La criminalità organizzata si rafforza quando il grado di attenzione pubblica e l’analisi politica calano considerevolmente da lasciare un vuoto subito colmato da questi malfattori che entrano, a gamba tesa, sia nelle istituzioni che nelle scelte economico-finanziarie del nostro (e non solo) Paese.
Un fenomeno, quello della criminalità organizzata, che muovendosi tra le pieghe dell’inefficenza e dei mancati controlli riuscì, per anni, a far credere all’opinione pubblica che la mafia non esistesse sul territorio mentre, pian piano, stabiliva le proprie crudeli e spietate regole.
Ci sono voluti decenni e la morte di onesti magistrati, di poliziotti, di politici, di giornalisti, di gente comune… per affermare la necessità legislativa di avere un sistema che scardinasse le regole ferree dell’omertà e dell’affiliazione a questa deviazione sociale e che con il 41 bis ha saputo stabilire una ragguardevole distanza degli onesti dai farabutti.
Una necessità diventata priorità a fronte delle bombe, dei rapimenti, delle torture, dello smercio di droghe e di armi, della tratta di organi ed esseri umani… che questi farabutti, aderenti al fenomeno criminoso, hanno saputo realizzare ed in antitesi al benessere collettivo. Nomi di mafiosi che troviamo sul nostro percorso e che dovrebbero risvegliare il nostro ribrezzo alle prossime (incostituzionali) elezioni.
MOWA