di MOWA
«Prevedo la spoliticizzazione completa dell’Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata.» (Pier Paolo Pasolini)
L’intellettuale Pasolini, da buon conoscitore del Paese, aveva già previsto quanto sarebbe successo continuando ad essere asserviti ad un massocapitalismo che vuole solo braccia da lavoro ed un intelletto piccolo piccolo, giusto quello che esegue senza mettere in discussione ed è perfetto per far funzionare le macchine della produzione, ma insufficiente, quindi, per pensare e pretendere una vita diversa.
Una scaletta, come diceva Pasolini, voluta dai padroni, e fatta per alimentare qualunquismo ed egoismo proprio come quella scritta nei programmi dei partiti di oggi, strutturati per escludere la colleggialità delle decisioni e con una valenza simbolica sempre più nominale e parente delle modifiche del sistema elettorale (maggioritario, para-maggioritario, semi-maggioritario…) voluto dai massocapitalisti per avere un popolo che sia corpo senza nervi e senza riflessi.
Un progetto antico, ma sempre molto attuale, che ha visto nascere, nel tempo, a suo contrasto partiti comunisti con lo scopo di ridare opportunità ed un avvenire migliore agli oppressi di questo Mondo.
Stando così le cose, gli Italiani, non dovrebbero sorprendersi più di tanto dell’avvenuta mutazione genetica del tessuto connettivo della popolazione, [1] mutazione che è un problema molto più ampio e che va analizzato con dovizia di particolari per capire chi siano coloro che hanno stravolto il sistema elettorale disatteso la Costituzione e candidato portaborse a loro funzionali.
Un sistema ingegneristico, dunque, che ha creato quella finzione elettorale che, apparentemente, sembra democratica ma che, in realtà, penalizza (escludendole con le percentuali d’ingresso) una parte della popolazione che, in questo modo, perde il diritto alla rappresentanza. [2] Quantità numeriche, grandi come metropoli, vengono tagliate fuori dalla possibilità di dire la loro, come la pensano, cosa vorrebbero, solo, perché qualcuno ha voluto stabilire che quelle minoranze non devono parlare, non si devono esprimere. Senza contare, poi, la percentuale altissima di coloro che non si presentano neppure ai seggi perché non si ritengono rappresentati da nessuno dei cosiddetti partiti “seri”.
Una crazia («potere») a scapito del demos (il ceto popolare che era in contrapposizione all’aristocrazia greca) che ha permesso la creazione di una percentuale preclusiva atta ad offuscare chi rappresenta i bisogni e le necessità delle minoranze e che si vede negato il diritto di “esistere” e che, quindi, è costretta ad inventarsi forme di reclamizzazione continuamente penalizzate dall’oscuramento di un potere coercitivo e imbroglione.
Un sistema politico, dunque, che somiglia sempre più alle forme autocratiche che erano e sono di casa nei tempi massonici e che rispettano, solo, le decisioni verticistiche del gran maestro e per nulla, quelle della base. Ed è, sicuramente, quella l’architrave elettorale a cui si sono ispirati molti massopolitici che, sotto mentite spoglie di fedeli alla Costituzione, la hanno, ripetutamente, pugnalata, vilipesa, tradita con tutte quelle revisioni fatte tanto da mutarla negativamente o, peggio ancora, renderla improponibile ai democratici (demos) italiani.
NOTE.
[2] https://www.orizzontipolitici.it/cosi-il-taglio-dei-parlamentari-puo-creare-il-caos-elettorale/
Foto di Diermaier / 61