di MOWA
“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.” (Gabriel García Márquez)
Un Paese che ha le istituzioni che non riescono a riconosce i propri difetti meriterebbe di sprofondare in uno dei tanti gironi dell’Inferno danteschi partendo dal nono che parla di “tradimenti (e oggi sarebbero verso la Costituzione) per poi rivolgersi al quinto gli “iracondi e accidiosi”, accompagnato dal sesto, quello degli “eretici” perché entrambi inattivi, che non fanno nulla per migliorare la democrazia, per poi passare al sesto e settimo dove sono allocati, rispettivamente, i “violenti” e i “fraudolenti” in quanto usano le peggiori brutalità per raggiungere i loro disonesti scopi di arricchimento personale.
Ma Dante a parte, si vorrebbe che le istituzioni avessero memoria, fossero l’ago della bussola per indirizzare i propri cittadini nella direzione migliore verso un futuro fulgido, sereno e democratico e non, invece, l’esatto opposto, ovverosia un luogo fatto solo di privazioni ed arbitrio. Dunque un Paese normale che non cestini le sue “nefandezze” nel dimenticatoio. Qui non si pretende un paese ascetico nelle scelte ma che desse il meglio di sé.
È brutto, anzi orribile, (una vera indecenza) vedere come le più alte cariche delle Istituzioni siano così “morbide” ed accondiscendenti con chi ha già contribuito a realizzare crisi in paesi già poveri, e, peggio ancora, vedergli assegnare, in questi giorni, ruoli di primo piano come se fossero benefattori.
Dice bene l’economista Emiliano Brancaccio dell’Università del Sannio intervistato l’altro giorno a Radio Popolare quando sostiene che il
“ritorno del “tecnocrate” al governo non è affatto una “cura”, è solo l’ennesimo sintomo di un male che viene da lontano. Sia nel caso di Berlusconi nel 2011 che in quello di Conte nel 2021, non erano certo governi eversivi quelli che sono stati scalzati dai “tecnici”. L’avvento della “tecnocrazia” serve allora soltanto ad accelerare tendenze già in atto, la più importante delle quali verte sulla necessità di depotenziare ulteriormente le istituzioni democratiche e accentrare ancor più il potere nelle mani degli esecutivi, al fine di gestire meglio le pochissime risorse disponibili per fronteggiare la crisi. Una penuria di risorse che si rileva anche nel caso del Recovery Plan, che nei prossimi sei anni non arriverà a erogare molto più di 10 miliardi all’anno tra finanziamenti a fondo perduto e risparmi di interessi. Ben poca cosa rispetto all’enormità di una crisi che ha creato una massa immane di “imprese zombie” insolventi, come ricordato proprio da Draghi. Alla vigilia dello sblocco dei licenziamenti ricordato da Mattarella, diventa allora urgente affidare al “tecnico” una politica economica fortemente “competitiva e selettiva”. Inizia così una nuova, durissima fase della ristrutturazione capitalistica europea, con la sola prevedibile opposizione reazionaria dei piccoli proprietari, mentre le organizzazioni del lavoro appaiono ancora impreparate alla lotta”
La chiamata di Mario Draghi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sembrerebbe il tanto sbandierato Piano Marshall (oppure detto European Recovery Program, del segretario di stato americano, George Marshall, col quale l’Europa fu ricostruita con politiche keynesiane) evocato negli anni scorsi per l’Italia dal piduista Silvio Berlusconi dove sia Draghi che Marshall e lo stesso Berlusconi hanno una cosa in comune: la massoneria, come sostiene nel suo libro Gioele Magaldi (gran maestro del Grande Oriente d’Italia Democratico – God) Massoni. Società a responsabilità illimitata.
Un libro che parla di persone con ruoli importanti, che non è stato mai denunciato da nessuno, come se fosse preferibile non sollevare polveroni, citando… nomi “eccellenti”, che si conoscono dalle cronache dei giornali o programmi televisivi perché collocati a capo di Governi, di Stati…, cronache che, “distrattamente”, non fanno mai cenno o allusione alcuna alle pericolose frequentazioni come, ad esempio, quelle delle logge sovranazionali, le Ur-Lodges. Magaldi sostiene, infatti, che vi siano persone come “Angela Merkel, Barack Obama, Giorgio Napolitano, Mario Draghi, perfino Abu Bakr al-Baghdadi, il leader dell’Isis” che hanno portato a scelte politiche sbagliatissime e, in diversi casi, anche a guerre.
Magaldi in un’intervista al quotidiano economico Wall Street Italia, dell’ 11 febbraio 2013, sosteneva inoltre:
“Mario Draghi e Mario Monti sono entrambi massoni. Di più: appartengono all’aristocrazia massonica sovranazionale. Su ciò saranno peraltro prodotte importanti ed autorevoli testimonianze documentarie nel mio libro Massoni.”
La cosa rilevante è che (vero o non vero) nessuna (si ribadisce, nessuno!) delle persone citate in quel libro abbia mai chiesto rettifiche o fatto denunce dichiarando quanto riportato come non corrispondente a realtà. Il che legittima chiunque, salvo prova contraria, a sostenere che, forse, di quelle logge facciano parte anche loro. E tutto ciò non fa, certo, ben sperare visti i ruoli dei massoni nella storia contro gli oppressi.
Motivo per cui, lascia un sapore sgradevole in bocca vedere che il fratello dell’ex Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella (ucciso il 6 gennaio 1980 dalla mafia – per mano di giovani della destra legati anche alla massoneria – perché cercava di pulire le lordure dell’isola) decida di assegnare ad un soggetto che, sicuramente, di segreti e grembiulini avrebbe molto da raccontare, la Presidenza del Consiglio.
Si può dire che la P2 aveva ottenuto il controllo di buona parte di generali sia dei Carabinieri, Guardia di Finanza…, che dei servizi segreti, immaginiamo cosa si possa fare, ora, nei confronti di un Paese che non ha più quell’unica forza (P.C.I.) che avrebbe potuto ostacolare l’ascesa nella politica dei massocapitalisti che si scaglieranno contro gli operai prossimi a perdere le poche garanzie rimaste dei sussidi in tempo di pandemia e che si apriranno voragini di licenziamenti.
Altro che i racconti strappalacrime dell’ex compagno di classe e conduttore televisivo Giancarlo Magalli, il quale dichiara alle cronache che “passava i compiti in pullman al mattino” (azione, tra l’altro deplorevole) cercando di evidenziare il carattere “benevolo” di Draghi. Una domanda, le scuole ad indirizzo religioso (gesuiti, salesiani…), se la dovranno pur fare su come mai tanti nomi discutibili provengano dalle loro aule come, ad esempio, il conosciutissimo Mario Draghi o Silvio Berlusconi.
Altro che Aventino qui necessita – e il più in fretta possibile – della ricomposizione di classe degli oppressi per non capitolare del tutto perché, altrimenti, la rivoluzione la faranno i reazionari come avvenne cento anni fa. E guarda caso sempre con l’immancabile zampino della massoneria.
Non è più tollerabile che gli abitanti di questo pianeta vivano senza avere una progettualità fattibile muovendosi “ad mentula canis” come in questi ultimi 30 anni che hanno portato solo digrazie su disgrazie. È ora di riprendersi delle responsabilità in prima persona. Altro che movimenti trasgenici e fatti di carta straccia, qui necessita un corposo partito fatto di quella grande forza moralizzatrice che esiste (per fortuna e grazie al P.C.I.) ancora nel Paese che sappia fare tesoro del momento storico che mostra la debolezza dei piani economici (sino a quelli sanitari) dei massocapitalisti rimettendo in moto la “macchina” delle idee e della solidarietà che ha portato l’Italia, negli anni passati, ad essere una delle potenze mondiali. Questo è un dovere che abbiamo verso le nuove generazioni e potremmo partire dal far applicare tutti i precetti della Costituzione (ripristinando quelli modificati come l’art 81). Nessuno escluso!
Foto di Ameer Basheer