di MOWA
«Comprende razionalmente che è incomprensibile» (Anselmo d’Aosta, Monologion 64)
Le ultime parole pronunciate da Joe Biden sul presidente della Russia, Vladimir Putin, non fanno ben sperare per le sorti del pianeta vista l’accusa mossa di essere un “killer”. Una risposta data da Biden ad una precisa domanda del giornalista della Abc George Stephanopoulos se (Putin) «Pensa che sia un killer?», «Lo penso» e ha poi aggiunto di averlo messo in guardia perché «pagherà un prezzo».
Questo esercizio muscolare del Presidente degli USA, Joe Biden, nei confronti di un altro presidente democraticamente eletto fanno comprendere, purtroppo, quali siano i valori espressi sugli altri Paesi e come o chi vuole dominare il Mondo.
Non sono una novità, nel corso del tempo, le guerre desiderate dall’establishmant statunitense (e dai suoi seguaci) nelle varie realtà del globo per meri interessi di potere e/o ruberie di risorse naturali che hanno mietuto vittime sia tra civili che militari ma, in questo gesto irresponsabile si distingue, ancora una volta, la piccineria di molti giornalisti occidentali che hanno inneggiato alla vittoria dei democratici contro i repubblicani in quel paese non capendo, o fingendo di non capire, che sia l’uno che l’altro pari erano per gli interessi di una ristretta cerchia di massocapitalisti che hanno nomi noti come… Lazard, Rockefeller… Una urticante piccineria perché provocherà l’ennesima guerra senza che costoro siano messi in discussione per questo ruolo di driving senza volto.
Per un Paese che venga considerato “Libero” da oppressori, l’informazione è cosa indispensabile, purché conservi, però, sia l’onestà di essere senza padroni che essere il più oggettivo e obiettivo possibile. Diventa difficile credere che ciò avvenga in paesi dove le testate giornalistiche sono di proprietà di holding di multimiliardari perchè suona come un ossimoro con la democrazia. Dimostrazione di come sia difficile fare del giornalismo serio l’abbiamo sotto gli occhi attraverso le puntate di Report o Presadiretta, che vengono accusate di ogni nefandezza perché hanno toccato i fili del potere… quello vero, non campato in aria. Un giornalismo, questo, svincolato da logiche di servi e che mira a mettere in luce dinamiche, logiche, percorsi… di quel filo invisibile che offusca le menti di chi vorrebbe, invece, più democrazia e meno brutalità e ingiustizie nel mondo. Un Paese civile, dove le azioni hanno un fine sensato e a beneficio del massimo della collettività umana e non di pochi intimi.
Ecco, allora, il fastidioso discorso non contestato come si dovrebbe di un presidente (Joe Biden) che rappresenta una nazione giovane che ha al proprio attivo una montagna di scheletri nell’armadio per aver portato guerre in ogni angolo del Mondo e aver mandato a morire i suoi concittadini in prevalenza poveri o di etnie diverse, per un bene che ipocritamente chiamano “bene degli Stati Uniti d’America” quando sanno benissimo che è una menzogna e la miseria (aggiunta alla salute sanitaria) è lì a testimoniarlo. Una nazione che avrebbe potuto fare molto se non fosse gestita da ipocriti che seminano retorica nel Mondo e, poi, con altrettanta disinvoltura pugnalano alle spalle l’onestà delle persone per bene che hanno bisogno di eguaglianza sociale e non perfidia. Si ricorda ai distratti giornalisti che gli USA, dal 1776 al 2015 sono stati in guerra per il 93% del tempo, vale a dire 222 anni dei 239 della loro esistenza… Con solo 21 anni di pace.
Una esigua “élite” di persone che hanno letteralmente sia comprato scienziati ed istruzione per raggiungere la situazione invivibile di oggi, dove la salute delle persone non è tutelata come bene pubblico (infatti la pandemia sta mietendo vittime per le strade del mondo) ma è diventata un mercimonio a favore di pochi, che utilizzato la necessità di vivere come altra oppressione nei confronti della popolazione.
“Élite” che usa, come dardi di una balestra, la propria posizione sociale per uccidere la civiltà conquistata negli ultimi millenni riportando, in questo modo, l’orologio indietro nel tempo ad un prefeudalesimo, quando l’aristocrazia apriva conflitti per ogni successione e le clientele armate assumevano rilievi nella gerarchia dei poteri; ripagando, spessissimo, la fedeltà militare con la corresponsione di un canone in natura o in denaro, o di un possesso fondiario.
Questa esigua “élite” di persone che hanno costruito una struttura militare come la NATO che ripropone gli stessi identici schemi deve essere messa in discussione per evitare quelle che sono le loro spinte egoistiche contro il beneficio sociale dei miliardi di persone che soffrono della loro arcigna politica. Non esiste altra soluzione se non rimettere in discussione tutte quelle strutture che impongono (volente o nolente) guerre fratricide per ingrossare casseforti stracolme di oro e soldi ma povere di equità sociale e giustizia di cui il Mondo ha, realmente, necessità.