di MOWA
«Il tempo è la cosa più importante: esso è un semplice pseudonimo della vita stessa.» (Antonio Gramsci lettera a Tania, 2 luglio 1933 Lettere dal carcere)
Una registrazione in rete su youtube, a cura di Giovanni Fasanella, dal titolo “Alberto Franceschini sulla nascita delle Br a Reggio Emilia” è molto interessante, va ascoltata con estrema attenzione per le rivelazioni che emergono sul fenomeno del terrorismo brigatista degli anni bui della Repubblica italiana. In detta registrazione compaiono subito delle contraddizioni che sono stridenti e che vanno dalla tanto decantata compartimentazione (con la rigidità) degli ingressi dei membri brigatisti, fino alla rivoluzione tradita da parte dei comunisti e alla perdita della “purezza” ideologica del P.C.I. da Togliatti a Berlinguer, al compimento del sogno socialista, ecc., ecc. tanto da costituire formazioni terroriste come le Br composte da ondate di cattolici. Non solo. Vi furono agli albori, tra i contatti brigatisti, personalità di spicco della Democrazia cristiana come Corrado Corghi, un partigiano con la funzione di portalettere sì di Dossetti, ma decisamente anticomunista vista la sua adesione, (pardon tra i fondatori) alla illegale struttura Gladio in Italia in funzione antisovietica.
Quindi, i “puri” brigatisti si sarebbero, anche, fatti consigliare da un soggetto che odiava una società a modello comunista?
Essere giovani, esuberanti e farsi prendere dai miti non può essere una giustificazione a propria discolpa e mitigare di essersi alleati con i peggiori avversari di classe come quelli che hanno distrutto le conquiste democratiche fondate sulla e negli articoli della Costituzione.
Troppa disinvoltura o stupidità intellettuale? O entrambi?
Come si fanno a digerire discorsi ossessivi-compulsivi (in sintesi) del tipo che il P.C.I. aveva scelto gradualità per realizzare le riforme di struttura nel proprio paese (portando ad una evidente crescita sia nei diritti che economici) rinnegando la rivoluzione comunista (voluta prevalentemente dai bordighisti e secchiani filosovietici) allora si preferisce danneggiare quel partito e la Costituzione alleandosi con i peggiori nemici del fronte atlantista che aveva costruito, addirittura, una formazione illegale come Gladio (antisovietica) pur di non fare fronte comune con Berlinguer.
Capite che è, troppo, demenziale da non essere indigesta!
Le Brigate rosse si sono fatte, diciamo così, consigliare da uno dei fondatori della struttura Stay-behind (Gladio) in Italia, uno che era vicino al tanto discusso informatore della Cia, Giovan Battista Montini e futuro Paolo VI, con famiglia massonica, invece, di sostenere e ampliare la conquistata democrazia nata dalla Resistenza al nazifascismo e che ha saputo dare voce ai comunisti osteggiati dai massocapitalisti in ogni angolo della terra. E su Gladio vogliamo riportare la parole chiare di Gianni Barbacetto:
“i documenti ufficiali di Gladio dimostrano che con il passare degli anni la resistenza al “nemico esterno” diventa un compito sempre più residuale, mentre come missione principale si afferma la “guerra non ortodossa” al comunismo, al Pci, ai sindacati, ai movimenti di sinistra. Tanto che la relazione finale su Gladio del presidente della Commissione stragi, Libero Gualtieri, si conclude affermando che la struttura ha una “illegittimità costituzionale progressiva”, che aumenta via via che gli anni passano, dalla sua fondazione fino allo scioglimento. La “guerra non ortodossa” nel nostro Paese viene combattuta con attentati, bombe, golpe tentati e stragi vere, da piazza Fontana alla stazione di Bologna.”
Anche in questo caso ci domandiamo se le Brigate rosse fossero un fenomeno naturale o artificiale ben orchestrato dai piani alti militari atlantici…, come ci chiediamo come possano aver elogiato alla sua morte un siffatto “partigiano” le organizzazioni sindacali.
Quanta comune responsabilità hanno avuto i vari soggetti nell’aver contribuito a creare disordine storico e la conseguente prassi?