di MOWA
«Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri.» (Gino Strada)
Siamo agli sgoccioli della tornata elettorale italiana e le previsioni non sono delle più rosee, anzi, i sondaggi prevedono che i reazionari avranno la meglio nei risultati a fronte di un sistema elettivo che doveva essere rifatto per evidente incostituzionalità e iniquità. Ma, se i politicanti odierni hanno ritenuto di non procedere alle modifiche è dovuto solo ed esclusivamente ad un cinico calcolo di convenienza personale a scapito della libertà dei cittadini di scegliere i loro candidati invece di vederseli paracadutati dalle segreterie di partito con l’evidente continuità del peggio del peggio del clientelismo di democristiana memoria.
Una modifica elettorale, quindi, che non solo peggiora l’assetto democratico istituzionale ma che vede realizzato (ulteriormente) un altro punto del programma piduista che voleva la riduzione dei parlamentari, un’altra picconata, dunque, alla nostra Costituzione, e probabilmente, quello che è alla base di questa modalità di votazioni, il peccato originale da cui si parte, uno schiaffo agli ultimi di questa terra che vedranno menomata la loro libertà di scelta.
Un peccato originale, quindi, che affonda le sue radici in quella spartizione del mondo voluta dai e tra i potenti che vedono negli ultimi solo una risorsa da mandare al fronte a combattere guerre non proprie e infarcendoli di fandonie, o schiavi e servi da sfruttare a proprio beneficio.
Di episodi di fanatismo ne è piena la storia, li abbiamo visti riemergere anche in questi ultimi anni dopo l’indottrinamento di fiumane di generazioni con miti campati sul niente come nel caso dei teorici del «nazionalismo ucraino integrale», continuatore della cultura dell’«uomo nuovo» di nietzschiana memoria, sostenuti da Dmytro Donstov solerte creatore del popolo d’élite. [1]
Quello stesso Donstov che sosterrebbe che il «nazionalismo ucraino» si caratterizza per l’«affermazione della volontà di vivere, di potenza e di espansione». L’esatto contrario della liberazione e dell’egualitarismo degli schiavi ottenuti con la Rivoluzione comunista d’Ottobre e, persino, di quelli universali della Rivoluzione francese.
Un finto nazionalismo che esprimerebbe, in realtà, la volontà di espansionismo (come nella mitologia scandinava delle Valchirie soldatesse del dio Odino) portata avanti da Stepan Bandera che era un agente della Gestapo che esprimeva i suoi adepti in tutta Europa senza escludere l’Italia. Nulla è casuale! Nel 2015, si votò, in Europa, la proposta degli ucraini Petro Poroschenko e del primo ministro Arseni Iatseniuk, di divieto dei simboli comunisti e nazisti mentre, nel contempo, si riabilitavano i simboli banderisti; sebbene Bandera fosse il responsabile dell’uccisione di 1,6 milioni di compatrioti.
Tralasciando per un attimo che quel nazionalismo ucraino si basa sul fanatismo che «rende invincibili i guerrieri» sotto lo slogan banderista «Gloria all’Ucraina!» o il fatto che alcuni dei loro discepoli, nel 2007, hanno costituito con gli jihadisti ceceni un fronte antirusso, si sta assistendo alla, probabilissima, stessa messinscena delle fosse comuni come avvennne, nel 1989, con il carnaio di Timisoara quando l’Occidentale cadde nella trappola della menzogna delle torture del regime di Ceausescu, mentre, in realtà, i cadaveri erano stati presi da un obitorio e poi avvolti nel filo di ferro. [2]
Indottrinamento di povere generazioni attraverso miti basati sul vuoto, persone che poi ritroviamo in situazioni apparentemente fuori dal contesto delle dispute politiche come avvenuto qualche giorno fa a Milano, in occasione della partita di calcio Milan- Dinamo Zagabria, quando «gli agenti avevano fermato 36 supporter croati armati di bastoni e coltelli» [3] che manifestavano facendo il saluto romano o inneggiando slogan nazisti, o vedere figure istituzionali fare il saluto romano al funerale di uno storico militante di estrema destra [4] o tanti altri episodi analoghi, [5] [6] che preannunciano un orizzonte per nulla tranquillo sul versante sociale, in cui ci si ritroverà a difendere la Costituzione nata dalla Resistenza al nazi-fascismo, una Costituzione per cui si deve ringraziare chi ha dato la vita per darci la possibilità di vivere in un Paese democratico, in opposizione a chi, invece, la vorrebbe cambiare e plasmare a propria somiglianza reazionaria, in un patetico deja-vu.
Tutto ciò, con la regia di quei servizi che non vogliono intrusi rispetto ai loro schifosi piani destabilizzanti, che arrivano a porre, anche oblio e censura delle informazioni come già avvenuto, e tenuto ben nascosto ad un pubblico ampio, ma svelato dal giornalista, Julian Assange, che ha avuto il solo torto di aver fatto un lavoro deontologicamente ineccepibile, risvegliando le coscienze di milioni di persone su cosa si celi dietro il viso sorridente dei potenti che mandano i figli degli ultimi a fare guerre sanguinarie, o quali siano gli interessi delle multinazionali che destabilizzano Stati, inquinano suolo e aria, delocalizzano posti di lavoro…
Un oblio anestetizzante della memoria, che viene fatto passare, in Europa, come diritto invece di considerarlo come è in realtà, una aberrante lobotomizzazione del cervello i cui frutti avvelenati si possono già vedere oggi in alcuni delle nuove generazioni che parlano senza cognizione di causa storica o per semplice analfabetismo di ritorno ma a cui si dovrà, prima o poi, rispondere per averli ingannati sul passato ma, ancor peggio, sul loro futuro.
NOTE
[2] °
?゚ヌᆭ?゚ヌᄋ Una inviata francese a Kharkiv concentra il suo servizio su un bambino ucraino Alyosha che saluta i convogli militari.
Ma dietro di loro, “inaspettatamente”…
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— lantidiplomatico.it (@Lantidiplomatic) September 3, 2022
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[5] https://www.tpi.it/cronaca/cogoleto-saluto-romano-durante-consiglio-comunale-20210128734288/
[6] https://www.soveratoweb.com/anpi-una-vergogna-il-saluto-fascista-ai-funerali-di-giardini/
Foto copertina Stern dal titolo “La donna piu’ pericolosa d’Europa”