DANILO TOSARELLI – MILANO
E’ indispensabile ascoltare ed osservare i comportamenti delle giovani generazioni.
Sovente, percepisco in loro insofferenza e disagio. Lo comprendo.
Preoccupati per il loro futuro, perchè il non trovare un lavoro sicuro può far paura.
La precarietà non consente di fare progetti e realizzare i propri sogni.
Molti di loro sono anche laureati, ma ciò non basta.
Vorrebbero capire molte cose, ma spesso prevale il disorientamento.
E allora ci si rifugia nei social.
Peccato che col tempo ci si accorga, che non sono i social a darti le risposte che cerchi.
Dovrebbero incrementare la socialità e invece spesso si cronicizza la propria solitudine.
C’è una scontentezza di fondo.
E allora?
Senza alcuna pretesa e senza presunzione, ritengo di avere cose importanti da raccontare.
Ai miei figli ed a tutti quei giovani che abbiano voglia di conoscere per comprendere meglio.
Il trasmettere e mantenere viva la memoria storica è il vero coadiuvante che serve.
Dopodichè…libero ognuno di farne ciò che vuole.
La mia generazione, quella che è cresciuta sull’onda del ’68, si è mobilitata ed ha lottato perchè ci credeva.
Credeva per davvero, di poter cambiare un mondo che non ci piaceva e ci ha provato.
Allora c’erano gli ideali, la solidarietà, la voglia di lottare contro le tante ingiustizie.
Per il diritto ad un lavoro dignitoso e tutelato.
Per il diritto ad una scuola aperta ed accessibile a tutti.
Per la difesa di uno stato sociale che ti preservasse e ti curasse nel momento del bisogno.
Dalla culla alla tomba.
Gli anni ’70 furono il decennio più esaltante e più fecondo sotto molti aspetti.
A partire dalle conquiste politiche, sociali e civili. Democrazia e partecipazione alle stelle.
Negli anni ’70 la questione giovanile caratterizza un intero stile di vita.
La politica con i suoi riti, ha accompagnato e dato un senso pregnante alle nostre giornate.
Ci si trovava per studiare, discutere, confrontarsi. Nessuno si sentiva solo.
Irripetibili quegli anni. Irripetibili e meravigliosi.
Ai miei figli voglio raccontare anche questo. E’ giusto che sappiano.
Nel 1970 nasce lo Statuto dei Lavoratori e vengono istituite le Regioni.
Nel 1970 viene approvata la legge sul divorzio che verrà poi confermata dal referendum del ’74.
Nel 1973 viene riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare.
Invece di fare il militare, possibilità di svolgere il servizio civile.
Nel 1975 viene approvata la legge sulla maggiore età.
Diventi maggiorenne a 18 anni e non più a 21. Puoi anche votare a 18 anni, prima solo a 21.
Sempre nel 1975 nascono i Decreti Delegati nella scuola.
Studenti e genitori possono contribuire alle scelte didattiche ed all’organizzazione scolastica.
Nel 1975 viene approvato il Nuovo Diritto di Famiglia.
La donna conquista la parità di trattamento sia come madre che come moglie.
Nel 1975 nascono le prime Radio Libere, con l’ambizione di voler spiegare le proprie ragioni.
Nel 1978 viene approvata la legge 194 sul diritto di aborto.
Questo ineludibile diritto della donna viene confermato dal referendum del 1981.
Nel 1978 nasce il Servizio Sanitario Nazionale che rende universale l’assistenza medica pubblica.
Questo ed altro ancora.
Vi era fra noi una sensibilità diffusa, quasi scontata la solidarietà verso chiunque subisse ingiustizie.
Ci esaltava la voglia di protagonismo, il voler esserci in prima persona.
All’IO individualista si contrapponeva senza indugio, il NOI sociale e le piazze si riempivano.
La repressione non ci ha mai spaventato, perchè ci sentivamo forti nelle nostre idee di liberazione.
“Operai e studenti uniti nella lotta”, era questo lo slogan che dava a noi forza e consapevolezza.
Ma poi sono arrivate le bombe ad uccidere le nostre speranze e successivamente il terrorismo.
Tra il ’69 ed il ’88 saranno 197 le vittime di agguati terroristici e 135 quelle delle bombe, con mille feriti.
Stessa regia dietro ad entrambi, con un unico obiettivo. Annichilire le speranze di cambiamento.
A mio figlio vorrei spiegare che chi detiene il potere non si è mai fatto scrupoli.
Per il capitalismo, la centralità dell’uomo non è la priorità.
Prima di tutto va privilegiato il profitto e non importa a quale prezzo.
E’ questa la vera bestemmia.
Una volta, gli Dei pagani pretendevano anche sacrifici umani per concedere la loro benevolenza.
Oggi il profitto è il nostro Dio pagano e pretende le sue vittime.
Guai a mettere in discussione tutto ciò.
Prevale la logica TINA ( There is no alternative).
Non c’è nessuna alternativa al sistema neoliberista, dove sfruttamento e profitto sono inevitabili.
Questo dogma lo devi accettare e digerire senza farti alcun tipo di scrupolo.
Non sei d’accordo? Allora sei uno sporco comunista.
Peccato che anche Papa Francesco condanni questa logica, perchè peccato mortale.
” Chi si arricchisce con sfruttamento, lavoro nero, contratti ingiusti è una sanguisuga.
Una sanguisuga che rende schiava la gente…” Omelia in Casa Santa Marta del maggio 2016.
Allora è proprio vero…che Francesco è un Papa comunista…
Le generazioni di giovani che hanno sostenuto le “rivendicazioni del ’68”, oggi sono padri, nonni.
Ma non hanno perso l’abitudine di voler essere persone attente.
Proprio per questo guardano con preoccupazione a presente e futuro.
Non riconosciamo la politica dell’oggi, perchè priva di passione e di cuore.
Oggi è solo calcolo, poltronismo esasperato e populismo da due soldi.
Ai nostri giovani così appare la politica e la prima conseguenza è la loro estraneità.
Peccato che il distacco, il rifiuto e l’indifferenza, favoriscano i ben noti faccendieri.
Caro figlio, saranno loro a decidere anche per te, perchè la politica decide le nostre esistenze.
E’ sempre stato così e non a caso noi decidemmo di prendere il destino tra le nostre mani.
E’ per questo motivo che ti lancio il mio grido d’allarme.
Dopodichè, sono consapevole che la tua strada sia più in salita della mia.
Caro giovane, allora c’era in campo il grande PCI, ma anche gli altri partiti della nuova sinistra.
Esistevano dei progetti di emancipazione, correlati ad una idea diversa di società.
C’erano in campo i migliori intellettuali e le loro elaborazioni diventavano patrimonio comune.
La forza del partito consisteva nella sua capacità di trasmettere e diffondere.
Vi erano circoli e sezioni in ogni luogo di lavoro ed in ogni quartiere.
Forte era il nostro senso di appartenenza e le nostre idee e proposte arrivavano ovunque.
Oggi tutto questo non c’è più e qualunque idea di vero progresso resta lettera morta.
Dilaga ed è sempre più imperante, quel familismo amorale che ne è la vera antitesi.
E’ vero, la politica dell’oggi risulta spesso insulsa, disarmante e deleteria.
Il trasformismo ed il populismo più becero la fanno da padroni.
Il cosiddetto tramonto delle ideologie ha scompaginato ogni logica.
Mancano quelle idee guida, che consentano di interpretare la realtà correttamente.
Un vero disastro, i cui effetti deleteri condizioneranno il futuro delle giovani generazioni.
A chi credere? Chi ascoltare? Di chi fidarsi?
Prevale la diffidenza.
Non ti invidio caro giovane e questo mi crea una grande tristezza.
Io ed i miei compagni pensavamo di cambiare il mondo per offrirti un futuro migliore.
Non ci siamo riusciti.
Mai avremmo voluto assistere a questo degrado morale.
Una disgregazione che è innanzittutto etica, prima che politica.
Dopodichè, non ci si può arrendere.
Non tutto è perduto.
Bisogna intanto difendere le conquiste di quegli anni.
Senza di esse, saremmo tutti culturalmente e politicamente più poveri.
Probabilmente anche meno consapevoli dei nostri diritti.
Non è un fatto scontato ed i nostri giovani ne devono avere consapevolezza.
Quelle conquiste di civiltà vanno difese con i denti.
In questi tempi di Covid, mi si allarga il cuore quando sento parlare Gino Strada.
Il fondatore di Emergency è anche lui figlio di quei tempi e di quei valori.
Gino Strada ha ben chiaro che non si può speculare sulla salute.
Essere sani e curati è un diritto dell’individuo. Lo dice l’articolo 32 della nostra Costituzione.
Oggi è preoccupante l’espandersi della Sanità Privata a discapito di quella Pubblica.
La logica del profitto ha trasformato il rapporto con il paziente in rapporto con il cliente.
Negli ultimi 10 anni, alla Sanità Pubblica sono stati tagliati circa 40 miliardi di euro.
La pandemia ci ha dimostrato quanto sia stata devastante tale scelta.
Caro figlio, mi rendo conto di quanto sia complicata la situazione.
Adesso però tocca a te fare delle scelte riguardanti il tuo futuro.
La fase di ricerca non può essere ancora rimandata.
Tocca a voi giovani fare la propria parte, senza ulteriori rinvii.
Mi auguro siano le scelte giuste, nel solco che prima ho tracciato.
Se così sarà, io proseguirò quel percorso che non ho mai interrotto.
E chissà che non lo possa continuare insieme a te…
Foto di copertina di Alessio Lin
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Ci scrive, il 25 gen 2021 alle ore 08:45, Marco Valeriani:
I giovani
Buongiorno,
una lettera bella e toccante e anche condivisibile. Io non appartengo alla generazione sessantottina, ma a quella terribile dei rampanti ed edonistici anni Ottanta, e non ho difficoltà a riconoscere che, se l’Italia ha conquistato quel pò di civiltà e diritti, lo si deve proprio a quegli anni – Statuto dei Lavoratori, Regioni, Divorzio, Aborto, legge Basaglia, ecc… – e al fatto che la sinistra fosse “forte” e non solo bella componente istituzionale del PCI. Detto questo la mia fiducia è ai minimi termini perchè la stragrande maggioranza di coloro che si sono fregiati del titolo di “sessantottino”, poi si sono compromessi con il “sistema” mentre i loro “fratellini minori” e “figli” hanno abbracciato con entusiasmo lo yuppismo, il rampantismo e l’edonismo e quindi hanno accettato il neoliberismo reaganiano e thatcheriano e il craxismo. Là dove inizia l’involuzione… Là dove il senso del noi viene rimpiazzato dall’io avido e narcisistico…
Perdonatemi ma non ho alcuna fiducia nelle giovani generazioni, come non ne ho nei loro nonni “sessantottini” e nei loro padri “edonisti”, a parte l’eccezione ormai lontana di quello scossone che fu il movimento no global. Regna una sostanziale indifferenza per la politica fra i millennians e quando si entra nell’agone politico, questi giovani lo fanno con arroganza e con prosopopea, senza alcuna umiltà, per il solo fatto che loro – i giovani – sanno destreggiarsi con le nuove tecnologie. Più che il cambiamento sembrano voler rincorrere la ribalta e il palcoscenico mediatico in una società ove lo spettacolo ha invaso il quotidiano. E aggiungo che i giovani del Sessantotto – ma anche degli anni precedenti e del decennio successivo – non hanno avuto bisogno della parola dei loro padri e dei loro nonni per poter cercare di cambiare il mondo o farsi portatori di istanze di cambiamento. E non sono poche le istanza che poi sono state accolte… Perchè allora questi ragazzi dovrebbero essere esortati ? Perchè non sentono il naturale impulso a combattere contro le ingiustizie, contro lo sfruttamento e contro la sopraffazione. Invece piccoli nazisti crescono e non sono pochi i ragazzi che si lasciano sedurre da idee deliranti e addirittura criminali. Le destre radicali nel mondo sono cresciute in maniera esponenziale e non disdegnano il terrorismo. Inoltre quante volte abbiamo sentito notizie su giovani e giovanissimi coinvolti in casi di stupro, di violenze contro extracomunitari, omosessuali, disabili, ecc… ? E’ il fallimento della democrazia ma anche dei modelli educativi che, ormai, assimiliamo da oltreoceano e non a caso Trump e trumpismo hanno fatto breccia.
Non siamo assolti, siamo tutti coinvolti… I nonni del Sessantotto, i loro superficiali e ottusi figli e anche i figli di questi ultimi…
Mi spiace dire queste parola ma non ritengo di essere lontano dal vero…
Saluti
Marco V
Ci scrive, il 25 gen 2021 alle ore 10:54, Marco Valeriani:
Vorrei solo aggiungere che questa ondata della destra trumpiana – nella quale è saldamente ancorata e presente una significativa componente nazistoide e razzista – ha fatto e sta facendo un danno incalcolabile sulle giovani generazioni e noi stiamo proprio “perdendo” questi ragazzi anche per il vuoto di educazione e di trasmissione di valori. Non nascondiamocelo, noi siamo enormemente influenzati da quello che arriva da Oltreoceano, e la destra trumpiana è l’ultimo derivato dell’Impero ove è presente e diffuso un magma ribollente di nazismo, razzismo e suprematismo, integralismo religioso uniti alle ondate oscurantiste del complottismo, dei negazionismi vecchi e nuovi, del terrapiattismo ecc… Bene o male in passato i giovani e i ragazzi lottavano per un mondo migliore e così è stato per i movimenti degli anni Sessanta e Settanta – anche se forse il Movimento del Settantasette ha segnato una frattura e ha imposto qualcosa di “diverso” – e anche per il movimento no global e antiliberista. Per natura forse il giovane è “ribelle” e “contro”, in lotta con il mondo degli adulti fatto di “autoritarismo” e di compromessi “inaccettabili” e in passato le istanze di cambiamento sociale e di rivendicazione dei diritti erano percepiti anche in base alla loro valenza “ribellistica”. Oggi tutto è cambiato e per molti giovani il “ribellismo” si traduce nella difesa di valori sicuramente regressivi. C’è stata una fase di transizione in cui il giovane comune si è riconosciuto con istanze più “contingenti” come quelle dei “grillini”, degli ignignados, dell’Occupy Wall Street… O nel neoecologismo – quello sì radical chic – di Greta Thunberg. Poi c’è stato il salto e bisogna ammettere che i “trumpiani” – quindi da noi Lega, Fratelli d’Italia e compagnia bella – sono stati molto bravi a irretire le giovani generazioni e a inserirsi negli ambienti della controinformazione e della controcultura e a influenzare perfino parte dei movimenti studenteschi.
Quando ci si appella ai giovani, forse lo si fa nei confronti di una parte abbastanza ristretta di questa fascia d’età…
Per il resto non mi sembra ci sia da stare allegri…
A presto
Marco V