di MOWA
«Meglio ripetere una verità già nota che cincischiarmi l’intelligenza con paradossi brillanti che fanno sorridere, ma non pensare.» (Antonio Gramsci)
Può far paura chi manifesta per la pace?
Può far paura sicuramente!
A chi guadagna cifre da capogiro con la vendita delle armi.
A chi pensa di perdere la sua posizione di dominio.
A chi teme di non poter più decidere sulla pelle degli altri.
La pace fa paura per il suo messaggio dirompente di conciliazione tra i popoli che credono fermamente nel valore della parola come veicolo tra persone perbene.
La pace è un sentimento profondo che richiede buona volontà.
La pace è vivere una vita serena…
La pace fa vergognare gli Stati belligeranti perché irrompe tra le persone, non ferisce nessuno e si avvale degli argomenti, con la logica e la razionalità ma, soprattutto, mette tutti alla pari senza un primo ed un secondo, la pace non umilia.
Il bisogno di pace dei popoli non è un’astrazione filosofica ma una necessità concreta, una speranza di futuro, voglia di vivere oltre e dare prospettive ai posteri, armonia con quanto ci circonda,
Chi ha desiderato e goduto la pace sino ad ora ha, anche, potuto veder crescere i frutti di quanto coltivato e sentito le risa, i canti, percepito gli umori… di chi gli è accanto e riconosciuto che si è un tutt’uno con gli altri.
Bisogna, finalmente, affermare che non sono le linee di demarcazione geografiche a comporre i popoli ma che sentimenti di solidarietà devono caratterizzare l’unione del genere umano su questo Pianeta e non fare il gioco di chi, per mero interesse, disconosce questo principio, promuove divisioni, istiga alla guerra.
Il “virus” della pace deve spingere le persone oneste a mettere nell’angolo un mainstream appiattito su posizioni autoritarie e figlio di una “democratura” mascherata di perbenismo sostituendolo con persone sinceramente democratiche che promuovano un percorso diplomatico che porti ad un immediato cessate il fuoco in ogni situazione di guerra attualmemte in atto.
Tutto può essere possibile, soprattutto, in nome e per conto delle nuove generazioni che hanno diritto di vivere in un mondo veramente in pace.
Foto di Lisa Fotios