Sono indignato, per non dire arrabbiato per davvero.
Sono un agente di polizia locale che lavora per il comune di Milano da 25 anni e detesto ogni sopruso.
Sono un dipendente pubblico.
L’ultimo decreto Madia, è proprio indigeribile.
E’ in vigore dal 13 gennaio 2018 e sarà bene portarlo a conoscenza anche dei più distratti.
E’ un’altra puntata del tormentone del “dagli addosso al dipendente pubblico”.
Una vera e propria crociata per gettarci addosso discredito.
Utile ad alimentare quell’immaginario collettivo che ci reputa assenteisti ed un peso per la nostra economia.
Ma è proprio così?
Qualcuno dice che siamo in troppi.
Non è vero, perchè siamo meno di Svezia, Spagna, Gran Bretagna e Francia.
inoltre in altri Paesi europei si assume nuovo personale, mentre noi siamo sempre meno e sempre più anziani.
Qualcuno dice che costiamo troppo.
Non è vero, perchè pesiamo sul bilancio dello stato per circa l’11% del PIL.
In altri Paesi europei si va dall’11,8% della Spagna, sino al 19,2% della Danimarca.
Essere dipendenti pubblici significa essere assenteisti?
Proviamo ad esaminare i dati forniti dalla CGIA di Mestre in collaborazione con l’INPS.
È vero che mediamente nel pubblico impiego si ammala 1 dipendente ogni 2.
Nel privato 1 dipendente ogni 3.
E’ vero che nel 2015 le assenze per malattia hanno coinvolto il 57% dei dipendenti pubblici.
Nel privato la percentuale è del 38%.
Poi però, altri dati meritano la nostra attenzione.
E’ vero che per il dipendente pubblico, la media dei giorni di malattia è di 17,6 all’anno.
Per il lavoratore privato è di 18,4.
1 solo giorno di assenza
Nel pubblico è il 25,7% del totale
Nel privato è il 12,1%
Da 2 a 3 giorni di assenza
Nel pubblico è il 36,5% del totale
Nel privato è il 32,1%
Tra i 4 e 5 giorni di assenza
Nel pubblico è il 18,2%
Nel privato è il 23,4%.
Se ne deduce, che se una fetta maggiore di lavoratori pubblici rimane a casa per malattia, rispetto ai colleghi privati lo fa per meno tempo.
Si potrebbero aggiungere anche altri dati, come per esempio le differenziazioni di assenze da regione a regione.
Si potrebbe fare l’elenco di quali categorie e non altre, sono state incluse nelle statistiche riguardanti i lavoratori privati e che potrebbero cambiare qualche somma finale.
Allo stesso modo, potremmo disquisire sulle differenze di assenze tra i diversi settori del pubblico, che hanno peculiarità diverse.
Ogni dato statistico può avere varie chiavi di lettura.
Certo è, che ritengo sbagliato e controproducente creare contrapposizioni tra lavoratori pubblici e privati.
Naturalmente il Ministro Madia non la pensa come me ed ha deciso di seminare altro veleno.
Il suo decreto persevera nel mantenere inalterata la reperibilità per il dipendente pubblico in malattia.
Per il dipendente pubblico dal lunedì alla domenica orario 9-13 e 15-18.
Per il dipendente privato l’orario è 10-12 e 17-19.
Giova precisare che il Presidente dell’INPS Boeri, a cui spetterà l’onere dei controlli, chiede da tempo che le fasce di reperibilità siano uguali tra privato e pubblico, per garantire uniformità.
Perchè Il Ministro Madia non ha voluto dargli retta?
Se è vero che i furbi si annidano in ogni categoria del lavoro e non solo lì, perchè usare pesi e misure diverse?
Il decreto Madia è peggiorativo rispetto alla regolamentazione precedente.
Non sono più esclusi dai controlli gli infortuni sul lavoro.
Non sono esclusi gli stati patologici connessi alla situazione di invalidità. A meno che non siano pari o superiori al 67%.
Inoltre potranno essere previsti più controlli nello stesso periodo di assenza, seppur breve.
Ditemi voi se non c’è una evidente volontà persecutoria.
Dopodichè, quanti medici fiscali occorrerebbero?
Ogni visita ha un costo elevato. Dove trovare i soldi?
Boeri tace per senso del pudore e la Madia preferisce tergiversare.
Questo è autentico populismo e può solo fare danni.
Nel frattempo rimangono le gravi conseguenze per il lavoratore pubblico.
Hai avuto la sfiga di infortunarti mentre lavoravi? Peggio per te.
Se poi si fa il mio lavoro, tutto ciò diventa aberrante.
Ti sei infortunato in servizio ad esempio, a causa di una colluttazione o nel reprimere una rissa? Ti meriti gli arresti domiciliari….
Credo che tutti i dipendenti pubblici debbano sentirsi offesi.
Senza esagerare, se noi fossimo una razza, ci troveremmo di fronte ad una scelta discriminatoria e razzista.
Quando si parla di dipendenti pubblici, l’immaginario collettivo intravede il privilegio ed i vantaggi.
Voglio dare anche io il mio contributo di memoria.
Insieme ai metalmeccanici, siamo gli unici che non percepiscono la 14^ mensilità.
I dipendenti degli Enti Locali come il sottoscritto, non vedono rinnovato il contratto di lavoro dal 2009.
Le Amministrazioni chiedono aiuto al Governo centrale, perchè non sarebbero in grado di pagare gli aumenti.
Adesso il Governo non può dare risposte, perchè si attendono le elezioni e quindi tutto è fermo.
Non male…
Sarebbe onesto far conoscere all’immaginario collettivo, l’entità del danno economico subito dal 2009 ad oggi.
Un dipendente pubblico, deve attendere in media 27 mesi prima di poter percepire la propria liquidazione.
Nessuna categoria lavorativa deve aspettare tutto questo tempo per avere spettanze che sono indiscutibili.
Un dipendente privato, può chiedere dopo 8 anni di servizio un anticipo fino al 70% della propria liquidazione.
Noi dipendenti pubblici non possiamo farlo. Mai ed in nessun caso.
In caso di necessità è possibile chiedere un prestito all’ex INPDAP oggi INPS, estinguibile in 120 rate mensili.
Tutto ciò con un interesse, che seppur inferiore mediamente a quello bancario, rappresenta un costo aggiuntivo.
Perchè devo pagare di più per avere i miei soldi? Spettanze che legittimamente ho già maturato?
Sarebbe giusto far conoscere anche questi particolari a chi ci considera dei privilegiati.
Dopodichè, molti replicherebbero che noi abbiamo il posto fisso, che nessuno può licenziarvi…..
A tutti loro vorrei semplicemente ricordare che anche nelle Pubbliche Amministrazioni avanza un mostro.
Quel mostro si chiama esternalizzazione ed in un quadro normativo così incerto, nessuno può più sentirsi garantito.
In conclusione, rimane la grave responsabilità di chi alimenta una costante guerra tra poveri.
Il desiderio di mettere un lavoratore contro l’altro.
Una guerra fortemente indotta e che distoglie dai veri problemi che attanagliano tutti noi.
Problemi, che rendono sempre più difficile far quadrare i nostri bilanci familiari.
Questa consapevolezza diffusa sarebbe già un grosso passo avanti.
Lasciatemi concludere con una provocazione da lanciare al Ministro Madia.
E’ risaputo che tutti i nostri parlamentari, dopo esser stati eletti, diventano automaticamente dipendenti pubblici.
E’ anche purtroppo noto, che molti di loro sommano assenze su assenze durante il loro lavoro istituzionale.
Saprà il nostro severo Ministro pretendere anche per loro il rispetto delle fasce di reperibilità?
Chi avrà il coraggio di mandare a casa loro il medico fiscale?
Meditate gente, meditate…..
DANILO TOSARELLI MILANO
21 gennaio 2018