I BRICS crescono: da cinque a undici, un terzo del Pil mondiale e metà della popolazione. Da BRIC a quella ‘S’ in più con l’adesione del Sudafrica nel 2010. Adesso saranno invitati ad aderire sei nuovi paesi: Argentina, Egitto, Iran, Etiopia, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. I Paesi che finora hanno presentato domanda di adesione ai Brics sono 22
Cambio di dimensione e di nome
Sei nuovi soci dei nuovi ‘non allineati’, e di che portata: Argentina, Egitto, Iran, Etiopia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, invitati a diventare nuovi membri a partire dal 1° gennaio 2024. A voler stare sul politicamente facile, primo problema, quello di trovarsi un nuovo nome perché a questo punto il nome dall’Acronimo ‘BRICSAEIEASEAU’ diventerebbe impronunciabile. Ma torniamo alla sostanza. Che il gruppo avesse deciso di allargarsi lo aveva anticipato mercoledì la ministra degli Esteri sudafricana Naledi Pandor alla radio statale Ubuntu Radio, durante la riunione del gruppo in corso fino a oggi a Johannesburg: l’estensione a nuovi paesi era uno dei principali argomenti da discutere.
Secondo quanto detto ai giornali dall’ambasciatore sudafricano Anil Sooklal, già 22 paesi hanno chiesto formalmente di entrare nel gruppo, e altrettanti che hanno avviato dei contatti informali.
Il 36% del pil e 46% della popolazione mondiale
Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha evidenziato che con i nuovi ingressi il gruppo arriverà a rappresentare il 36% del Pil mondiale e il 46% della popolazione globale. «La Repubblica Islamica dell’Iran è diventata un membro dei Brics. La piena adesione al gruppo delle economie emergenti del mondo è uno sviluppo di portata storica», ha scritto su X Mohammad Jamshidi, vice capo dello staff per gli affari politici della presidenza iraniana, confermando ufficialmente la piena adesione di Teheran al gruppo delle economie emergenti. I Paesi che finora hanno presentato domanda di adesione ai Brics sono 22, compresi i sei che entreranno a gennaio. Si tratta di: Algeria, Argentina, Bangladesh, Bahrein, Bielorussia, Bolivia, Venezuela, Vietnam, Honduras, Egitto, Indonesia, Iran, Kazakistan, Cuba, Kuwait, Nigeria, Emirati Arabi Uniti, Palestina, Arabia Saudita, Senegal, Thailandia ed Etiopia.
Dal 2000 a crescere
I BRICS esistono dagli anni Duemila: nacquero come gruppo informale, su iniziativa della Russia, principalmente per contrastare l’influenza mondiale degli Stati Uniti e dei suoi alleati occidentali. Il gruppo si strutturò in maniera più definita negli anni successivi, ma sino ad oggi comunque i BRICS non hanno uno statuto formale, come altre organizzazioni internazionali, ad esempio le Nazioni Unite o l’OPEC, l’organizzazione di paesi esportatori di petrolio. Non ci sono nemmeno criteri precisi sulle procedure di adesione.
Come strutturarsi
Sembra che parte della riunione molto partecipata di Johannesburg (non solo i sei nuovi aderenti, da decine di altri Paesi vicini e interessati ad un mondo più multipolare), sia stata dedicata proprio a come strutturarsi in modo più preciso, e qualcosa sembra sia stato raggiunto. Sempre il premier sudafricano Ramaphosa ha informato che gli stati membri hanno «raggiunto un accordo sui princìpi fondamentali, gli standard, i criteri e le procedure del processo di espansione dei BRICS», anche se per ora non ha dato altri dettagli.
Una moneta alternativa al dollaro
Tra le proposte su cui si è discusso, su cui lavorare, una moneta comune alternativa al dollaro per gli scambi tra i Paesi che fanno parte del gruppo. Questa valuta «consentirà maggiori scambi tra Paesi come il Brasile e il Sudafrica senza dipendere dalla valuta di un Paese terzo», ha affermato Lula. «La cooperazione tra i Paesi del sud del mondo è essenziale per affrontare le disuguaglianze, la crisi climatica e per un mondo più equilibrato ed equo», ha aggiunto Lula. Ovviamente contestato dai banchieri occidentali via Financial Times.
Crescere verso cosa?
Discussioni interne al BRICS su come espandersi in corso da tempo. Tutti i paesi membri sono favorevoli, anche se con notevoli divisioni su come farlo, quanto farlo e con quali tempi, anche per via delle grosse differenze economiche, politiche e sociali tra i sei paesi attuali, e molto di più rispetto agli undici che si prospettano col nuovo anno.
L’allargamento del gruppo è promosso soprattutto dalla Cina, che vorrebbe rafforzare i BRICS come strumento di contrasto all’influenza mondiale del G7 e degli Stati Uniti.
24 Agosto 2023
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AVEVAMO DETTO