di MOWA
«La cattiveria è degli sciocchi, di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno.» (Alda Merini)
Dopo la felicità di aver appreso la bella notizia, di quanto operato oggi dalle forze dell’ordine arrivano le riflessioni.
Qualcosa sembra non tornare nell’arresto di Matteo Messina Denaro, uno dei mafiosi più ricercati degli ultimi trent’anni.
Prima cosa: viene arrestato nella sua Sicilia, a Palermo, stava lì? E’ sempre stato lì?.
Seconda cosa: esce dalla clinica privata (dove, pare, avesse fatto sovente visite di controllo), viene caricato su un furgone anonimo delle forze dell’ordine, dalle immagini trasmesse ai polsi non ha le manette.[1]
Terza cosa (e, forse, la più scabrosa): si richiama un video comparso comparso su “la7” prima di Natale, più precisamente il 5 novembre 2022, con un’intervista a tal Baiardo (collegato ai fratelli Graviano) che dice:
«L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo” e sul nuovo governo: “Che arrivi un regalino?…Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?” e sulla trattativa Stato-mafia: ”Non è mai finita.» [2]
Che il mafioso, durante l’arresto di oggi, sia malato lo si può percepire dalle immagini anche se non si può capirne la gravità. Il rischio (o forse anche la beffa) è che la collettività ora si accolli le sue cure.
Quarta cosa: a breve ci sarà un incontro per decidere dell’egastolo ostativo che, in concreto, significa:
«Con l’espressione “ergastolo ostativo” si fa riferimento ai casi in cui il “tipo” di delitto per il quale è stata inflitta condanna alla pena dell’ergastolo (rientrando fra i c.d. delitti di contesto mafioso), osta alla concessione delle misure alternative alla detenzione (lavoro all’esterno e semilibertà) nonché alla concessione dei benefici penitenziari (salvo la liberazione anticipata e, dopo la sentenza n. 253 del 2019, i permessi premio) e, in particolare, osta alla concessione dello specifico beneficio della liberazione condizionale, ove il soggetto non collabori utilmente con la giustizia (ancorché abbia già scontato ventisei anni di carcere anche grazie a provvedimenti di liberazione anticipata).» [3]
Qualcuno aveva posto qualche perplessità sulla costituzionalità:
«Per questo la Corte costituzionale aveva deciso di concedere un anno di tempo al Parlamento per approvare una nuova legge, che fosse in linea con il dettato della Carta. Il Parlamento non è intervenuto in tal senso ma dall’altra anche la Corte Costituzionale, lo scorso novembre, aveva rimandato la palla ai tribunali ordinari, in attesa di una legge. Norma che è appunto arrivata due settimane fa circa. Ci sarà ora da capire se la legge sarà applicabile o meno dai giudici e se qualcun altro solleverà il dubbio sulla costituzionalità della legge compresa del Dl Rave e, eventualmente, una nuova pronuncia delle toghe della Corte costituzionale.» [4]
Prende sempre più piede l’idea che, questa sembra essere, un’altra fase di quella famosa trattativa Stato-mafia dove la piovra del potere si è resa e si rende (?) disponibile, apparentemente, a sacrificare un proprio tentacolo con la consapevolezza della sua utilità per salvare e rigenerare tutto il resto del corpo.
Quest’arresto, potrebbe anche sembrare una machiavellica messinscena che appaga gli animi degli onesti ma, ancor prima, alleggerisce il fardello di quell’immorale conclave del malaffare che è disposta a tutto pur di stare a galla e agire indisturbata alla faccia dei nobili valori della giustizia.[5]
Una cosa, comunque, è certa, quest’arresto non ridarà vita e pace ad uno dei miei conoscenti, l’agente di polizia locale Alessandro Ferrari, perito, insieme ad altre 4 persone, nell’esplosione dell’auto in via Palestro a Milano il 27 luglio 1993.
NOTE
[1] https://www.la7.it/intanto/video/matteo-messina-denaro-il-video-dellarresto-16-01-2023-468089
[3] https://www.altalex.com/guide/ergastolo-ostativo-guida
[4] https://www.today.it/politica/ergastolo-ostativo-cos-e-come-funziona.html
[5] https://www.tp24.it/2021/11/22/antimafia/matteo-messina-denaro-mafia-massoneria/170983