La viceministra di Salute Marcia Cobas Ruiz lo ha detto, nell’Organizzazione Panamericana della Salute, intervenendo nella 29ª Conferenza Sanitaria Panamericana.
«Cuba appoggia il rafforzamento del sistema di salute indirizzato alla portata della copertura sanitaria universale, riconoscendo la salute come un diritto umano essenziale e centro delle politiche pubbliche», ha detto la viceministra di salute Marcia Cobas Ruiz parlando nell’Organizzazione Panamericana della Salute, intervenendo nella 29ª Conferenza Sanitaria Panamericana.
In questa Conferenza che si realizza sino al 29 settembre, Cobas Ruiz ha reiterato l’impegno dell’Isola di condividere le esperienze positive nei passi avanti realizzati, così come la diposizione per la cooperazione medica internazionale.
La viceministra di salute ha riferito a nome del popolo e del governo cubani le condoglianze a tutte le famiglie dei morti per i terremoti avvenuti in Messico e per il passaggio degli uragani Irma e María per i Caraibi.
«La Regione transita per momento difficili nei quali la solidarietà e la volontà politica costituiscono elementi fondamentali nella tappa di recupero che devono affrontare i territori colpiti, così come la necessità d’essere ogni giorno preparati di fronte a questi fenomeni naturali, ottenendo un riduzione dei danni ed evitando le tristi perdite umane», ha segnalato.
Cobas Ruiz ha anche valutato la qualità del rapporto presentato dalla Dra. Carissa Etienne, che attualizza la situazione della salute nella regione e in 52 paesi e territori delle Americhe e che inoltre, sulla base dei dati raccolti nella regione indica i passi avanti e le sfide dei paesi delle Americhe per ottenere un miglioramento della salute nella regione.
Tra questi la viceministra ha citato la sfida dello scontro alle malattie infettive come i virus del Ebola, la Chikungunya e lo
Zika, portando gli Stati Membri a una miglio applicazione del Regolamento Sanitario Internazionale.
Poi ha commentato che sono necessarie azioni di sostenibilità nel tempo per evitare la riapparizione di malattie trasmissibili che sono già state eliminate dai nostri paesi ed ha segnalato Cuba come esempio che “nel giugno del 2015 è stato riconosciuto come il primo paese del mondo che ha eliminato la trasmissione materno-infantile del virus dell’immunodeficienza umana (VIH) e la sifilide», ed ha aggiunto che Cuba si sforza per mantenere validi gli indici.
L’Isola conta su 495.000 lavoratori della salute e ci sono brigate mediche in 64 paesi, con più di 40.000 collaboratori.
«L’aiuto è stato offerto nelle situazioni d’emergenza e disastri dal Contingente Internazionale dei Medici Specializzati in Situazioni di Disastri e Gravi Epidemie “Henry Reeve”, con 25 Brigate Mediche in 20 paesi colpiti in tre occasioni in Haiti, in due in Cile, Sierra Leone e Perù. Attualmente c’è una brigata medica in Sierra Leone per le grandi inondazioni e una in Dominica per i danni provocati dall’uragano Irma», ha sottolineato.
Tutto questo con gli effetti del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti al popolo cubano, il cui impatto con i servizi di salute nel 2016 è stato di 87 milioni 601.000 dollari, con danni accumulati del valore dal suo inizio di 2 711 milioni 600.000 dollari.
Nel suo intervento la viceministra ha invitato i ministri e i dirigenti di salute delle Americhe che partecipano alla Conferenza a partecipare alla Convenzione Internazionale “Cuba Salute 2018” che si realizzerà a L’Avana dal
16 al 20 aprile.
«Questo evento sarà uno spazio importante per scambiare esperienze e riflettere sui problema prioritari della Salute Pubblica nel mondo attuale», ha segnalato.
La Conferenza Sanitaria Panamericana è l’autorità suprema della OPS e si riunisce ogni cinque anni per determinare le sue politiche e le priorità.
Inoltre attua come Forum per lo scambio d’informazioni e le idee sulla prevenzione delle malattie, la preservazione e la promozione, il recupero della salute fisica e mentale e il fomento della salute. ( Traduzione GM – Granma Int.)
29 settembre 2017