di MOWA
«Cortigiani, vil razza dannata,
Per qual prezzo vendeste il mio bene?
A voi nulla per l’oro sconviene,
Ma mia figlia è impagabil tesor.
La rendete! o, se pur disarmata,
Questa man per voi fora cruenta;
Nulla in terra più l’uomo paventa,
Se dei figli difende l’onor.»
(Rigoletto di Giuseppe Verdi)
Un comico famoso rimane pur sempre un comico anche quando parla di vicende personali serissime.
Il comico, in quest’ultimo caso infatti, se parla di sé mostra tutta la sua debolezza e la sua pavidità perché capace, abilmente, di ridicolizzare ciò e chi lo circonda ma non vorrebbe mai essere nei panni di chi viene sbeffeggiato dalle sue battute. Una torsione di sentimenti controversi quelli del comico, che lo portano a diventare quello che gli riesce meglio, colui che fa ridere; anche se, in alcuni casi, a denti stretti come avvenuto nel video andato viralmente in onda in ogni angolo dei media di un Beppe Grillo, che parla della vicenda giudiziaria del figlio Ciro.
Se confermato in sede giudiziaria l’episodio dello stupro di gruppo, la vicenda del figlio di Grillo, sarebbe irritante oltre che portare totale sdegno, anche perché quasi tutti si sono concentrati sul video del padre, e pochissimi si sono espressi apertamente su cosa, invece, avessero potuto provare la ragazza e i suoi genitori per l’imparità dei mezzi comunicativi… e questo, uno che fa quel mestiere da decenni lo sa bene, sa bene come funziona la “macchina del consenso”.
Una violenza istituzionale insopportabile visto che i messaggi di solidarietà nei confronti del figlio e della famiglia Grillo sono arrivati da personaggi di spicco della politica italiana, che non hanno in alcun modo tenuto in considerazione la ragazza sopravvissuta e la sua famiglia.
Certo nel video del comico ci sarà stato anche il probabile tentativo di condizionare i magistrati inquirenti ma si deve andare oltre e vedere il secondo danno di rivittimizzazione nei confronti della ragazza che ha avuto la forza ed il coraggio di denunciare quell’orribile esperienza.
Altre cose di cui il “padre ferito” Grillo non ha tenuto conto sono:
e se le prove che hanno i magistrati fossero tutte solidissime cosa potrà dire a sua discolpa nei confronti della ragazza?
Cosa può un video del genere (di Grillo) insegnare al figlio se fosse colpevole?
Quali scuse potrà addurre il comico verso tutte quelle donne che si trovano e si sono trovate a vivere quel trauma?
Perché il comico in quel video finge di non conoscere gli articoli dei vari codici sulle modalità procedurali dei vari casi di comunicazione e indagine giudiziaria che vedono il figlio & C. coinvolti nello stupro e si appella al “buon cuore dei padri italiani” che si trovano trascinati nel fango da una “ingiustizia ad orologeria” (come diceva il condannato Silvio Berlusconi)?
Cosa potranno pensare di Beppe Grillo – e dovranno farlo perché non farlo sarebbe gravissimo – le donne e gli uomini del MoVimento 5 Stelle se venisse condannato il figlio?
Domanda lecita perché darebbe la misura di cosa intendano della Giustizia, delle donne e della democrazia quelli del MoVimento 5 Stelle.
Innocente fino a prova contraria, ma come può esserci consenso quando lei è ubriaca tanto da svenire e non essere cosciente?
Se si comincia un rapporto sessuale in maniera apparentemente consensuale da ubriachi e uno dei due soggetti perde i sensi, chi sta agendo su chi è incosciente ha il dovere di interrompersi perchè quest’ultimo non è abbastanza lucido per essere consenziente.
Beppe Grillo (il comico), nel suo video, fa una cosa in più: dà istruzioni alle donne su cosa si possa o non si possa definire stupro e ne determina anche i tempi. Se la violenza sessuale è stata denunciata “ben otto giorni dopo” il fatto diventa sospetto. Tutto questo senza aver mai provato sulla propria pelle cosa vogliano dire le conseguenze di un’esperienza così traumatica e dello stato di profonda fragilità in cui può versare in seguito la donna.
Forse, in realtà, sarebbe fondamentale sottolineare l’importanza di allungare i tempi per le denunce: una donna può impiegarci ben più di 6 mesi per metabolizzare uno stupro e decidere di denunciare. Dovrebbe avere il diritto e la possibilità di farlo in qualsiasi momento si senta pronta…
Un episodio violento che il comico ha tentato di stigmatizzare ma che è andato, anche, ad offendere i valori costituzionali che faticano a farsi strada in questo Paese (con qualche tenue passo in avanti) e che sono stati ottenuti grazie al contributo di chi si è battuto per la libertà da schemi inumani, che il regime fascista aveva imposto con la dittatura, traendone vantaggio culturale ancor oggi. Vergognoso che lo posti sui social visto che siamo, oltre tutto, alle porte del 25 Aprile, giornata commemorativa della Resistenza al nazi-fascismo.
Che Grillo -vergognandosi per la sua pubblicazione sui social – si guardi i racconti di chi fu protagonista di quel periodo resistenziale al nazifascismo e lo impari anche dai volti di chi non più giovane esprime altri e più nobili sentimenti di Giustizia di quelli interpretati nel suo video.