di MOWA
«L’importante è dare felicità alle persone»
(Nelson Mandela, Un gesto può cambiare il mondo)
“Lo vuole l’Europa” è un refrain che viene scandito da pusillanimi e ambiziosi politici asserviti al volere di un potere sovrannazionale che nelle ultime ore ha lanciato la nuova parola d’ordine a quello stuolo di zerbinato incolto e senza dignità tramite alcuni quotidiani e per bocca di Ursula von der Leyen: «“What we need is a European Defense Union… the most fundamental issue is why this has not worked in the past”… [Serve un’Unione europea della difesa… e capire perché non ha funzionato in passato”]».
Sì, avete capito bene! Un esercito pronto – riporta il quotidiano Repubblica – con la valenza di essere un “Expedition force” [Forza di spedizione] in grado di intervenire militarmente in quasi tutti i teatri di guerra e composto di cinquemila persone sempre pronte e con una sede stabile, come Quartier Generale, a Bruxelles. Quella stessa cittadina dove ha la propria sede – guarda un po’ la fortuita coincidenza – la NATO in Europa.
Una vergognosa proposta che insulta l’intelligenza di milioni di persone di questo continente le quali si sarebbero, invece, aspettate e confortate nel sentire pronunciamenti verso una Costituzione europea che finalmente gettasse le basi di un consolidamento più efficace tra i vari Stati ed in grado di rispondere allo strapotere ingerente di altri.
Di tutto ciò, invece, con la scusa del ritiro degli Usa dall’Afghanistan si lancia una mortificante proposta l’“European Defense Union”; come dire che per costruire una casa si deve partire dal tetto e non dalle fondamenta. Ma per quello stuolo di zerbinato politico ha tutto perfettamente senso, regna un’accondiscendenza con quanto detto, in più occasioni, dai vari presidenti USA ovvero che la struttura NATO costa troppo e quindi i vari Stati aderenti devono contribuire alle spese militari e dimenticarsi di avere una Costituzione sociale che metta ordine alle priorità umane come pace, salute, istruzione, lavoro, solidarietà…
Devono, invece, stare dentro quello che il 20 luglio 2003 il presidente (massone) della Convenzione, Valéry Giscard d’Estaing, presentava a Salonicco come «TRATTATO CHE ISTITUISCE UNA COSTITUZIONE PER L’EUROPA» dove si parla nella prefazione di «fare dell’Unione un fattore di stabilizzazione e un punto di riferimento nel nuovo ordine mondiale.»
Ma allora perché citare Tucidide (II, 37) nel preambolo di detto trattato «La nostra Costituzione … si chiama democrazia perché il potere non è nelle mani di pochi, ma dei più» se, poi, si viene formalmente estromessi dalle decisioni così significative? E uno dei mezzi di estromissione dalla democrazia “dei più”, direbbe Tucidide, è l’aver fatto ingegneria elettorale per depotenziare la partecipazione alle decisioni. O peggio, ancora, aver approfittato del periodo post bellico della Seconda Guerra Mondiale per inserire (per non dire estorto) clausole nei trattati degli Stati europei a favore di una struttura militare come la Nato – a conduzione indiscutibile USA, oggi con Stoltenberg – usando come pretestuosità l’inesistente invasione sovietica e lasciando che costoro guidassero verso catastrofi belliche, omicidi (anche selettivi – vedi Aldo Moro), stragi, alimentazione del terrorismo (come dei talebani in versione antisovietica) e così via?
Le difficoltà generali degli Stati Uniti d’America sono sotto gli occhi di tutti per aver condotto politiche farneticanti e guerrafondaie nel Mondo e più vicine alle logiche colonialiste che di collaborazione paritaria con gli altri Stati da averne, oggi, un tornaconto negativo di tutto ciò e a grande beneficio delle politiche multilaterali della Repubblica Popolare Cinese che preferisce più un approccio alla Enrico Mattei con le altre realtà tanto da non aver mai condotto il proprio popolo a guerre in altri Paesi. Anzi, si assiste in questi giorni ad una escalation militare degli anglofoni verso la Cina.
Il voler, quindi, un “European Defense Union” dimostra la lontananza dai bisogni reali del popolo del Continente che vorrebbe, invece, un territorio pacifico e in solidarietà con chi non aizza guerre che siano esse di natura commerciale o politica ma, al contrario, desideri collaborazione e interscambi a tutto vantaggio della crescita culturale e di civilizzazione come passaggio importante verso il riconoscimento della democrazia “dei più”, come direbbe, sempre, Tucidide.
Foto di Simon Infanger