di MOWA
«La logica ti conduce dalla a alla z. L’immaginazione ti condurrà ovunque» (Albert Einstein)
Siamo alle solite.
Le istituzioni si sono fermate, arenate davanti a fenomeni diversi ma, pur sempre, pericolosi come la manifestazione a Predappio di un paio di migliaia di dichiarati fascisti per ricordare la marcia su Roma,[1] o le minacce a tifosi allo stadio di San Siro da parte di “teppisti tifosi” che li hanno costretti ad abbandonare la curva Nord in solidarietà dell’equivoco pregiudicato ultrà ucciso [2] o, ancora, il raduno al rave-party di circa tremila persone. [3] Ma le istituzioni hanno fatto ancora di peggio, non hanno misurato la gravità sociale dei diversi fenomeni e sono rimaste indifferenti, non hanno mosso ciglio, in particolar modo nel primo caso, (benchè fossero in numero, decisamente inferiore a quelli del rave-party abusivo)quando hanno lasciato che si adunassero e rievocassero la dittatura di un Ventennio di soprusi che ha privato milioni di italiani della libertà e della democrazia.
Questo è dovuto, forse, come dicono diversi storici, al fatto che molte figure istituzionali (funzionari apicali in generale dello Stato e della polizia, dell’esercito, della magistratura, ecc.) sono state le meno sottoposte a una decisiva autocritica post-fascista che, invece, sarebbe stata necessaria per una autotutela democratica dopo la Liberazione del 25 aprile. Tant’è che, ancor oggi, non sono pochi i casi di manifesta approvazione della dittatura da parte di alcuni poliziotti che hanno anche diffuso sul web effigi o richiami al fascismo. [4]
Non si chiede di avere il pugno di ferro ma di far rispettare sia la Carta costituzionale che quelle leggi da cui derivano le prerogative antifasciste per il mantenimento della Repubblica italiana.
Non si possono accettare gli slalom lessicali dei simpatizzanti del fascismo sulla aleatoria pretesa di libertà d’opinione per giustificare manifestazioni come quella di Predappio, ascoltarli mentre affermano sia che, durante la stessa, non vi sono stati disordini, sia che tali manifestazioni ci sono state perchè autorizzate dalle autorità e utilizzare questa scusa per sospendere il giudizio negativo su cosa sia stato il fascismo e su chi avvalla quella cultura per poi vederli sfilare col braccio teso e sentirli cantare “faccetta nera” senza tener conto né della legge Scelba né della legge Mancino che lo vietano.
La cosa che dovrebbe preoccupare i democratici di questo paese è “ascoltare” il silenzio dell’attuale governo su Predappio mentre, invece, prende posizioni fantasiose per non riconoscere l’antifascismo anche con la presa di posizione della seconda carica dello Stato che afferma che non parteciperà alla festa della Liberazione del 25 aprile misconoscendo, in questo modo, tutto quanto rappresenta questa ricorrenza compresa la Costituzione su cui lo stesso ha giurato.
Lo sguardo del governo dovrebbe rimanere concentrato sulle sfide di natura sociale a cui dovrà ( sarà in grado di farlo?) dare risposte, tenendo presenti l’imminente stagflazione, l’occupazione e la tutela dei diritti civili, come evitare di rimanere senza energia e…, ma se l’intelaiatura dell’impianto sovrastrutturale continuerà ad essere deficitaria c’è il provato rischio che la scelta (come avvenuto in passato)ricadrà sulla repressione e sulla soppressione dei valori del confronto democratico.
E, giusto per far capire cosa comporti la rimozione della memoria e a cosa si potrebbe andare incontro, visti i continui voltafaccia di molti politici, basta citare un video del giornalista Scanzi girato solo due anni fa che sottolinea cosa diceva l’attuale presidente dei ministri.
E’ illuminante perchè indica quanto sia pericolosa la rimozione dei fatti o della loro collocazione temporale o la loro interpretazione che diventa ballerina a seconda delle situazioni o dell’interesse della premiata alle elezioni, figurarsi pensare, poi, a quanto accaduto ancora più in là nel tempo…
Ecco, dunque, la necessità di non calare mai la guardia su chi sono e da dove arrivano coloro che sono al governo, giusto per non fare la fine della rana nella pentola sul fuoco.
NOTE
Foto di cottonbro