ANGELO RUGGERI (Centro studi e culturale “Salvatore d’Albergo-Il Lavoratore”)
– I TRE MOTIVI CHE RICONDUCONO LA TEMATICA ECOLOGICA AL NUCLEO TEORICO DEL MARXISMO CLASSICA E AL CONCETTO MARXIANO DI “FORZE PRODUTTIVE”; – URGE SUPERARE ANZICHE’ ESTENDERE IL CAPITALISIMO ANCHE DOVE PRIMA NON CERA, COME IN CINA, CHE ACCRESCE LO SFRUTTAMENTO DELLA NATURA E DELL’UOMO FACENDO PROLIFERARE SENZA LIMITI IL “CAPITALE COSTANTE” E RIDUCENDO LA PARTE PIU AMPIA DELLA NATURA NON UMANIZZATA CHE E’ ANCORA “NATURA AMICA; – IL NESSO TRA LOGICA DEL CAPITALISMO E DEGRADAZIONE DELL’AMBIENTE VITALE E’ UN NESSO NON SOLO INTUITIVO MA CHE COINVOLGE TUTTI I CONCETTI STRUTTURALI MARXIANI, MENTRE MARX E LENIN VENGONO ABBANDONATI DALL’ATTALE CINA MERCATISTA E CAPITALISTA; – Il FALSO STORICO E TEORICO DI CHI SI AZZARDA A DIRE; “LA CINA E’ CAPITALISMO DI STATO” APROPRIANDOSI DI UNA DEFINIZIONE USATA PER L’ URSS DOVE ALL’OPPOSTO DELLA CINA , NON C’ERA NE IL MERCATO NE CAPITALISMO E CAPITALISTI, E LO STATO ERA VERAMENTE TUTTO: AL PUNTO CHE REGOLAVA PERSINO I RAPPORI DI SCAMBIO (invece del mercato), TANTO CHE Anthony GIDDENS LO DEFINI’ “SOCIALISMO DI STATO”; – CHI DICE “LA CINA E’ UN’ECONOMIA con CAPITALISTI, MA NON CAPITALISTA” SVELA L’ USO IDEOLOGICO DELLE PAROLE SENZA CONCETTO E IGNORA CHE DOVE C’E’ IL MERCATO L’INTERVENTO DELLO STATO, DEVE TRADURRE le LEGGI DEL MERCATO IN LEGGI DELLO STATO, COME AVVENIVA NEI REGIMI NAZIONALISTI DI GERMANIA, ITALIA E GIAPPONE e COME AVVIENE OGGI IN CINA: “LE PAROLE SOCCORRONO LA MANCANZA DEI CONCETTI” (Mefistofele di Goethe). “E’ PIU’ FACILE FAR CREDERE CIO’ CHE NON SI PUO DIMOSTRARE CHE DIRE IL VERO” (Berthol Brecht). – CONTROLLARE L’INCESSANTE ACCUMULAZIONE CAPITALISTICA E LA PROLIFERAZIONE DEL “CAPITALE COSTANTE” (NATURA UMANIZZATA) DAL CAPITALE VARIABILE (SALARI) E SOCIALIZZAZIONE DEL PLUSVALORE (ricavato dal LAVORO UMANO e dalla tecnica),E LA VIA ECONOMICA DELL’ECOOGIA E DEL SOCIALISTA E MARXIANO SUPERAMENTO DEL CAPITALSIMO E DELLA FORMA DELLE SUE FORZE PRODUTTIVE.
Concordo molto con la recensione e con la sottolineatura fatta da Agostinelli sulla originalità dell’ecologismo italiano (almeno di una parte) e apprezzo tanto l’opportuno richiamo a MARX con cui Agostinelli, corregge la particolare curvatura agnostica del libro “LA VIA DI LAURA CONTI” di Valeria FIERAMONTI ed anche della cosiddetta “Primavera ecologica”.
Col richiamo MARX si viene a sottolineare il CONCETTO MARXIANO della RAPPORTO tra la NATURA e il LAVORO e L’UOMO/LAVORATORE, che, appunto, dai tempo di MARX in poi, comporta di considerare come INDISSOLUBILE il RAPPORTO TRA LA LOTTA PER DIFENDERE LA NATURA E LA SALUTE E LA LOTTA PER I DIRITTI SOCIALI del MONDO DEL LAVORO, che non sono altro che “BISOGNI UMANI” NATURALI, in primis di SALUTE E AMBIENTE SALUBRE, ignorati o calpestatiti dall’organizzazione capitalistica del lavoro. Aggiungo, che il rapporto tra l’UOMO-OPERAIO e la NATURA è INDISSOLUBILE in quanto DERIVA DALLA NATURALITA’ STESSA DELL’UOMO, essendo che, come per MARX ed ENGELS, la NATURA è il CORPO INORGANICO dell’UOMO. Donde che può anche dire, in un certo senso, che ogni passo in avanti e conquista dell’UOMO-OPERAIO prepara una nuova condizione, QUELLA IN CUI SIA POSSIBILE lo SVILUPPO MIGLIORE dell’UOMO-NATURA e del SUO CORPO INORGANICO, in CUI (cioè) CESSI CONTEMPORANEAMENTE sia la MUTILAZIONE DELL’UOMO sia la MUTILAZIONE della NATURA, ovvero CESSI la SEPARAZIONE DELL’UOMO e della NATURA dai “BISOGNI UMANI”.
Sicché anche tutto ciò che si ottiene con lo sciopero, il lavoro sindacale, il lavoro antimilitarista , il reclutamenti, l’agitazione, le lotte sociali e ogni minima vittoria operaia ACCELERANO LA FINE del MONDO del CAPITALE come POTENZA SOCIALE CHE SI CONTRAPPONE ai “BISOGNI UMANI” dell’UOMO tra cui il primario “BISOGNO UMANO” della NATURA che come tale è un BISOGNO SOCIALE. Il LAVORO è il CORRISPETTIVO DIALETTICO TRA LA NATURA E L’UOMO e tra L’UOMO, LA NATURA e la STORIA.
Da ciò si comprende come LA CLASSE SOCIALE dell’UOMO-LAVORATORE che TRASFORMA la NATURA in NATURA UMANIZZATA, RISULTA ESSERE, sia come UOMO che come CLASSE SOCIALE, la PARTE PIU’ INTERESSATA ad una ECOLOGIA INTEGRALE che, come tale, non può non collegarsi anche alla ECONOMIA, quindi al CONTROLLO SOCIALE della PRODUZIONE, “del COSA” e “COME PRODURRE” e PERSEGUENDO LA STRATEGIA DELLE RIFORME SOCIALI per ATTUARE LA DEMOCRAZIA SOCIALE prefigurata dalla COSITUZIONE DEL 1948, nella CONVERGENZA POLITICO/CULTURALE DI DOSSETTI E TOGLIATTI per REALIZZARE IL CONTROLLO SOCIALE E LA PROGRAMMAZIONE DEMOCRATICA DELL’ECONOMIA, nella quale”ogni cosa viene legata a tutte le altre “ , che è la Prima Legge dell’ecologia, come diceva COMMONNER e come era anche per LAURA CONTI, che anche dal SENATO ci sosteneva al punto che, con Laura CONTI, d’ALBERGO e NOI FONDAMMO IL “MOVIMENTO NAZIONALE ANTIFASCISTA PER LA DIFESA E IL RILANCIO DELLA COSTITUZIONE”, per SOSTENERE LA COSTITUZIONALE LEGGE PROPROZIONALE e IL CONTROLLO SOCIALE DELL’ECONOMIA.
QUESTO ANCHE PER EVITARE IL CORPORATIVISMO “VERDE” – contro cui si batteva LAURA – CON UNA CONCEZIONE SOCIALE sia dello ATATO che della ECONOMIA, SAPENDO – come stando in Senato vedeva bene Laura CONTI – CHE I GOVERNI SONO COME GLI “ESECUTIVI D’IMPRESA” CHE DISTRUGGONO L’AMBIENTE.
LAURA CONTI, AMBIENTE PRODUZIONE CONTROLLO SOCIALE DEMOCRAZIA: ISTITUZIONI POLITICHE E SOCIALI E QUALI FORME DI POTERE E DI STATO
Ho ben presente quei tre anni in cui da segreteria regionale del PCI della Lombardia, con LAURA CONTI, che partecipava alle riunioni, essendo io ero responsabile delle Politiche economiche e del lavoro della Regione Lombardia, mi era facile intendermi con Laura, anche sul significato – come ho detto sopra – del RAPPORTO tra ECOLOGIA e il MARXIANO concetto di “FORZE PRODUTTIVE” (che fu poi, credo, la base della collaborazione tra LAURA CONTI e Barry COMMONER), nonché con le QUESTIONI delle RIFORME DEMOCRATICHE E SOCIALI DELLA ORGANIZZAZIONE DEL POTERE E DELLO STATO, a cui devono contribuire i movimenti di massa anche quelli ambientalisti, in quanto democratizzazione, socializzazione e RIFORMA DELLO STATO sono INDIPESNSABILI per perseguire ed ottenere una ECOLOGIA INTEGRALE tramite una democrazia sociale e di massa e POTERI DAL BASSO, che sono tutti e tanti dei motivi che occorre ricordare, continuamente, parlando di Laura CONTI ricordando che il suo metodo di analisi coincidente con il nostro era il METODO DI ANALISI DEL MATERIALISMO STORICO, cosa da ricordare sopratutto OGGI che ci troviamo IN PRESENZA di un dominante processo di “CONTRAFFAZIONE”(persino da presunti filosofi marxisti), di tutto quel BAGAGLIO TEORICO DEL MARXISMO a cui LAURA CONTI non solo ricorreva ma ne era uno dei massimi rappresentanti.
Anche LAURA CONTI riteneva possibile l’ECOLOGIA INTEGRALE solo se si supera la dicotomia tra questioni sociali come l’ambiente e la democratizzazione dei poteri dello stato, e se NON SI SEPARA L’ECOLOGIA dal LAVORO e dal CONTROLLO OPERAIO E SOCIALE DEMOCRATICO della FABBRICA, del TERRITTORIO e dell’ECONOMIA, RISPETTO CUI il RUOLO del LAVORO, cioè, marxianamente, DELL’UOMO/NATURA, non è solo quello di produrre, ma é in primis quello di CONTROLLARE e poi di MODIFICARE e SUPERARE il sistema economico e di produzione capitalistico, votato allo sfruttamento illimitato della natura e del lavoro dell’uomo. In questo emerge il ruolo e la funzione svolta da LAURA CONTI, diversa da tutti coloro che si manifestano ambientalisti, perché Laura CONTI era anzitutto marxista, prima che ambientalista. In quanto sapeva bene che IL CAPITALE E’ UNA POTENZA SOCIALE – di cui il capitalista è l’agente- che ha ormai perso qualsiasi rapporto proporzionale TRA LA PRODUZIONE CAPITALISTICA e le CONDIZIONI SOCIALI E DELLA NATURA nella quale essa funziona: ESSENDO UNA POTENZA SOCIALE ESTRANEA, INDIPENDENTE E SUPERIORE, che si CONTRAPPONE ormai SENZA LIMITI sia ALLA SOCIETA’ che alla NATURA . Fino a quando, almeno, il rapporto di produzione capitalistico non sarà TRASFORMATO in condizioni di PRODUZIONI SOCIALI, COMUNI, E GENERALI, volte cioè a privilegiare la NATURA in quanto CORPO INORGANICO DELL’UOMO e della sua VITA.
Se trascuriamo le iniziative, i documenti e gli articoli direttamente ispirati dai gruppi economici, dagli Stati, dai governi e Circoli capitalistici (tra cui spiccano il GOVERNO assurto a PARTITO/STATO di DRAGHI, CHE COMPRENDE TUTTI QUELLI CHE STANNO AL GOVERNO e le consorterie di sostenitori striscianti e prezzolati giornalisti di regime) e SE PRIVILEGIAMO gli scritti che riflettono PUNTI di VISTA SCIENTIFICI (di cui è parte anche Mario Agostinelli), possiamo dire che nella TEMATICA ECOLOGICA ci sono almeno TRE MOTIVI che ci riportano al NUCLEO TEORICO DEL MARXISMO CLASSICO: tre motivi che a mio avviso erano ben presenti nel PENSIERO DI LAURA CONTI che la portava a CONFLIGGERE DURAMENTE con vari ecologisti anche dell’Arci/ambiente di cui è stata presidente, e che da parte nostra possiamo esemplificare nei modi che seguono.
LA MARXISTA LAURA CONTI E L’ESTENSIONE DI AMBIENTE, SCIENZA E TECNICA NEL CONCETTO MARXIANO DI FORZE PRODUTTIVE
Il PRIMO MOTIVO che riconduce la tematica ecologica al nucleo teorico del marxismo classico, è nella ADOZIONE implicita del SIGNIFICATO più ESTENSIVO del CONCETTO MARXIANO DI “FORZE PRODUTTIVE”, che non solo INCLUDE le tradizionali risorse dell’AMBIENTE e della TECNICA direttamente impiegate nella produzione, e l’UOMO-LAVORATORE in PRIMIS; ma secondo il concetto marxista, INCLUDE anche LA NATURA NON ANCORA UTILIZZATA DALL’INDUSTRIA e dallo stesso UOMO/NATURALE con i suoi bisogni vitali, o culturali vitali, quindi anche e in primis i BISOGNI VITALI citati da AGOSTINELLI, cioè i DIRITTI SOCIALI DEL MONDO DEL LAVORO.
Questo è un PRIMO ASPETTO senza il quale, se non viene ricordato, si amputa sia il pensiero marxista che quello ecologica a cui faceva riferimento anche LAURA CONTE. Perché LAURA CONTE non era semplicemente quello che oggi usa dirsi “ambientalista”, ma era una GRANDE DONNA marxista e conseguentemente anche comunista, partigiana, deportata in quel CAMPO DI CONCENTRAMENTO di Bolzano dove per altro – per aver cercato di aiutare i reclusi ad evadere – finirono anche il padre di CINI che AGOSTINELLI ben conosce (entrambi del “Centro d’ALBERGO-IL LAVORATORE”): padre di CINI che insieme a Marina ROSSANDA e Laura CONTI e Giuseppe DE LUCA – marxista e redattore della rivista SAPERE di MACCACARO e poi di altre riviste, tra cui “SE-Scienza esperienza”, impegnato in fabbrica con gli operai sulla questione SALUTE-NATURA-AMBIENTE E CAPITALE – FONDARONO nel Territorio dei boschi di TRADATE/APPIANO, la Cooperativa Marcella, che ho fatto conoscere anche ad Agostinelli.
La Cooperativa “Marcella” (nome di una partigiana) FU, come anche LA MONTEDISON DI CASTELLANZA, un CENTRO MOTORE della elaborazione e delle lotte per il CONTROLLO OPERAIO DELLA SALUTE e DELL’AMBIENTE sia IN FABBRICA che NEL TERRITORIO varesino, prima, e poi milanese e lombardo IN CUI SI ATTUO’ IL CONTROLLO OPERAIO E SOCIALE della SALUTE E DELL’AMBIENTE IN FABBRICA E NEL TERRITORIO che, con il concorso degli ENTI LOCALI e dei COMITATI di ZONA, ANTICIPO’ l’attuazione DELLA RIFORMA SANITARIA, di cui la legge 833/78 del Parlament,o fu sostanzialmente il recepimento di quanto A PARTIRE DALLA FABBRICA E DAGLI OPERAIA già veniva attuato ANCHE NELLE FORME DELLA PREVENZIONE, nelle FABBRICHE e nel TERRITORIO della provincia di Varese e poi del milanese e della Lombardia, con il CONCORSO DEI COMUNI LOCALI.
AMBIENTE E LOTTE OPERAIE CONTRO L’ECONOMICISMO PRODUTTIVISTA CHE CON LA CINA SI E’ ORAMAI ESTESO ALL’INTERO PIANETA
Tutto questo, in nome della salute e dell’ecologia, fu derivato della teoria marxista e delle conseguenti LOTTE OPERAIE e del PCI e del MOVIMENTO OPERAIO, volte ad EVITARE DI RIPETERE L’ESPERIENZA DELLA RIVOLUZIONE PASSIVA, di cui a proposito del TAYLORISMO paralava GRAMSCI in AMERICANISMO E TAYLORISMO (taylorismo e rivoluzione passiva che hanno scontato la dicotomia tra fabbrica e società) in forza dei NUOVI CONTENUTI CHE LA LOTTA OPERAIA degli anni 60/70/80 E’ RIUSCITA AD IMPRIMERE IN RIFERIMENTO ALLA SALUTE E ALL’AMBIENTE SIA IN FABBRICA CHE NEL TERRITORIO E NELLA SOCIETA. In un impatto diretto con la ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO e quindi con la STRUTTURA GERARCHICA DELL’IMPRESA (intesa, anche sotto questo profilo, come MICROCOSMO DELLA SOCIETA).
Cosa questa, della trasformazione dell’organizzazione del lavoro e della gerarchia d’impresa in funzione della salute e dell’ambiente in fabbrica e nella società, che sarebbe di grande importanza in quei PAESI in cui è in atto una MODERNIZZAZIONE CAPITALISTICA, se SOLO ci fosse ancora UN MOVIMENTO OPERAIO CAPACE DI LOTTE che, invece, NON C’E’ PIU’ NEMMENO in CINA, dove è IN ATTO UNA gigantesca RIVOLUZIONE PASSIVA anche RISPETTO ALLA SCIENZA e soprattutto alle derivate NUOVE TECNOLOGIE CAPITALISTICHE (e quindi l’organizzazione della fabbrica” ASSUNTE COME PURA OGGETTIVITA’. In una CINA dalla PROSPETIVA CULTURALMENTE ANGUSTA E RIDUTTIVA propria del MATERIALISMO POSITIVISTA, in cui si ASSOMMANO E SI COMPEDIANO lo SCIENTISMO TECNOLOGICO CAPITALISTICO – anch’esso assunto dagli italici filo-capitalismo cinese con qualche spruzzata di dialettica-materialistica, ignorando l’osservazione di MARX nel Capitale: “La stessa facilità del lavoro diventa un MEZZO DI TORTURA, giacché LE MACCHINE NON LIBERANO DAL LAVORO L’OPERAIO ma tolgono il contenuto del suo lavoro”– e uno SMACCATO ECONOMICISMO e POSITIVISMO EVOLUZIONISTICO, già dei menscevichi e della socialdemocrazia, tanto che con la CINA SEMBREREBBE quasi di esser TORNATI, mutatis mutandi, a quello che ERIC HOBSBAWN ha descritto in “IL TRIONFO DELLA BORGHESIA”.
LA DISTRUZIONE AMBIENTALE DELL’ACCUMULAZIONE CAPITALISTICA E’ SBARCATA IN CINA
CON TUTTI I DANNI PIU TRAVOLGENTI DELLO SVILUPPISMO CAPITALISTICO E DELL’ECONOMICISMO PRODUTTIVISTA, senza alcun RIGUARDO PER LA FASCIA PROTETTIVA della NATURA NON ANCORA UMANIZZATA, che in un Paese come la Cina che ha una popolazione superiore ad un continente, contribuisce in modo GIGANTESCO al SISTEMA della accumulazione capitalistica e ad incrementare la PRODUZIONE capitalistica, con una DISTRUZIONE SENZA LIMITI della NATURA AMICA, MERCIFICANDO E DILATANDO LA NATURA UMANIZZATA. Per cui si vanno avvertendo le drammatiche conseguenze che si prospettano per la sopravvivenza della specie umana, di cui colpisce l’ampiezza documentativa e l’analisi critica di HARVEY ( ad esempio sulla CEMENTIFICAZIONE DELLA CINA la cui dimensione non ha precedenti), circa tutte le conseguenze derivate dal fatto che anche la CINA, pur di agganciarsi alla “globalizzazione” capitalistica, è arrivata a perseguire il MODELLO della ACCUMULAZIONE CAPITALISTICA e di MODERNIZZAZIONE CLASSICO/LIBERALE quanto alla STRUTTURA ECONOMICA CAPITALISTA, ma di TIPO AUTORITARIA staliniana – quindi antimarxista e anti leninista – quanto alla SOVRASTRUTTURA.
LAURA CONTI E IL DIBATTITO SU AMBIENTE, SALUTE E POTERE DELL’OPERAIO SUL “COME E COSA PRODURRE”
Sono temi che negli anni di LAURA CONTI erano ben presenti nel dibattito, come anche la consapevolezza che il marxismo e l’arricchimento leninista, hanno sconfitto, nell’esperienza viva del movimento operaio, il mito dell’”isola del socialismo” e la SOTTOVALUTAZIONE del problema DELLO STATO, a cui si affidava, in URSS come oggi in CINA, l’emancipazione dell’operaio da un lavoro “privato del suo contenuto” – come diceva MARX nel Capitale -– ad una sorta di liberazione dall’esterno, CONCEPENDO LA GESTIONE DELLO STATO COME MEZZO PER PORTARE LA LIBERAZIONE ALL’OPERAIO racchiuso nella fabbrica, e una liberazione attraverso la MACCHINA (oggi la nuova macchina tecnologica), che diventa la messianica automazione che possiamo vedere teorizzata tuttora, nei Paesi capitalisti ma anche in paesi cosiddetti “socialisti”.
Sicché insieme all’automazione e con LO STATO (gestito dal partito), si realizza una sorta di TRANSFERT dove l’OPERAIO, in TEORIA, si dice che E’ IL PADRONE dello STATO (pur se il vero padrone è il PARTITO/STATO) e QUINDI che é GESTORE DELLA FABBRICA, MA NON E’ IL PADRONE DEL MODO DI PRODURRE: con in più il fatto che in CINA c’è il POTERE D’IMPRESA E DELLA PROPRIETA PRIVATA, c’è IL SISTEMA ECONOMICO E DI MERCATO DEL CAPITALISMO.
Per cui:
1) la SCIENZA APPLICATA, cioè la TECNOLOGIA che dovrebbe entrare in fabbrica per emancipare il lavoratore, ASSUME LE VECCHIE FORME DI SCIENZA APPLICATA DEL VECCHIO, SISTEMA CAPITALISTICA – che tanto abbiamo combattuto anche in Italia e che la Rivoluzione comunista aveva abrogato – per cui , anche in CINA, IL MORTO RITORNA E GUIDA IL VIVO, SENZA ALCUN RIGUARDO NE PER L’AMBIENTE NE PER LA SALUTE;
2) anche NELL’AMBIENTE all’esterno della fabbrica, OGNI STRUTTURA AUTORITARIA DELLO STATO, come è anche lo Stato cinese, il PROCESSO di liberazione/emancipazione dei lavoratori, risulta MUTILATO DALLA MANCANZA DI UNA DIALETTICA E LOTTA DI POTERI NELLA FABBRICA, NELLA SOCIETA’ E NELLO STATO, DIALETTICA CHE RICHIEDE i suoi NECESSARI MOMENTI CONFLITTUALI, che MUOVA DALLA FABBRICA E DAI CONTENUTI di una RICERCA CONTESTATIVA sul “COME PRODURRE”, E SUL CHE “COSA PRODURRE: dialettica conflittuale che è la sola alternativa REALE alla FINZIONE DELL’EQUILIBRIO DEI POTERI teorizzata dal DIRITTO BORGHESE/CAPITALISTA.
Quello che accade oggi in CINA e accadeva in URSS lo discuteva anche con Laura CONTI, già allora, cosi come quanto sopra ricapitolato, proprio in forza dall’impostazione marxisti che aveva anche Laura CONTI, come Salvatore d’ALBERGO e tutti noi altri della Cooperativa Marcella, dove per altro , NEGLI ANNI 80, SI TENNE UN GRANDE CONVEGNO (organizzato dal Centro il lavoratore che aveva la sede sociale preso la Cooperativa) sul “RILANCIO DELLA RIFORMA SANITARIA e PREVENZIONE ECOLOGICA”, sottotitolo “SENZA CONTROLLO DEMOCRATICO/SOCIALE DELLA PRODUZIONE CAPITALISTICA E DELL’ECONOMIA NON C’E’ ECOLOGIA”, in cui io tenni la Relazione e d’ALBERGO e Laura CONTI le conclusioni. Ma intervennero tra gli altri SCATTURIN, FORTE, VALOTA, TRONCONI e vari altri che partecipavano al GRUPPO di LAVORO di NEROSUBIANCO organizzato da AGOSTINELLI in CGIL LOMBARDIA.
LA COMPOSIZIONE DEI PARTECIPANTI DI VARI INDIRIZZI CULTURALI insieme alla INTERDISCIPLINARIETA’ dei marxiani del Centro e della Cooperativa, realizzava una UNITA’ DI TUTTE LE SCIENZE TIPICAMENTE MARXISTA E GRAMSCIANA, CAPACE DI SUPERARE IL METODO DELLA SEPARATEZZA TRA LE DIVERSE SCIENZE E CONOSCENZA, INDISPENSABILE PER SUPERARE IL METODO DELLA SEPARATEZZA TRA LE DUE CULTURE E per realizzare UNA ECOLOGIA INTEGRALE (“che tutto collega”), che richiede una VISIONE INTERDISCPLINARE SPECIE L’ECONOMIA E LE FORME DEL POTERE E DELLO STATO per dare SBOCCO A QUESTIONI SOCIALI DI VASTA PORTATA COME L’ECOLOGIA.
IL RIFIUTO DELLE VISIONE GENERAL/GENERICA DEI FILOSOFI SULL’ECOLOGIA E LO STATO
Anche su questo – che era contenuto nella mia relazione – concordarono in primis D’ALBERGO E LAURA CONTI e tutti i presenti, che sottolinearono anche che LA VISIONE più NEGATIVA E DA RESPINGERE E’ QUELLA DI “FILOSOFI” anche MARXISTI che con separazione dalla ECONOMIA e dal DIRITTO, non sono ne filosofi ne tanto meno marxisti, che danno una visione puramente FILOSOFICA sia della ECOLOGIA che delle forme di POTERE E di STATO, a scapito di una corretta e concreta analisi del RAPPORTO tra FORME ECONOMICHE e finanziarie CAPITALISTICHE e i SISTEMI ISITUTZIONALI DEGLI STATI E DEI POTERI. Portando ad un fuorviamento che impedisce di cogliere, sia la portata ECONOMICISTA della GLOBALIZZAZIONE e le sue PLANETARIE CONSEGUENZE DISTRUTTIVE DELL’AMBIENTE, meglio VISIBILE NELLA GIGANTESCA DISTRUZIONE DELLA NATURA AMICA in corso nel PIU’ GRANDE PAESA CAPITALISTA DEL MONDO, la CINA (ripetiamo, si vedano ad es. i dati e analisi di HARVEY, che abbia riportato in precedenza), ad opera del totalitarista ECONOMICISMO/CAPITALISTA CINESE. Rispetto al quale, sedicenti “filosofi marxisti”( il marxismo non è filosofia ne scienza, ma è MARXISMO cioè UNITA’ DI TUTTE LE SCIENZE E CULTURA in una), risultano essere IMBELLI e privi di AUTONOMIA TEORICA da assumere il METODO della separatezza del GIUSPOSITIVISMO DAL GIUSNATURALISMO e del METODO GIURDICO dal METODO SOCIOLOGICO (ma più in generale della separazione della filosofia da ogni altra scienze), sull’onda del “normativismo” borghese (di stampo soprattutto kelseniano).
Donde che all’opposto di GRAMSCI – di cui pure il CAPUTO scrive su paginate su paginate di giornali on line – tali sedicenti “filosofi marxisti” NON SANNO FARE ALTRO che, per un verso, dare UNA VALUTAZIONE PURAMENTE FILOSOFICA/ASTRATTA della questione ECOLOGICA (separandola dall’economia e dalla concetto marxiano di “forse produttive”) e dall’altro verso, non sanno DARE UNA VALUTAZIONE ANCHE GIURIDICA, cioè ANALITICA/CONCRETA, della QUESTIONE DELLO STATO, limitandosi ad una valutazione puramente “FILOSOFICA” e quindi SINTETICA E GENERICA/GENERALE DELLO STATO E DELLE FORME DI POTERE, QUINDI NON CONCRETATA STORICAMENTE.
Sicché, anche quando scrivono di GRAMSCI non sanno fare emergere che EGLI “NON SI è LIMITATO A PARLARE DEL DIRITTO E DELLO STATO NEL CONTESTO GENERALE DELLA FILOSFIA DELLA PRASSI, ma ha saputo cogliere anche gli ASPETTI TEORICI relativi alle specifiche “FORME” DELLO STATO E DEL POTERE, con cui, nel caso, nello stato italiano si sono TRADOTTI in TERMINI ISTITUZIONALI E NORMATIVI – e quindi anche GIURIDICI- I VALORI CUI SI ISPIRA L’ORGANIZZAZIONE DEL POTERE nella SOCIETA’ CAPITALISTICA” (Salvatore d’Albergo), con tutti i necessari RIFERIMENTI STORICI, CIOE’ CON ANALISI DELLA REALTA EFFETTUALE IN QUANTO STORICAMENTE FONDATA E DOCUMENTATA.
MARXISMO E GRAMSCISMO DI LAURA CONTI PER UNA ECOLOGIA INTEGRALE E CONTRO LA “COSTITUZIONE MATERIALE” DEFINITA DA GRAMSCI E BERLINGUER “COLPO DI STATO”
ANCHE LAURA CONTI SI BATTE’ CONTRO IL MAGGIORITARIO E LE DESTRE INTERNE AL PCI DIVENTATE IN ITALIA COME IN CINA IL “CAVALLO DI TROIA DEL CAPITALISMO”
LAURA CONTI concordava col fatto che PER una ECOLOGIA INTEGRALE ED UNA VALUTAZIONE CORRETTA SIA DELLA STRUTTURA ECONOMICA CAPITALISTA (in cui si opera o che si analizza), SIA DELLE ISTITUZIONI STATALI occorre dare rilievo alla DIALETTICA SOCIALE e ai soggetti protagonisti del conflitto degli interessi, come suggerisce lo stesso GRAMSCI proprio con riguardo alla necessità di UNA ESPOSIZIONE OBBIETTIVA E ANALITICA DELLE QUESTIONI, ma specialmente, una ANALISI CRITICA DELLE FORZE POLITICHE E SOCIALI CHE COSTITUISCONO I DIVERSI STATI, SIA PLURIPARTITI CHE DI PARTITO UNICO, in una sufficiente prospettiva storica.
UNO STUDIO SERIO FATTO CON PROSPETTIVA STORICA E CON METODI CRITICI E ANALITICI (anziché generali/generici propri della separatezza filosofica, n.d.r), sono uno dei mezzi più efficaci per COMBATTERE L’ASTRATTISMO MECCANICISTICO E IL FATALISMO DETERMINISTICO (Gramsci Q. 14, pag. 1666), che sembrano essere i mali sia di un certo ambientalismo ma anche e unitamente all’ECONOMICISMO sono particolarmente propri e prevalenti nei Paesi di più recente modernizzazione capitalistica, di cui sono principale esempi la CINA CAPITALISTICA e le AD ESSE riferite ANALISI genericamente FILOSOFICHE di SEDICENTI FILOSFI MARXISTI.
GRAMSCI all’opposto di tali filosofi che più che altro fanno pura “letteratura” su di lui e sul marxismo, dice che per capire SIA IL DIRITTO in generale che le FORME DI STATO e le loro costituzioni in particolare, occorre guardare a come registrano i rapporti sociali, e a come e se i DOCUMENTI LEGISLATIVI codificano e assumono i rapporti reali in “ISTITUTI GIURIDICI” che complessivamente sappiano aderire e DARE CORPO “REALE” alla ORGANIZZAZIONE DEL POTERE , quello reale VIGENTE NELLA PRASSI: espressione questa in cui è meglio sintetizzabile il senso di quel che si intende classificare come COSTITUZIONE “REALE” , CONTRO cioè la concezione della COSIDETTA CASTITUZIONE “MATERIALE” teorizzata DAI REGIMI REAZIONARI come il FASCISMO e il NAZISMO. COSTITUZIONE MATERIALE (che GRAMSCI e BERLINGUER definirono un “COLPO DI STATO) di fatto affermata e attuata nella prassi anche dell’URSS, staliniana, CHE (seppur senza essere teorizzata come nei regimi fascisti) HA SOPRAFFATTO LA “COSITUZIONE REALE”, cioè LA COSTITUZIONE FORMALE E SCRITTA PIU AVANZATA DEL MONDO (che DOSSETTI nell’Assemblea Costituente arrivò a proporre di riprenderla per la nostra CARTA), IN UN CONTRASTO ESPLOSO TRA “COSTITUZIONE MATERIALE” (cioè quella che viene applicata nella prassi e nell’organizzazione del potere) e la “COSTITUZIONE REALE” cioè “SCRITTA E SOCIALISTA SCRITTA” proprio APPENA QUESTA ERA STATA APPROVATA (nella meta degli anni 30 quando iniziò l’era dei processi contro gli innocenti dirigenti bolscevichi).
COSTITUZIONE MATERIALE TEORIZZATA DAL NAZI/FASCIMO, ASSUNTA DI FATTO ANCHE IN URSS E NELL’ATTUALE CINA’.
DRAGHI OMAGGIA S. D’ALBERGO CHE PRECONIZZO’ CHE PER UNA SOVVERSIONE COSTITUZIONALE SAREBBERO RICORSI ALLA GOLLISTA VIA FRANCESE.
Quanto è accaduto nell’URSS di STALIN SUBITO DOPO L’ENTRATA IN VIGORE DELLA COSTITUZIONE SOVIETICA, era un esempio citato da noi come anche da LAURA e che dovrebbe mettere in guardia quei compagni che si entusiasmano quando leggono documenti giuridici della CINA attuale, come se di per se lo scritto corrisponda al sistema e reale, alla prassi e all’organizzazione del potere reale, mentre al contrario anche IN CINA, da quando E’ PREVALSA LA “DESTRA COMUNISTA” INTERNA AL PComunista CINESE, che come tutte le “destre comuniste” interne ai Partiti Comunisti si sono rivelate essere il CAVALLO DI TROIA del CAPITALISMO, in CINA come in ITALIA e ovunque: “LE CAUSE ESTERNE OPERANO ATTRAVERSO QUELLE INTERNE (MAO Sulla contraddizione …), sicché, attraverso la “causa interna” della destra di TEN XIAPING, SI E’ IMPOSTA ANCHE IN CINA LA TEORIA GIURIDICA DELLA C.D. “COSTITUZIONE MATERIALE , che in Italia è stata persino teorizzata dal Mortati e assunta contro la “Costituzione scritta reale” da molti governi italiani, specie dagli ultimi governi e in primis quello DRAGHI, dogmatico come sui green pass, accentratore e decisionista, che col suo GOVERNO trasformato in superfetazione del PARTITO/ STATO (composto da tutti i ministri assorbiti ed estraniati dai loro partiti di provenienza) CANCELLA I PARTITI E IL PARLAMENTO. Con ciò DRAGHI sembra il impegnato a tentare di seguire LA STRADA DELL’EVERSIONE DELLA REPUBBLICA PARLAMENTARE già percorsa dal GENERALISSMO DE GAULLE e IN TAL MODO a RENDENDO OMAGGIO a SALVATORE D’ALBERGO che fin DAGLI ANNI 80 E 90 IN POI, SSISTENNE che la VIA DELLA SOVVERSIONE DELLA COSTITUZIONE ITALIANA FONDATA SUL LAVORO sarebbe PRINCIPALMENTE potuto venire in Italia, da qualcuno che seguisse lo stesso percorso eversivo seguito dalla FRANCIA del Generale DE GAULLE. Donde che non ci sorprende che giornali francesi di DESTRA, paragonino a De GAULLE il nostro DRAGHI, che già quando DENUNCIAMMO CHE I DPCM di CONTI (che tagliavano fuori il Parlamento), sarebbero stati un pericoloso precedente precedente se a CONTI fosse succeduto DRAGHI, col suo seguito di poteri occulti e palesi impegnati ad usarlo; DRAGHI che, infatti, DA SOVRANISTA EUROPEISTA E ATLANTICO, e PER CONTO DEL COSMOPOLITISMO e del SOVRANISMO EURO/ATLANTISTA DEI FINANZIERI E DEGLI AFFARISTI E SPECULATORI ANGLOAMERICANI, ritiene che il SUO POTERE sia PARI al POTERE COSTITUENTE che la TEORIA della cosiddetta ”COSTITUZIONE MATERIALE” attribuisce al “POTERE DI INDIRIZZO” DEL GOVERNO come “POTERE INTEGRATIVO O SOSTITUTIVO della REALE “COSTITUZIONE SCRITTA”.
UN “POTERE DI DECISIONE E DI INDIRIZZO” DEL GOVERNO, CHE – ad essere onesti – ANCHE IN CINA PREVALE sulla ASSERITA E PROCLAMATA e cosiddetta “COSTITUZIONE SOCIALISTA”; SULLA QUALE “COSITUZIONE SCRITTA”, appunto, PREVALE UNA “COSTITUZIONE MATERIALE” MATERIALIZZATASI con L’INTRODUZIONE DEL SISTEMA ECONOMICO CAPITALISTICO E L’’INVIOLABILITA’ DELLA PROPRIETA’ (senza nemmeno imporre un fine sociale all’impresa come nel ART.41 della nostra Costituzione).
IL TUTTO, anche in CINA, è AVVENUTO PER SCELTA POLITICA e tramite ATTI DI INDIRIZZO DEL GOVERNO del PARTITO/STATO, ovvero SECONDO LA TEORIA GIURIDICA DELLA “COSTITUZIONE MATERIALE” (che PERMISE di introdurre “MATERIALMENTE”, il FASCISMO, SENZA MUTARE QUELLA SCRITTA).
In quanto tale teoria, attribuisce al POTERE di decisione e degli agli ATTI di L’INDIRIZZO DEL GOVERNO un VALORE COSTITUENTE, anche rispetto alla COSTITUZIONE SCRITTA : donde che GRAMSCI e BERLIGUER la definirono un “colpo si stato. Ma anche taluni c.d. “comunisti”, considerandosi “materialisti”, mancando di conoscenza di STORIA E DIRITTO. vengono fuorviati e ritengono meglio una “Costituzione ‘materiale” della Costituzione formale”, quale è quella scritta e rappresenta la “COSTITUZIONE REALE”: donde ci sono anche comunisti fuorviati, che per l’ITALIA oltre che per la CINA, considerano la COSTITUZIONE “MATERIALE” meglio di quella “formale”: senza nemmeno ricordarsi che si tratta della TEORIA GIURIDICA che PERMISE di introdurre il regime FASCISTA senza mutare la Costituzione scritta, ma con la semplice azione di l governo.
Con ciò si può arrivare a fuorviare anche chi tende ad appellarsi alle parole scritte nei “DOCUMENTI LEGISLATIVI” della Repubblica Popolare cinese, considerando i principi, i valori, le asserzioni come indicatrici della vigenza di cose molto giuste e come conferma della vigenza di un REGIME e di una NATURA SOCIALISTA delle REPUBBLICA POPOLARE CINESE, considerando le parole scritte “IPSO FATTO” corrispondenti alla realtà dell’organizzazione statale e sociale, senza verificare se corrispondono alla REALTA’ VIGENTE, DOMINATA dalla “MATERIALITA’” del SISTEMA ECONOMICO E DI MERCATO CAPITALISTA A CHE ANNULLA E RENDE IMPOSSIBILE ASSERIRE CHE si tratta di “CAPITALISMO DI STATO” .
Per definire l’’URSS, LENIN adottò diverse formule: lo definì un”REGIME DI COOPERATORI BENISTRITI”(nel testamento), e al IX Congresso del partito: “UNO STATO OPERAIO CON DEVIAZIONE BUROCRATICA”(classe operaia di cui della e in CINA poco i nulla si parla) ed anche la NOZIONE DI “CAPITALISMO DI STATO” è stata usata in una certa fase da LENIN, e successivamente da altri e in Occidente PER DEFINIRE UN PAESE COME L’URSS PROPRIE perché – all’opposta dell’attuale CINA – NON ESISTEVA NE LA PROPRIETA PRIVATA NE IL MERCATO NE I CAPITALISTI NE IL CAPITALISMO (nemmeno sotto STALIN, al cui REGIME e forme di potere e di STATO AUTORITARIO si rifanno i cinesi) .
Quindi, tale nozione NON E’ ADOTTABILE PER LA CINA MERCATISTA E CAPITALISTA E DOVE LO STATO SI TROVA AD AMMINISTRARE UNA ECONOMI DI MERCATO CON UN RUOLO SIMILE A QUELLO CHE LO STATO AVEVA NEI REGIMI NAZIONALISTI E REAZIONARI DELL’ITALIA, DELLA GERMANIA, IN CUI FORTISSMO ERA L’INTERVENTISMO STATALISTA NELLA ECONOMIA CAPITALISTA E DI MERCATO, – COME ANCHE CINA -, MA NESSUNO SI SOGNEREBBE DI DIRE CHE QUEI REGIMI NAZIONALISTI/REAZIONARI ERANO CAPITALISMO DI STATO. Oggi si potrebbe ben dire che, IN REALTA’, ereditato dall’URSS, c’ è PIU’ STATALISMO o “CAPITALISMO DI STATO” NELLA RUSSIA ATTUALE, che in CINA.
DOVE CE’ UNA STRUTTURA ECONOMICA CAPITALISTA E IL MERCATO NON E’ “CAPITALISMO DI STATO”
DUNQUE E’ UN FALSO STORICO E TEORICO ASSERIRE CHE QUELLO DELLA CINA CAPITALISTA “E’ CAPITALISMO DI STATO” letteralmente “APPROPRINDOSI ” di una delle DEFINIZIONE USATE PER L’URSS DOVE, ALL’OPPOSTO DELLA CINA MERCATISTA, NON C’ERA NE IL MERCATO NE CAPITALISTI E CAPITALISMO E LO STATO ERA VERAMENTE TUTTO, AL PUNTO CHE LO STATO DECIDEVA ANCHE I PREZZI E SOSTITUIVA IL MERCATO persino NELLA REGOLAZIONE DEI RAPPORI DI SCAMBIO: all’opposto che nell’Europa centrale e orientale, in Italia, in Germania, negli Stati Uniti in cui forte era il ruolo dello stato in quella che era comunque economia di mercato(sicché nessuno si azzardò o si azzarda dirlo “capitalismo di stato!!), l’UNIONE SOVIETICA INVECE GESTIVA DIRETTAMENTE LE PROPRIE CAPACITA’ PRODUTTIVE E SEGUENDO UN MODELLO SIA POLITICO CHE STATALE DELLA ECONOMIA : DI UN MODELLO ECONOMICO DELL’ECONOMIA IN CUI LA POLITICA ERA PREPONDRANTE NELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SOVIETICA, al punto che I DIRIGENTI POLITICI ASSUNSERO L’INIZIATIVA DI GETIRE LOSVILUPPO ECONOMICO: POLITCA E STATO ERANO TUTTO, PER QUESTO SI POTEVA DEFINIE “CAPITALISMO DI STATO” QUELLO DELL’URSS IN CUI LO STATALISMO ERA TOTALE, il solo e unico modello alternativo al capitalismo, al punto che Anthoni GIDDENS, DEFINI’ L’URSS “SOCIALISMO DI STATO”.
Dunque, E’ UN FALSO STORICO E TEORICO ANCHE QUELLO DI CHI, come Renato CAPUTO, SI E’ AZZARDATO A SCRIVERE: “Non essendoci le condizioni oggettive e soggettive per la realizzazione della società socialista, seguendo la eccezionali intuizioni leniniste, in praticamente tutti i paesi in cui i comunisti sono giunti al potere, più che costruire una società socialista, si è mirato in primo luogo a raggiungere un passaggio intermedio, ossia la realizzazione di un capitalismo di Stato”(RENATO CAPUTO, La Città futura, n. 355).
VOLUTA O MENO, SI TRATTA DI UNA MISTIFICAZIONE PROPRIA DI CHI NON HA COGNIZIONE DEL MATERIALISMO STORICO O, quanto meno, NON SA USARE IL METODO DI ANALISI STORICO-MATERIALISTICO per ANALIZZARE LA FORMAZIONE SOCIALE E POLITICA dell’attuale CINA CAPITALISTA, e nemmeno PER ANALIZZARE l’URSS cosi che il CAPUTO finisce con IGNORARE PERCHE l’URSS POTEVA ESSERE DEFINITA “CAPITALISMO DI STATO”. Evidentemente, il CAPUTO, da FILOSOFO, PREFERISCE RIFARSI, ANZICHE’AL MARXISMO (in cui la filosofia è unità alla storia, al diritto, all’economia e a tutte le scienze), AD UNA GENERAL/GENERICA LETTURA FILOSOFICA ASTRATTA DALLA STORIA, DALLA ECONOMIA E DAL DIRITTO, che da quanto risulta dal diluvio dei suoi articoli, anche quando parla di Marx, o Gramsci o marxismo, CADE NELLA FILOLOGIA – che è cosa che riguarda lo specialismo non il filosofo – oppure si limita a fare della semplice LETTERATURA(marxista) IGNORANDO IL MARXISMO STORICO E POLITICO E SOCIALE che è LA PARTE VIVA DEL MARXISMO E IL METODO DI ANALISI DEL MATERIALISMO STORICO, essendo forse una VITTIMA DI UNA UNIVERSITA CHE DAGLI ANNI 80 E 90 NON E’ PIU NULLA DELL’UNIVERSITA’ , che PIU’ NON PRODUCE VERI “INTELLETUALI” MA SOLO dei SEMPLICI COSIDDETTI “SPECIALISTI”(SIC), che CONOSCONO solo piccole PARTIZIONI del sapere (nel caso persino solo una parte della filosofia, in quanto la separa dalla storia anche della economia)
Di fronte a tale e tanta inintelligenza non possiamo non pensare che un TALE FALSO STORICO non sia una DEGNA CONSEGUENZA DEL DEVIAZIONISMO DI DESTRA DEL REVISIONISMO STORIOGRAFICO e quindi anche TEORICO: INVALSO con L’AMENDOLISMO dalla “DESTRA COMUNISTA” INTERNA ai Partiti Comunisti italiano e cinese, che SI E’ ESTESO E SI ESTENDE a TUTTI I SUCCESSORI, O EREDI O EPIGONI DELL’EX PCI, AFFOSSATO, APPUNTO, DALL’AMENDOLISMO DI NAPOLITANO E DAL COSSUTTISMO che SOPRAVVIVONO nei post-PCI e c.d. COMUNISTI anche FILOSOFI E INTELLETTUALI, TUTTI AVENTI ASCENDENZE CULTURALI E POLITICHE ANTIMARXISTE NELLA DESTRA COSSUTTIANA E/O NELLA DESTRA AMENDOLIANA, che hanno attecchito ANCHE NEL PC cinese tramite l’”AMENDOLA CINESE”, TENG XIAPING: come diceva MAO:“LE CAUSE ESTERNE (del capitalismo n.d.r.)OPERANO ATTRAVERSO QUELLE INTERNE” (della destra comunista di Teng XiaoPing)”(MAO TSETUNG , “Sulla contraddizione”).
CINESERIE E CONTRAFFAZIONE STORICHE E TEORICHE
Ma C’E PERSINO CHI (dalla CINA) COL PIU SOFISTA DEI SOFISMI MISTIFICA CHE LA CINA SAREBBE “UN’ECONOMIA CON CAPITALISTI, MA NON CAPITALISTA”, FINGENDO DI NON SAPERE CHE DOVE C’E’ IL MERCATO, COME IN CINA, L’INTERVENTO DELLO STATO SI RIDUCE A UNA FEDELE TRADUZIONE delle LEGGI DEL MERCATO IN LEGGI DELLO STATO, COME,appunto, AVVENIVA NEI REGIMI REAZIONARI E NAZIONALISTI DI GERMANIA, ITALIA E GIAPPONE e COME AVVIENE OGGI IN CINA.
“UN’ECONOMIA con CAPITALISTI, MA NON CAPITALISTA” NON E’ SOLO UN CALOMOROSO OSSIMORO MA SVELA L’ USO IDEOLOGICO DELLE PAROLE SENZA CONCETTO ( e senza concetto storico):“LE PAROLE SOCCORRONO LA MANCANZA DEI CONCETTO” dice il MEFISTOFOLE di GOETHE; ma qui sarebbe facile sbizzarrirsi coni più significativi assiomi, come “SI TENTA DI FAR CREDERE CIO’ CHE NON SI PUO DIMOSTRARE … Bertolt BRECHT); “CON LE PAROLE RIVERNICIATE SI PUO’ NUTRIRE E INGANNARE SOLTANTO UN IMBECCILLE, MA CIO’ CONFERMA LA SUPERFICILITA’ NON RIVOLUZIONARIA DI CHI VI RICORRE” (LENIN). “LA VERITA’ E’ RIVOLUZIONARIA” diceva LENIN (e GRAMSCI), ma se costringe a guardare nel baratro, molti preferiscono mentire appellandosi alla credibilità della propria ideologia che si proclama, nell’illusione che ciò basti a dare veridicità a “ciò che si dice” piuttosto che “a ciò che è”.
Di più: VA DETTO, anche a RENATO CAPUTO, che come già osservavamo a proposito dello splendido lavoro di HARVEY, dicevamo anche con LAURA CONTI, che il FUNZIONAMENTO DELL’ORDINE ECONOMICO CAPITALISTICO, si FONDA SUL PRINCIPIO che TUTTI I REDDITI debbono derivare dalla scambio di MERCATO IN FUNZIONE DEL PROFITTO, PER CUI IN NOME DEL PROFITTO PER IL MERCATO OGNI COSA DEVE ESSERE RESA VENDIBILE: INCLUSI quindi anche la VENDITA DELL’UOMO NELLA FATTISPECIE DI LAVORO E LA VENDITA DELLA LA NATURA NELLA FATTISPECIE DI TERRA: donde che ANCHE nella CINA MERCATISTA, gli UOMINI e la NATURA SONO DISPONIBILI PER LA VENDITA AI PREZZI DI MERCATO: di cui la CEMENTIFICAZIONE e l’URBANIZZAZIONE sono EPIFENOMENI DEL CAPITALISMO E DELL’ECONOMIA DI MERCATO CINESI.
In tal guisa si richiede una rigida SEPARAZIONE DELLA SFERA POLITICA DALLA SFERA ECONOMICA, come si può bene osservare proprio in CINA: DOVE LA FERA ECONOMICA E’ AFFIDATA AL CAPITALISMO E AI CAPITALISTI, mentre LA SFERA POLITICA E STATALE, AFFIDATA AL PARTITO/STATO ASSURGE E ASSUME LE SEMBIANZE, LA SIMBOLOGIA E LE VESTIGIE SOCIALISTE DELL’IDEOLOGIA STALINIANO del falsificato “MARXISMO-LENINISMO. Dove però, tale SEPARAZIONE tra sfera politica e sfera economica, OLTRE A SOTTRARRE ALCUNE FUNZIONI ALLO STATO E AI POTERI PUBBLICI (come la SANITA’, le forniture dell’ACQUA, i TRASPORTI, ecc.), SIGNIFICA CHE STATO E POTERI PUBBLICI SONO TENUTI A SOSTENERE IL MERCATO DOVE L’INTERVENTO DELLO STATO DEVE RIDURSI AD UNA FEDELE TRADUZIONE delle LEGGI DEL MERCATO IN LEGGI DELLO STATO: COME AVVENIVA NEI REGIMI REAZIONARI E NAZIONALISTI DI GERMANIA, ITALIA E GIAPPONE e COME AVVIENE OGGI IN CINA. Dunque, QUELLO DELLA CINA, NON E’ UN “CAPITALISMO DI STATO” MA E’ UNO “STATO CAPITALISTA”. Punto.
Sicché, guardando alla CINA, si SPIEGA COME LA SEPARAZIONE DELLA POLITICA DALL’ECONOMIA, RISULTA FUNZIONALE AD OTTENERE LA SPOLITICIZZAZIONE DELLA SFERA ECONOMICA o, SE SI VUOLE, LA DESOCIALIZZAZIONE DELL’ECONOMIA A FAVORE DEL SISTEMA E DEL DOMINO DEI POTERI D’IMPRESA, IN FABBRICA, NELLA SOCIETA E NELLO STATO. Donde la non esistenza di un MOVIMENTO OPERAIO in Cina.
Insomma interloquendo con Laura CONTI, coerente marxista e gramsciana, a me come ad altri, già allora era possibile porre IL TEMA DELL’ECOLOGIA, E DEI RAPPORTI TRA UOMO NATURA E SOCIETA’, SPAZIANDO NECESSARIAMENTE NEL PIU AMPIO ORIZZONTE, IN MODO COERENTE, SIA CON L’ECOLOGISTA CULTURA CRITICA E SCIENTIFICA, SECONDO CUI IL CAPITALISMO NON POTREBBE PIU ESISTERE SE GLI UOMINI TORNASSERO A VIVERE ALL’INTERNO DELLA SFERA NATURALE; SIA CON LA PRIMA LEGGE DELL’ECOLOGIA SECONDO CUI “OGNI COSA E LEGATA A TUTTE LE ALTRE“.
Legge che CORRISPONDE AL CONCETTO MARXIANO DI FORZE PRODUTTIVE CHE INCLUDE SIA LE RISORSE DELL’AMBIENTE E DELLA TECNICA IMPIEGATE NELLA PRODUZIONE, SIA L’UOMO/OPERAIO/LAVORATORE (l’UOMO/NATURA come preferivo definirlo) e, dunque, DEL NECESSARIO SUPERAMENTO DEL CAPITALISMO PER IMPEDIRE LO SFRUTTAMENTO INCONTROLLATO – E PER SOLI FINI DI PROFITTO -, SIA DELL’UOMO che di QUELLA PARTE DELLA PIU’ AMPIA NATURA NON TRASFORMATA DAL CAPITALISMO che è ANCORA LA NOSTRA “NATURA AMICA”.
Dopo il citato e iniziale “primo motivo” Il SECONDO MOTIVO, che riconduce la tematica ecologia al nucleo teorici del marxismo classico (a cui si rifaceva anche Laura CONTI), è nell’esplicita previsione da parte degli ecologisti, di una possibile CATASTROFE ECOLOGICA che, DA UN LATO, riporta nell’AMBITO DEI MECCANISMO STRUTTURALI DELL’ECONOMIA CAPITALISTICA anche lo spettro della catastrofe nucleare; e DALL’ALTRO LATO, riporta la tematica ecologica, ad una sorta di “TEORIA DEL CROLLO” (come di recente ho ricordato in merito al libro di HARVEY “Cronache anticapitalistiche. Guida alle le lotte di classe …” ), fondata sulla ANALISI DELLE TENDENZE INSITE NELL’USO CAPITALISTICO DELLE FORZE PRODUTTIVE esteso nel mondo anche la dove prima non c’erano.
DALLA CAPITALISTICA PROLIFICAZIONE INCONTRALLATA DEL “CAPITALE COSTANTE” E QUINDI DELLA “NATURA UMANIZZATA” DERIVA LA CRISI ECOLOGICA
Infine, un TERZO MOTIVO, che collega ecologia e marxismo classico, è dato dalla ESPLICITA RICHIESTA DI UN NUOVO MECCANISMO DI SVILUPPO NON PIU’ CAPITALISTICO ,CONFORME ad un NUOVO CRITERIO di CALCOLO ECONOMICO derivato NON PIU’ DALLA SEMPLICE ESTENSIONE DEL CALCOLO DEI COSTI E DEI RICAVI E DEI RENDIMENTI AZIENDALI ALL’AREA ECONOMICA COMPLESSIVA di uno STATO, o ANCHE DELL’INTERO PIANETA, ma da UNA VALUTAZIONE BEN PIU’ INTEGRALE, che INCLUDA TUTTI I “COSTI SOCIALI” DELLE SCELTE ECONOMICHE E TECNOLOGICHE del CAPITALISMO.
REALIZZANDO la SEPARAZIONE DAL “CAPITALE COSTANTE” (cioè la NATURA UMANIZZATA da cui derivano il PROFITTO, le macchine, le tecnologie, ecc. se i però i profitti vengono investiti e non “giocati” nella speculazione finanziaria) DAL CAPITALE VARIABILE (cioè degli uomini/operai), E DAL PLUSVALORE, si può dire che corrisponda al concetto “comunista” come la dimensione dove l’esistenza e la vita non è più assoggettata alla produzione di capitale costante per fini di profitto, permettendo uno SVILUPPO CONTROLLATO del “CAPITALE COSTANTE” (che il capitalismo rende incontrollabile e distruttivo della natura e degli uomini), si da FARE del “CAPITALE COSTANTE” , NON PIU’ un uso volto alla ILLIMITATA TRAFORMAZIONE DISTRUTTIVA DI TUTTA LA NATURA PER PROFITTO, MA FARE ANCHE della NATURA UMANIZZATA UNA FASCIA PROTETTIVA, che CONFERISCA a questa – in una società non più capitalista – UNA FUNZIONE PARAGONABILE (pur nella enorme distanza di tempi e di modi), a quella che LA PRIMORDIALE “NATURA AMICA” AVEVA – prima del capitalismo, ecc. – presso i selvaggi, TRAFORMAVANO LA NATURA SENZA DISTRUGGERE QUELLA PRIMOSRDIALE.
Perché, il punto è che il CAPITALISMO, nel suo STADIO più MATURO, REALIZZA un forte INCREMENTO della FASCIA DI NATURA UMANIZZATA, ma NON NE GARANTISCE, NON PUO’ GARANTIRNE, ne la PERPETUAZIONE ne LO SVILUPPO CONTROLLATO, anzi ne PROVOCA, insieme, SIA la DISSIPAZIONE che la PROLIFERAZIONE INCONTROLLATA.
Proprio questo tema della PROLIFERAZIONE INCONTROLLATA, è quello che più ATTIENE propriamente alla PROBLEMATICA ECOLOGICA dei nostri giorni. IL NESSO TRA LOGICA DEL CAPITALISMO E DEGRADAZIONE DELL’AMBIENTE VITALE E’ UN NESSO NON SOLO INTUITIVO MA CHE COINVOLGE TUTTI I CONCETTI STRUTTURALI MARXIANI ( è singolare quindi che proprio chi in Cina o in Italia si proclamano marxisti, che è senza dubbio è la base teorica di LENIN che FECE PROPRIE TUTTE LE IDEE LA TEORIA E DI MARX ED ENGELS (sicché il dogmatico e imbalsamato c.d. “marxismo-leninismo” di Stalin costituisce una totale rottura sia con Marx che con Lenin), non abbiano colto che proprio questa dimensione – ancorché trasparente alla sola CONSAPEVOLEZZA TEORICA ma che poi divine perseguito nella prassi – era e resta quella che SE SI AVEVA CONCSAPEVOLEZZA TEORICA avrebbe dovuto evitare l’dea SECONDO CUI ciascuna società nazionale, DEBBA ATTRAVERSARE DIVERSI STADI SUCCESSIVI per giungere alla MODERNIZZAZIONE e che CIASCUNA SOCIAETA’ PRIMA DI PASSAREE ALLO STADIO SUCCESSIVO deve passare E PERCORRE quello precedente (nel caso LO STADIO DEL CAPITALISMO E DEL MERCATO), con ciò pervenendo ad ACCETTARE ED ASSMERE L’ECONOMICISMO, IL CAPITALISMO, LE ANGUSTIE DEL POSITIVISMO E DELLO SCIENTISMO TECNOLGICO E DIGITALE MUTUATE DALLA SCIENZE NATURALE E TECNICHEQUINDI UN MODELLO DI MODERNITA’ OCCIDENTALE, EURO-AMERICANO, PROPRIE DELLE TEORIE SULLA MODERNIZZAZIONE CHE SONO ALLA BASE DEL PREGOETTO CLASSICO NEOLIBERALE/LIBERIST ASSUNTI ANCHE DALLA CINA COME VALORE UNIVERSALE ASSIEME ALL’EVOLUZIONISMO SOCIALDEMOCRATICO, persino motivandolo con le “eccezionali intuizioni leniniste” (tacendo quella marxiste fatte proprie da Lenin), QUANDO, INVECE, è STATO PROPRIO LENIN A RESPINGERE LE ANGUSTIE DELL’EVOLUZIONISMO E DEL MATERIALISMO POSITIVISTA – con influenze dialettico-materialistiche – DEL “RINNEGATO KAUTSKI” E A SOSTENERE CONTRO I MENSCEVICHI CHE SI POTEVANO INVERTIRE LE FASI DELLO SVILUPPO E DELLA MODERNIZZAZIONE SALTANDO LO STADIO DEL CAPITALSMO. Quindi è un FALSO STORICO E TEORIOA dire che, come in CINA, “in TUTTI i paesi in cui i comunisti sono giunti al potere si sono seguite le eccezionali intuizioni leniniste”, realizzando TUTTI un “capitalismo di stato” che, invece, è stato solo dell’URSS, l’UNICO modello ALTERNATIVO a quello della MODERNIZZAZIONE CAPITALISTICA CLASSICO/LIBERALE che è stato ASSUNTO e VINE PERSEGUITO dalla CINA.
L’ESTENSIONE DEI RAPPORTI DI PRODUZIONE CAPITALISITICI ANCHE DOVE NON ESISTEVANO, ALIMENTA LA MERCIFICAZIONEE LA DISTRUZIONE DELLA NATURA, DELL’UOMO E DELLA SOCIETA’’
Mentre nella fase ascendente del capitalismo , l’espansione del “capitale costante”, cioè della NATURA UMANIZZATA ( i mezzi e gli strumenti che da essa si ricavano), NON SOLO NON RIDUCEVA MA ANZI DILATAVA ANCHE QUELLAPARTE DELLA PIU’ AMPIA NATURA NON TRASFORMATA DALL’UOMO che è ancora la persistente NATURA AMICA DEI CIVILIZZATI dilatata dal progredire delle conoscenze scientifiche. Insomma, fino ad un certo punto dell’ACCUMULAZIONE CAPITALISTICA, cresce sia il capitale costante che in parallelo quella parte di NATURA UMANIZZABILE con correlata RIDUZIONE della più vasta AREA DI NATURA OSTILE.
Ed è dalla BRUSCA INVERSIONE DI QUESTA TENDENZA che NASCE LA CRISI ECOLOGICA, perché la CRESCITA della NATURA UMANIZZATA provoca oggi la RIDUZIONE DI QUELLA UMANIZZABILE FINO A CAUSARE al limite, LA SCOMPARSA DELLA PROMPRDOLE NATURA AMICA.
“Questo ancor più dopo la metà degli anni ‘70 (in coincidenza con l’ascesa del capitalismo e della destra di Teng Xiaoping in CINA, n.d.r) giacché in quegli anni entriamo nella fase ancora in corso in cui si assiste al trionfo DEL NEOLIBERIMO … e prevale il MERCATO e la volontà di presentare il mercato autoregolato come modello indiscutibile, quindi di ALIMENTARE LA MERCIFICAZIONE DELL’UOMO E DELLA NATURA E CON CIO’ LA DISTRUZIONE DELLA SOCIETA” (A. Somma).
Donde una copiosa letteratura su una possibile “seconda grande trasformazione realizzata con la svolta fascista nella ridefinizione del rapporto tra società ed economia” (K. Polanyi) a favore di quest’ultima, e di un economicismo “caratterizzato dalla tirannia della finanza”(A. Somma)
Per questa ragione diventa prioritaria per i movimenti ecologisti scegliere la strada di una grande alleanza di tutte le forze anticapitaliste, per perseguire nuove forme di potere sociale e democratica, ovvero di POTERE SOCIALE e DAL BASSO, per perseguire – in un incontro di tutte le lotte di vario genere derivati da una comune matrice individuabile nel capitalismo – le vie dell’anticapitalismo.
Specialmente oggi che il capitalismo si è esteso a molti Paesi, e tra questi un gigantesco Paese che da estraneo al capitalismo, come era la CINA, ha aderito alla globalizzazione capitalistica diventando IL PIU GRANDE PAESE CAPITALISTA DEL MONDO. Con 1, 5 MILIARDI DI PERSONE, che seguono e riproducono su scala gigantesca il MODELLO DELLA MODERNIZZAZIONE CAPITALISTA CLASSICO/LIBERALE, e il SISTEMA DI ACCUMULAZIONE CAPITALISTICA OCCIDENTALE che già da sé ha portato ALLA DRAMMATICA RIDUZIONE DELLA FASCIA DI NATURA PROTETTIVA.
L’ACCUMULAZIONE LEGGE DELLA RIPRODUZIONE CAPITALISTICA
Se pensiamo che anche la CINA ha come sua unica o principale logica quella propria del capitalismo, cioè dell’ECONOMICISMO DEL PROFITTO; e che mentre ci sarebbe bisogno di una LOTTA DEGLI STATI CONTRO I MERCATI, la Cina, invece, in nome del proprio ECONOMICISMO nazionalista si apre ad una LOTTA TRA STATI PER LA CONQUISTA DI MERCATI, anche attraverso la cosiddetta “nuova VIA DELLA SETA”, la cui funzione è l’ALLARGAMENTO del sistema di MERCATO E LA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI, coincidente con il pacifico commercio come INTERESSE UNIVERSALE degli operatori dell’ALTA FINANZA, e per suo tramite destinata ad incrementare l’ACCUMUAZINE CAPITALISTICA anche nelle forme più primitive, di quelle che MARX nel Capitale ha considerato un tema della preistoria del capitalismo ma anche un suo elemento strutturale e tipico, di cui L’ACCUMUAZIONE è LA LEGGE DELLE RIPRODUZIONE CAPITALISTICA: che si può realizzare, ad es., tramite anche le forme della violenza propria dell’espropriazione e dello accaparramento delle terre, specialmente in AFRICA e in SUD AMERICA a danno dello internazionalismo proletario e dei popoli, che vengono carpiti della loro sovranità nazionale che è l’unico livello in cui le classi subalterne e lavoratrici possono sviluppare il conflitto sociale e con esso imporre un controllo sociale e democratica della società sul sistema economico e di produzione capitalistico.
Da qualsiasi punto la si guardi la CINA risulta pienamente immersa nel capitalismo, in tute le sue logiche e forme.
Insomma il MODELLO e IL SISTEMA assunti anche dalla CINA – che nella forma geopolitica globale rispetto alla NATURA, aveva una funzione simile a quello della Amazzonia – sono quelli stessi che hanno provocato e PROVOCANO, contemporaneamente, LA VANIFICAZIONE RICORRENTE E INSIEME LA PROLIFERAZIONE INCONTROLLATA E MERCIFICATA DEL CAPITALE COSTANTE (ossia della natura umanizzata): che è la LOGICA con cui il CAPITALISMO SI ESPRIME portando alla DEGRADAZIONE DELL’AMBIENTE VITALE.
Specialmente oggi se consideriamo che – come ha documentato Harvey – il solo consumo di cemento in Cina in due anni e mezzo è stato pari al 45% di quello che gli USA hanno consumato in cent’anni, mentre è in corso dalla seconda metà degli anni 70 (dalla svolta capitalistica della Cina di TENG XIAOPING) l’accumulazione condotta soprattutto attraverso le politiche di privatizzazione di proprietà statali e pubbliche, in particolare relative alla SANITA’ (che ora non è più “universale” e garantito per tutti come era al tempo di MAO), alle forniture dell’acqua e ai trasporti; ma soprattutto anche il mercato immobiliare vicino a ripetere un possibile crollo quale quello che si ebbe negli USA con la crisi dei subprime, ecc.
Di fatto ogni dato dello sviluppo capitalistico e non solo infrastrutturale della CINA e delle economie emergenti, non fanno che evidenziare ed amplificare le contraddizioni generate dal MODELLO DI SVILUPPO CAPITALISTICO OCCIDENTALE e dall’infinito tasso di ACCUMULAZIONE CAPITALISTA che è propriamente la RIPRODUZIONE di CAPITALE COSTANTE (nuovi mezzi di produzione e nuove tecnologie), e che è una trasformazione del PLUSVALORE (solo in minima parte si trasforma in salario), che a sua volta è prodotto dalla intensificazione dello SFUTTAMENTO DELLA NATURA E DEL LAVORATORE.
Donde che la proliferazione incontrollata del capitale costante produce a sua volta una altrettanto incontrollata distruzione della fascia di natura non umanizzata fino a causare, al limite, la scomparsa della fascia di natura amica e primordiale, che causa la CRISI ECOLOGIA, come detto sopra. Ovvero è il problema di UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO che non sia quello capitalistico basato su costi, ricavi e profitti, ma quello della pianificazione di uno sviluppo controllato che marxianamente, consideri la rimanente natura non umanizzata, come “capitale” anch’essa, da perpetuare e sviluppare in armonia con uno sviluppo controllato del “capitale costante”, possibile superando il capitalismo anziché diffonderlo dove non esisteva, e come meglio è possibile nella società socialista e nel comunismo.
Sicché già al tempo di Laura CONTI noi ci sentivamo, eravamo, anzitutto impegnati RESPINGERE IL MECCANICISMO (l’opposto della dialettica) e il DETERMINISMO/ECOMOMICISMO diffuso dalla globalizzazione capitalista nel mondo, per promuovere e REALIZZARE la pianificazione di uno sviluppo controllato del “capitale costante”, attraverso e con una strategia di CONTROLLO SOCIALE SULLA PRODUZIONE e sulla NATURA UMANIZZATA da cui scaturisce il profitto. Urge evitare che con la diffusione del CAPITALISMO ogni parte del mondo si ingigantisca ulteriormente lo sfruttamento re SENZA LIMITI sia della natura che della salute e degli uomini, fino a causare, al limite, la scomparsa della primordiale natura che costituisce – marxisticamente – anche il corpo inorganico dell’uomo.
Angelo Ruggeri
NON PUÒ ESSERCI SALVAGUARDIA DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE SENZA IL CONTROLLO DEL PROFITTO E DEL POTERE D’IMPRESA CAPITALISTICA ; SENZA UN CONTROLLO SOCIALE ED OPERAIO DEL COSA E COME PRODURRE E DEL COSA E COME IL PADRONE OBBLIGA A PRODURRE; NON PUÒ ESSERCI SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE E DELLA SALUTE SENZA UN POTERE SOCIALE ORGANIZZATO DEI LAVOROATORI-CITTADINI E DEI CITTADINI-LAVORATORI, E SENZA UNA LOTTA IN FABBRICA E NEL TERRITORIO, PER IL LAVORO,, L’OCCUPAZIONE E IL CONTROLLO SOCIALE E DEMOCRATICO DELL’INIZIATIVA ECONOMICA D’IMPRESA PRIVATA .
QUESTO VA RICORDATO ANCHE AI COMUNISTI CINESI A CUI GIOVEREBBE RICONOSCERE ANCHE DA PARTE LORO CHE IL “POTERE D’IMPRESA NON PUÒ SVOLGERSI IN CONTRASTO CON L’UTILITÀ SOCIALE O IN MODO DA ARRECARE DANNO ALLA SICUREZZA, ALLA LIBERTA, ALLA DIGNITÀ UMANA , COME DA ART.41, della nostra Costituzione.
PER AVERE ABBANDONATO QUESTO FINE IN NOME DI UN AMBIENTALISMO CONCEPITO COME OPPOSTO E SEPARATAO DAL MAXISMO, NESSUNO RIVENDICA PIÙ – DA OLTRE 30 ANNI E IN QUESTI ANNI DI ILVA – L’ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE, CIOÈ CHE “LA LEGGE DETERMINA I PROGRAMMI E I CONTROLLI OPPORTUNI AFFINCHÉ L’ATTIVITÀ ECONOMICA PUBBLICA E PRIVATA VENGA INDIRIZZATA E COORDINATA PER FINI SOCIALI”(ART.41C.): VALE A DIRE, QUINDI, NON PER FINI DI PROFITTO PRIVATO PROPRI DEL POTERE D’IMPRESA RISPETTO AL QUALE PERÒ, un CERTO AMBIENTALISMO – DI TIPO OPPOSTO A QUELLO DI LAURA CONTI – RAPPRESENTA LA FUGA DAL CONTROLLO DEL PROFITTO E UNA COPERTURA DEL MANCATO CONTROLLO POLITICO E SOCIALE DELL’ECONOMIA E DELLA MANCANZA DI UNA LEGGE DELLO STATO CHE INDIRIZZI L’ECONOMIA PUBBLICA E PRIVATA VERSO I FINI SOCIALI: MANCANZE DOVUTE A GOVERNI COMPOSTI SPESSO DA FORZE CHE COME ANCHE QUELLO DI DRAGHI, SI RICHIAMANO ALL’EUROPEISMO/AMBIENTALISMO PURCHÉ NON SI TOCCHI IL PROFITTO E IL POTERE D’IMPRESA SONO TUTTI ANCH’ESSI E COME I PADRONI DEL VAPORE DICHIARATAMENTE AMBIENTALISTI. Angelo Ruggeri