparati deviati in connessione con soggetti istituzionali”.»
Inoltre, nel commentare, Repici, il giorno della sentenza per la strage di Bologna aggiungeva:
«“mi permetto di dire che è stata una bella giornata per la nostra democrazia e io ho gioito insieme ai familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna e all’associazione rappresentata dal presidente Paolo Bolognesi”. “Ma ci sono state reazioni? Dal mondo del governo non c’è stata una parola”. “E vi spiego perché non c’è stata una parola”»[8]
E, riguardo all’atteggiamento reticente l’avvocato Repici faceva affermazioni pesanti rispetto ad alcune figure politiche attuali che, al momento, nessuno ha smentito o sbugiardato:
«“Era l’anno 2014, non un secolo fa, e l’attuale Presidente del Consiglio partecipava a manifestazioni innocentiste degli stragisti, Luigi Ciavardini (anche lui condannato per la bomba del 2 agosto 1980, ndr), per dirne uno. Lo stesso, la cui immagine è immortalata con il braccio al quale si avvinghia l’attuale Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. E allora, qual è il motivo per cui non ci sono reazioni?”[…] “Il motivo è che, grazie a quella strategia parallela, il potere di oggi è fatto anche degli effetti dei crimini di ieri. Non crediate che siano eccessive le mie parole. Come voi tutti sapete, uno dei più brillanti esponenti della compagine governativa si chiama Francesco Lollobrigida, ministro di qualcosa, non so se lui lo sappia. Fino a poco tempo fa aveva un portavoce che si è dovuto dimettere per ignominia. Questo portavoce si chiama Paolo Signorelli, omonimo del nonno Paolo Signorelli, condannato in quanto appartenente a un’organizzazione eversiva neofascista. Paolo Signorelli Junior, portavoce del ministro della Repubblica, scriveva dei messaggi a un signore che è morto male. Lo chiamavano ‘Diabolik’, che era il capo della tifoseria del Lazio”. Fabio Repici ha proseguito leggendo alcuni di questi messaggi intercettati. “‘Onore a nonno’, cioè Paolo Signorelli Senior“. E poi “Tuti”, “MarioTuti, assassino anche di due poliziotti che andarono a fare una perquisizione a casa sua”, ha ricordato il relatore. E ancora ‘Concutelli’, “Pierluigi Concutelli, la persona che sparò al magistrato Vittorio Occorsio il 10 luglio 1976”. “Giusva’ (Fioravanti, ndr), Ciavardini, eccetera”. “In questi anni, il portavoce di un ministro della Repubblica onorava gli stragisti che hanno ucciso inermi cittadini che, il sabato 2 agosto del 1980, stavano partendo per le vacanze o stavano tornando dalle vacanze. E allora capiamo – ha concluso – per quale motivo non ci sono reazioni”.» [8]
Parole pesanti, quelle dell’avvocato Fabio Repici, ma che potrebbero essere una, probabile, chiave di lettura sulla perniciosa simpatia di questa maggioranza per alcuni atteggiamenti violenti espletati da taluni componenti delle Forze dell’ordine che bene non fanno a chi, invece, è ligio alle leggi ed alla Costituzione, ma, che, invece viene danneggiato proprio nell’immagine pubblica, quella con cui si presentano a tutti i cittadini .
Esempi di personale in divisa con idee autoritarie di destra, e non inclini al rispetto delle leggi,[9][10] non sono una novità di oggi, ma lo Stato (super partes) dovrebbe dimostrarsi più democratico dando segnali di trasparenza, equilibrio ed equidistanza negli atti pubblici.
NOTE:
[1] https://www.ilpost.it/2025/01/18/daniela-santanche-vicende-giudiziarie-processo-rinvio-a-giudizio/
[6] https://www.sicurezzanazionale.gov.it/chi-siamo/organizzazione/aise
[7] https://youtu.be/rIcEVB38O00
Foto MOWA