L’annuncio che la Russia intende promuovere a Cuba un cluster tecnologico, una sorta di Silicon Valley per i BRICS e l’Unione Economica Eurasiatica, è stato accolto sull’isola, in generale, come una buona (ma lontana) notizia. Nulla che risolva i suoi urgenti problemi economici odierni, senza dubbio. Ma sicuramente qualcosa di positivo nel medio termine, soprattutto per le 12mila persone, principalmente giovani laureati delle università cubane, che si prevede potranno lavorare a questo progetto, chiamato Cayo Digital. Ma una buona notizia per Cuba è sempre una cattiva notizia per il governo degli Stati Uniti e per i media digitali di propaganda anticubana che finanzia e dirige. Rivediamo le sue linee di comunicazione.
L’annuncio che la Russia intende promuovere a Cuba un cluster tecnologico, una sorta di Silicon Valley per i BRICS e l’Unione Economica Eurasiatica, è stato accolto sull’isola, in generale, come una buona (ma lontana) notizia.
Nulla che risolva i suoi urgenti problemi economici odierni, senza dubbio. Ma è sicuramente qualcosa di positivo nel medio termine, soprattutto per le 12.000 persone, principalmente giovani laureati delle università cubane, che si prevede potranno lavorare a questo progetto, chiamato Cayo Digital.
Ma una buona notizia per Cuba è sempre una cattiva notizia per il governo degli Stati Uniti e per i media digitali di propaganda anticubana che finanzia e dirige. Esaminiamo le sue linee di comunicazione.
1. Progetto fantasioso
Leggiamo che Cayo Digital sarebbe puro “romanticismo tecnologico”, qualcosa di ‘delirante’, una “promessa poco realistica”, “un’altra illusione per intrattenere mentre il Paese va in pezzi”, o ancora “un altro progetto fantasioso tra Russia e Cuba, secondo gli esperti”.
Esperti, sì… ma in demagogia. Perché uno di loro diceva che questo è “un altro dei piani tra Mosca e L’Avana che non vengono mai realizzati”, citando, ad esempio, le “aziende (russe) che avrebbero investito” e non l’hanno fatto. Ma perché non spiega che l’investimento di un miliardo a cui si riferisce è stato annunciato solo due mesi fa e quindi non è ancora stato avviato? Aggiungeva inoltre che “la Zona Speciale di Sviluppo di Mariel (…) non è diventata ciò che avevano detto, una grande zona franca che avrebbe stimolato lo sviluppo dell’economia” cubana. Davvero? E perché non spiega che l’applicazione del titolo III della legge Helms-Burton ha paralizzato gli investimenti stranieri che tale Zona Speciale intendeva attrarre?
2. Progetto irrealizzabile
Nella sua presentazione, è stato spiegato che Cayo Digital comporterà la costruzione preliminare di infrastrutture energetiche, industriali, residenziali, commerciali ed educative, un vero e proprio salto di qualità nello sviluppo della sua enclave, l’Isla de la Juventud. Ma un altro degli “esperti” consultati, che a quanto pare non si è nemmeno preso la briga di informarsi, ha ritenuto il progetto irrealizzabile perché, “oltre all’elettricità”, avrà bisogno di “approvvigionamento idrico, servizi igienico-sanitari, (…) trasporti, (…) cose che il Paese non ha attualmente” .
3. Progetto scollegato dalla realtà
“Silicon Valley nell’Isola dei blackout” o “La nuova Silicon Valley cubana… in pieno blackout”: sono titoli pensati per uccidere ogni speranza e generare scetticismo e incredulità. Mentre “il cubano della strada lotta per sopravvivere, dall’alto si sogna (…) una Cuba digitalizzata alla russa”, “una sorta di utopia distopica e anacronistica”, un’iniziativa “scollegata dalla realtà nazionale”.
4. Ingerenza della Russia
Ma, tra tanti messaggi demagogici, di facile consumo interno, il governo degli Stati Uniti posizionava in questi media (i suoi media) il messaggio essenziale: quello dell’“ingerenza russa”. “La ‘Silicon Valley’ che la Russia vuole imporre a Cuba”, “La Russia espande il suo cortile posteriore sull’isola”, “Ecco il piano segreto della Russia sull’Isola della Gioventù”, sono alcuni dei titoli.
La Russia vorrebbe “una sorta di bastione di intelligenza artificiale contro gli Stati Uniti” e “penetrare l’America Latina con L’Avana come copertura”, affermavano diversi media pagati dalla Casa Bianca. Uno di essi, tra varie speculazioni, inseriva la palese menzogna che “il regime cubano” ha in Ucraina “il secondo contingente (militare) internazionale più grande al servizio di Mosca (…) dopo la Corea del Nord”. Questa è una menzogna. Cuba non solo non ha inviato soldati in quella guerra, ma ha perseguito l’invio privato di mercenari e ha persino smantellato una rete che operava sull’isola.
5. Progetto contro la libertà
E ciò che non poteva mancare: è un progetto contro la libertà! Perché “l’intelligenza artificiale, per la Russia” e “Cuba, fa parte dell’intero ecosistema di controllo sui cittadini”. Le “soluzioni russe – leggiamo – sono state utilizzate per lo spionaggio informatico, il monitoraggio di massa e il controllo politico”, essendo questo “il pretesto perfetto per introdurre” questi strumenti “nel sistema repressivo del regime dell’isola”.
Conclusione: se questo progetto li infastidisce così tanto è perché, se realizzato, sarà un duro colpo al criminale blocco degli Stati Uniti contro il popolo cubano. Un colpo che, solo a immaginarlo, già li fa soffrire. E molto.
Fonte: Cubainformación


05 Ago 2025
Posted by Iskra


