di MOWA
«Il fascismo è un virus mutante. Non è mai morto. Non l’abbiamo mai ucciso. Ed ora è tornato, mutato.» (Andrea Camilleri)
Quanta saggezza nelle parole dello scrittore Andrea Camilleri quando ha paragonato il fascismo ad un virus mutante e, quindi, capace di insinuarsi nelle pieghe della vita quotidiana di ognuno e mietere … con la sua natura mortifera. Un fascismo tanto mutante e virale da riuscire ad insinuarsi ed albergare nelle informazioni sull’epidemia da Covid e mietere vittime come accaduto a quell’imprenditore no vax cinquantenne che pensava di curarsi in casa a Padriciano (Trieste).
Per il fascismo la cultura e l’approfondimento storico sono sempre stati un orpello che impedirebbe, di fatto, la gestione del loro potere tanto che, tra le prime azioni scabrose perpetrate dai seguaci di siffatto regime, ci fu quella di bruciare libri e/o assaltare quelle sedi che diffondevano sapere come accadde, anche, alcuni anni orsono (novembre 1973) agli studenti greci che invitavano la popolazione al grido «Ψωμί-παιδεία-ελευθερία» (pane – istruzione – libertà) a ribellarsi al regime fascista dei colonnelli che, invece, schierarono i carri armati. Viviamo periodi di revisionismo storico messo in atto da quel “virus mutante” con passaggi importanti e inqualificabili, ad esempio, sulle foibe nel tentativo di riscattare la figura di un fasullo nazionalismo filodannunziano che nasconde verità e attendibilità (anche sui numeri dei foibati) pur di riconquistarsi credibilità smuovendo sentimenti pietistici dove, però, invece, dimora cinismo e crudeltà.
L’odio, da parte della cultura fascista contro i comunisti, è essenzialmente basato su aspetti rilevanti di sincerità riguardo ai dati ottenuti dal metodo di ricerca, l’uno per sola convenienza politica, l’altro da un’analisi scientifica a miglioramento del genere umano che si concretizza nelle parole di Gramsci verso i c.d. subalterni «Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza» tanto che il regime fascista rispose imprigionandolo e mettendolo in isolamenteo perchè “Bisogna impedire a quel cervello di funzionare per almeno vent’anni”.
Un fascismo originato da un massocapitalismo che aveva lo scopo di bloccare, nello scacchiere mondiale, l’ascesa degli oppressi che, dietro la bandiera rossa del comunismo che forniva loro elementi di analisi, stavano prendendo coscienza del proprio ruolo tanto da impensierire a tal punto i potenti che usarono tutti i mezzi (leciti e illeciti) per recuperare il terreno perso .
Un “virus mutante” servo di quel massocapitalismo che alimentava e alimenta disordine e caos per meglio governare (distraendo) i processi di cambiamento a favore dei soliti noti come sta avvenendo, in perfetta sordina mediatica, per “i circa” 40.000 (quarantamila una realtà grande come Imperia, Sesto Fiorentino, Voghera, Lissone, Bassano del Grappa, Caltagirone, Marcianise… che scompariranno dalla cartine geografiche) considerati esuberi dalla telefonia TIM e che stanno subendo uno smembramento da parte della partecipazione statale in favore di un privato (oltretutto straniero)… e infischiandosene (essendo un “virus mutante”), nonostante tutti i proclami elettorali che dicevano “prima gli italiani”, senza dare, dunque, risposte adeguate a chi perderà il lavoro.
I latini dicevano cui prodest, e, dunque, a chi giova il battage pubblicitario di alcune testate giornalistiche (non dimentichiamolo mai di proprietà privata e, spessissimo, degli stessi che guadagnano sulle spalle dei subalterni) che diffondono, prevalentemente per quei mentecatti di cui fanno parte i “virus mutanti” ed evitano accuratamente di parlare del sistema paese come si dovrebbe…?
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