di Lunafredda
Non ho mai amato i confini. Non li sento miei, non mi appartengono.
Non mi è mai interessato da dove una persona arrivi o dove sia nata per darle un merito o un valore “in più” rispetto ad un’altra.
Una cosa però la sto notando: come i confini per alcuni siano così importanti anche all’interno del nostro paese, anche in una situazione di emergenza sanitaria globale.
Allora… dopo una vita a combattere chi come la Lega e Salvini (e prima di lui Bossi) chiedeva a gran voce il secessionismo padano inventandosi la “magica terra” della Padania e si permetteva di offendere chi veniva dal sud usando il termine “terrone” (che personalmente non ho mai usato e ho sempre aborrito), oltre ai migliaia di post inaciditi che ho letto di persone che si augurano che “finalmente il nord paghi per aver dileggiato tanto il sud” (quando ricordo che Salvini e la Lega hanno preso, purtroppo, anche lì dei gran voti), oggi mi devo sentire rispondere che, insomma, è normale che in Lombardia ci siano più di 12mila morti perché siamo troppi e non meritiamo che a tutti venga fatto un tampone.
Per me non ha senso che ogni regione abbia un sistema sanitario a sè, ma dovrebbe essere pubblico, accessibile e uguale per tutti.
Vorrei ricordare, infatti, una cosa: fino a prova contraria abitiamo in un unico stato, l’Italia.
La Padania non esiste, non siamo più ai Gran Ducati, come già ho ripetuto più volte in questi giorni in risposta a molte persone.
Se proprio vogliamo siamo anche cittadini europei e, ancora di più, del mondo intero.
Facciamo parte di un unico pianeta dove qualcuno ha segnato confini su una mappa geografica, ma che di fatto, nel reale e nel concreto, non esistono.
Ricordatevi che, chi vive in Lombardia non è automaticamente favorevole alla giunta che sta gestendo disastrosamente la sanità o non ci sarebbero così tante persone ad averne chiesto le dimissioni e il commissariamento.
Pensateci un pochino, prima di rallegrarvi o augurare la morte a qualcuno solo perché nato in un posto diverso dal vostro (e parlo anche dei poveri migranti morti in mare per sfuggire alle guerre a cui vengono sbarrati i porti).