Il Grande Oriente d’Italia ha mandato una lettera in cui si minacciano azioni legali
La nota, apparentamente algida e formale, è in realtà un atto di sfida verso un’istituzione parlamentare che ha i poteri dell’autorità giudiziaria.
Ma è evidente che si tratta di una battaglia politica che è appena cominciata e sulla quale la massoneria italiana (anche nei differenti Ordini) pensa di contare su una serie di appoggi trasversali.
Il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani ha infatti fatto sapere che è stata inviata, tramite posta certificata, una istanza di revisione alla Commissione Antimafia “finalizzata alla richiesta di annullamento e/o di revoca del provvedimento di perquisizione e sequestro emesso dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle associazioni criminali, anche straniere, a firma della Presidente Rosy Bindi ed eseguito lo stesso giorno dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di Finanza”.
Con questa richiesta il Grande Oriente d’Italia “ha assegnato alla Commissione un termine perentorio di 10 giorni, al termine del quale si è riservato il diritto di adire l’autorità giudiziaria, in tutte le competenti sedi, al fine di ottenere, anche nei confronti dei singoli parlamentari membri della Commissione, il ripristino della propria onorabilità e reputazione e di quelle dei soggetti aderenti, nonché il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti a causa dell’illiceità del decreto 1° marzo 2017″.
Nell”istanza “è stato contestato alla Commissione che le operazioni affidate allo Scico risultano illecite in quanto anche esorbitanti rispetto ai poteri stessi, come configurati della legge istitutiva della Commissione con ogni conseguenza anche a carico dei singoli commissari e di chiunque abbia concorso ad adottare il provvedimento”.
Inoltre, “a seguito delle valutazioni da parte dei giuristi del Grande Oriente d’Italia, è stato costituito un Collegio ‘aperto’ alle proposte sia del mondo del libero pensiero sia di coloro che hanno avvertito l’iniziativa della Commissione (interpretabile anche alla luce delle dichiarazioni ai media da parte dei singoli commissari), come preludio di una deriva populista e autoritaria ora scaturita anche dalle proposte di legge contro la massoneria annunciate dal deputato Pd Davide Mattiello e da Claudio Fava, entrambi componenti della stessa Commissione Antimafia, su un modello sul quale già il fascismo si era cimentato con la “nota e sciagurata” legge “Sulla regolarizzazione dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dello Stato”, promulgata il 26 novembre 1925, alla vigilia delle leggi speciali di abolizione dello Stato liberale e di instaurazione della dittatura”.
Il Grande Oriente d’Italia “intende agire inflessibilmente – è spiegato sempre nella nota – nel solco dei duecento anni della propria storia e del rispetto e difesa dei principi costituzionali e delle leggi che ad essa si conformano, con la certezza della integrità e rispettabilità dell’Ordine e anche delle azioni che le figure apicali degli organi amministrativi, abbiano intrapreso o intendono intraprendere”.
Che sia una sfida è del tutto evidente.
18 March 2017