L’”arte” della politica “anticostituzionale”
di Angelo Ruggeri
“I giuristi sono degli analfabeti, perché rincorrono il principio del ricorso e di attendere le sentenze, credono che il diritto sia sanzione e invece è potere, senza sapere che anche la Corte Costituzionale, diversamente dalla Cassazione, è politica e anch’essa annulla in realtà l’autonomia della giurisdizione”. (Salvatore d’Albergo)
Non si può tacere oltre che il dilagare dell‘opportunismo politico e il dilagare – indotto anche dalle elettorali Leggi-Truffa , del nuovo tipo di trasformismo con la conseguentemente dilagante illegalità che affliggono il Paese, investono e coinvolgono direttamente anche l’Istituzione e i giudici della Corte Costituzionale.
Da almeno 20 anni: da quando, ad es. prima dichiararono inammissibile e anticostituzionali il maggioritario e i referendum anti-proporzionale, poi li ammisero per scelta e pressione politica. Indi oltre 20 anni dopo, nel 2013, dichiararono incostituzionale la legge elettorale con cui è stato eletto l’attuale Parlamento… ma gli stessi giudici, che sentenziarono l’incostituzionalità della Legge con cui è stato eletto l’attuale Parlamento, li legittimarono a restare in carica e a continuare l’attività e a procedere persino nel modificare, anzi “stuprare” la Costituzione.
A tacere della “trattativa tra Stato e mafia” con presa di posizione della Consulta, contro la magistratura e a favore del Capo dello Stato, nonché della copertura date allo stesso Presidente della Repubblica che per tutto il suo “novennato” altro non ha fatto che trapassare, violare e sovvertire da sopra e da sotto, in lungo e in largo, tutto quanto è sancito sia nei Principi che nella Prima Parte dalla Costituzione; sia nella Seconda Parte di quella che, nell’ordine costituzionale, è la Legge delle Leggi, sovra ordinata a qualsiasi altra legge o decreto, regolamento, dl, Parlamento o del governo, ossia la Carta fondamentale del 1948 per la quale “la sovranità appartiene al popolo” e che la Consulta che é politica, per opportunismo politico,ha nuovamente violata nel suo art. 1 della “Repubblica fondata sulla sovranità popolare”, pervenendo ad escludere che tale, vero e unico “sovrano”, possa esprimersi sulla questione sociale delle pensioni, che appartiene a quella serie di questioni economiche e sociali, costituzionalmente codificate nell’articolato che vanno dall’art. 31 all’art. 34 e dal 35 all’Art. 47 compresi. Ovvero, dichiarando inammissibile che possa esprimersi sull’antisociale Legge sulle pensioni, la famigerata Legge Fornero, che la Amato – Consulta, Lei per prima avrebbe dovuto dichiarare “incostituzionale se anziché la “politica” rispettasse la giurisdizione. (quanto meno – ma non soltanto – “avrebbe dovuto“ per quella parte che ha causato lo scandalo che con parola orripilante e altrettanto scandalosa è stato definita degli ‘esodati’, che ancora oggi e da allora nessun governo ha saputo “risolvere” ne “correggere”).
Alla luce dell’ultima sentenza ‘politica’ della Corte, invitiamo a riflettere sulle quanto mai utili e tempestive parole – della citazione riportata sotto il titolo – di un integerrimo e rigoroso“genio” e del moderno costituzionalismo democratico, oltre che uomo organico e scienziato sociale, quale era irrefutabilmente Salvatore d’Albergo, il quale “superando la barriera del dolore e della difficoltà di parlare, telefonandoci Lui, direttamente, ci parlò a lungo anche dei giuristi e della Corte Costituzionale, nei suoi ultimissimo giorni di lotta contro la malattia, condotta sempre nella più piena lucidità, lo straordinario acume e produttività intellettuali, propri della sua immensa cultura ed immensa esperienza sociale e di massa”, come abbiamo scritto e riportato – e da essa ora traiamo – nella nostra relazione di Bologna: ”L’umana pienezza e il ruolo politico e culturale nella storia del Paese di Salvatore d’Albergo uomo organico e scienziato sociale”.
Parole tanto più irrefutabili dopo l’ultima sentenza della Corte costituzionale, che ha “espulso” la sovranità popolare” (art. 1 della C.) dal nostro ordinamento, dichiarando “inammissibile” che il sovrano popolo possa pronunciarsi persino su questioni sociali, quali le pensioni.
Ancora una volta si conferma la lungimiranza della contrarietà alla creazione di una Corte costituzionale, espressa nella Assemblea Costituente da Togliatti e dal PCI, contrarietà poi superata ma sempre con la perplessità e il timore, di Togliatti e del PCI, che tale istituzione si rivelasse o diventasse in futuro (come è stato sopratutto dagli anni ’90 in poi) una Istituzione di garanzia “politica”anziché di garanzia giurisdizionale e costituzionale”.
Con l’ intrinseca contrarietà alla costituzionale “sovranità è popolare”, comprensibile e spiegabile solo se si tradisce la propria autonomia giurisdizionale con l’opportunità e l’opportunismo “politico”, questa sentenza per un verso, chiarisce anche agli occhi degli Iloti del giornalismo e ai profani, la ragione di mesi di paralisi e litigi parlamentare su chi nominare giudice della Consulta, Dopo mesi di paralisi parlamentare provocata dai litigi su chi nominare giudice della Consulta, tra i quali, tanto per gradire e capire, siede per altro un politico come Amato, che di Craxi fu il braccio e la mente (di cui notoriamente scarseggiava Craxi) oltre che capo di governo e ministro autore – oggi imitato alla grande dal governo di Renzusconi – dell’anticostituzionali abuso sia delle decretazione d’urgenza, che delle c.d. Leggi delega, peggiori persino di un Decreto in quanto, con esse, il Parlamento si “autocensura”, auto espropriandosi a favore del governo, delle funzioni di cui la Costituzione lo incarica e per le quali il popolo sovrano va a votare affinché le assolva. Se la chiave dei governi di centrosinistra era la “menzogna” a questa va aggiunta ora quella di “dilagante illegalità” tollerata e persino talvolta o spesso favorita dalla stessa Consulta o Corte Costituzionale.
Per altro verso, a cui teniamo e che sottolineiamo, suona come un pieno encomio e riconoscimento “post mortem” del pensiero e dell’onestà intellettuale di S. d’Albergo – Presidente del Movimento Nazionale Antifascista di Difesa e rilancio della Costituzione, stante l’ulteriore conferma che anche la Corte Costituzionale é “politica” e tradisce la giurisdizione , diversamente dalla Corte di Cassazione”.
Corte di Cassazione che volente o nolente, per i suoi giudizi e nelle sue sentenze, non può che attenersi e mantenere la sua autonomia giurisdizionale. Anche per questo, credo, non per puro caso, ad intervenire, subito, su “il Manifesto”, il giorno dopo che sullo stesso giornale era apparso l’articolo nostro e di d’Albergo per la difesa e l’autentico significato della Art 18, è stato un cassazionista a riprendere l’argomento, persino col titolo: “Il vero significato dell’art. 18“.
Significato autentico sempre taciuto sia dai “giuristi analfabeti” che dai “giudici della Consulta ‘politica“, che hanno taciuto e silenziato persino l’anticostituzionale introduzione di soppiatto, nella legge di revisione costituzionale del governo di Renzusconi, del potere del governo di intervenire e determinare, addirittura, l’O.d.g.della Camera, su cui omertosamente tacciono ancora oggi.
Un silenzio totale che dura ancora, che soltanto dopo la “scoperta” del “soppiatto inserimento” fatta da S. d’Albergo e le nostre denunce inviate a tutti i giornali e i loro direttori, ai Senatori, ecc., solo uno dei giuristi-giornalisti del Corriere della sera, bontà sua, si è limitato a richiamare su l’Epresso, asserendo che col tale testo di “revisione costituzionale”, “il Parlamento diventa il cameriere del governo”: ma senza alcun riferimento giuridico e ai precedenti storici del nostro Paese (relazione di Bologna, di A. Ruggeri: “L’umana pienezza e il ruolo politico-culturale nella storia del Paese di Salvatore d’Albergo uomo organico e scienziato sociale” )
Restando in argomento, a proposito di “giuristi analfabeti”, d’Albergo aggiunse che sono tali anche quelli che come, Rodotà, separano la proprietà sia dall’impresa che dal profitto, in forza dellafrantumazione delle scienze e del sapere, della parcellizzazione delle cattedre e della separazione tra diritto civile e diritto commerciale. Ovvero coloro che dividono, separano, la proprietà fondiaria dall’impresa, in omissione del fatto che il capitale non è più solo il “capitale immobile” (delle origini) ma ormai e soprattutto è “capitale mobile” : e questo viene ignorato proprio da coloro che in tutti questi 30 anni hanno enfatizzato la globalizzazione, la “mobilità delle monete” e la “mobilità dei capitali”. Non sanno che già Gramsci ne parlava a iosa nei Quaderni: senza che questo invalidasse agli occhi di Gramsci – e nemmeno di coloro che nel mondo hanno fatto di Gramsci l’italiano più studiato e conosciuto – la marxiana teoria dello Stato e teoria della prassi che viceversa risulta abbandonata dai suddetti intellettuali, filosofi e scienziati di ogni orientamento culturale.