Verissimo che nello Yemen ci sia il problema della carestia ma c’è anche quello di far smettere di rifornire armi a chi vuole destabilizzare quell’area come ben illustrato nella petizione di Luigi Grimaldi perché, spesso, le due cose sono complementari.
E’ schizofrenico, se non assurdo, leggere la conclusione del post, dove si afferma che “L’Italia ha chiesto che venga ripristinato subito il cessate-il-fuoco per consentire l’arrivo di aiuti umanitari” quando sappiamo tutti che il nostro Paese non ha mai preso una seria decisione sull’interruzione dei regolari rifornimenti di bombe per l’areonautica militare saudita prodotte dalla Rwm di Domusnovas in Sardegna… sarebbe come consegnare le chiavi di casa ad un ladro incallito e chiedere di custodirla.
Si aspetta, anche, un intervento, altrettanto serio, degli orgnanismi internazionali sul genocidio che sta avvenendo in quell’area yemenita ma per qualcuno, cinicamente e da criminale, vale meno una vita umana che una moneta di guadagno.
MOWA
Yemen carestia, bambini a rischio, allarme Onu
Rapporto al Consiglio di Sicurezza: 14 milioni di persone alla fame, due milioni rischiano di morire. 2,2 milioni di bambini soffrono la fame. Ogni 10 minuti muore un bambino per cause evitabili”, come infezioni e diarrea causate dalla malnutrizione e dalla mancanza di medicinali di base. Le responsabilità dell’Arabia saudita
Nello Yemen è in corso la «più grave crisi alimentare mondiale» con 14 milioni di persone che non mangiano a sufficienza, e due milioni che rischiano di morire se non si interviene con urgenza.
Non solo, «Ci sono 2,2 milioni di bambini che soffrono la fame».
La denuncia di Stephen O’Brien, capo delle operazioni umanitarie Onu al Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite
«Senza un intervento immediato nel 2017 assisteremo alla carestia di dimensioni catastrofiche». Circa l’80 per cento della popolazione non ha cibo a sufficienza. La situazione è critica soprattutto per i minori.
«Un bambino sotto i dieci anni muore ogni dieci minuti per cause evitabili, come infezioni e diarrea causate dalla malnutrizione e dalla mancanza di medicinali di base».
Solo negli ultimi due anni di guerra, nello Yemen il numero di civili morti ha superato, secondo una stima ottimistica i 10.000: lo fa sapere l’Onu, che quantifica i feriti in circa 40.000. Stiamo parlando di cifre enormi rispetto alla popolazione. Secondo quanto riferito ai cronisti dell’Ufficio per il Coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite, la stima sui civili morti è basata sulla conta delle vittime raccolte dalle strutture sanitarie del disastrato Paese, e la cifra reale potrebbe essere anche molto più elevata.
Lo Yemen del Nord è sotto assedio da parte della coalizione sunnita a guida saudita da due anni, nel confronto storico che contrappone l’islam arabo sunnita con l’Iran persiano sciita. Dopo la cacciata del legittimo presidente Mansour Hadi nel febbraio del 2015, i ribelli sciiti Houthi controllano la capitale Sana’a e la parte settentrionale del Paese. Hadi e gli alleati sunniti hanno ripreso Aden e parte del Sud, dove sono presenti anche Al-Qaeda e l’Isis.
I ribelli Houthi sono però circondati, e stanno per perdere il più importante accesso verso l’esterno, il porto di Mokha sul Mar Rosso. L’assedio e i bombardamenti, anche su campi coltivati, hanno ridotto al minimo le riserve di cibo e medicinali. L’Italia ha chiesto che venga ripristinato subito il cessate-il-fuoco per consentire l’arrivo di aiuti umanitari.
27 gennaio 2017