Per gli americani, grandi appassionati di baseball, l’home run, il “fuoricampo”, è uno dei gesti più spettacolari dello sport a stelle e strisce.
E’ un tiro del battitore che, prendendo in pieno la palla con la mazza, le dà la forza necessaria a scavalcare tutti i giocatori e a raggiungere il pubblico. Un colpo imprendibile, che spiazza tutti e può decidere in pochi secondi una partita.
Così, lo scoop pubblicato oggi su La Stampa, racconta l’endorsement più grande e inaspettato che Beppe Grillo potesse ricevere, quello dell’ambasciata americana.
In un telegramma riservato, inviato dall’ex ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli all’allora Segretario di Stato Condoleezza Rice, la diplomazia statunitense accredita il comico genovese come “interlocutore credibile” agli occhi dei politici statunitensi, ne tesse le lodi sulla lotta alla corruzione e ne prevede addirittura l’ascesa.
Ottenuto attraverso il Freedom of Information Act, legge americana sulla libertà d’informazione che rende disponibile una grande mole di documenti totalmente o parzialmente riservati, il documento porta la data del 4 aprile 2008 e racconta le opinioni maturate da Spogli a seguito di una pranzo con Grillo.
Lo definisce “un eccentrico”, ma capace di “portare in piazza centinaia di migliaia di persone per protestare contro l’ordine costituito”.
“Grillo è brusco, perfino profano” scrive Spogli in una descrizione personale, ma “le sue accuse taglienti risaltano al confronto con le analisi timide e indirette sulla corruzione che vengono dal mondo politico italiano”.
Ed è proprio in relazione alla lotta alla corruzione che l’ambasciatore americano attribuisce i meriti più grandi al comico genovese, ricordando come egli per primo abbia anticipato lo scandalo Parmalat e le conseguenze per i risparmiatori e di come voglia riformare il sistema.
“Grillo ritiene che l’endemica corruzione nella classe politica italiana ha distrutto ogni speranza di migliorare le prospettive economiche nazionali”, perciò “l’unica soluzione è la rimozione di praticamente tutti i politici di destra e sinistra, rimpiazzandoli con giovani che hanno meno legami con l’establishment e meno interesse nel mantenimento dello status quo.”
Spogli ritiene che non si possa comprendere l’opposizione di Grillo a tanti progetti (“nucleare, rigassificatori e inceneritori”), se non si considera la sua opinione a ritenerli “progetti destinati a enormi perdite di fondi pubblici a vantaggio di corruzione, mafia o entrambe”.
L’ambasciatore americano racconta poi di come Grillo identifichi la madre di tutti i problemi nel “desiderio dei politici di mantenere il potere”, “elemento” che spingerebbe alla “manipolazione della procedure amministrative, alla collusione fra imprenditori e politici, alla tendenza dei maggiori mezzi di informazione a non dare risalto alle illegalità”.
La corruzione secondo Grillo – scrive Spogli – “è diventata più sofisticata” e l’opinione pubblica non se n’è accorge perché è “in stato comatoso”.
Il comico genovese spiega agli americani i capisaldi del suo progetto, che nel 2008 non aveva ancora contorni definiti, ma che Spogli nel suo telegramma è già capace di anticipare, sottolineando la sua grande passione per internet, ma anche la capacità di portare persone indignate in piazza, ad esempio durante i “Vaffa… Day”.
“Nel suo blog – dice l’ex ambasciatore – Grillo vede un grande strumento per promuovere la trasparenza del governo”, oltre ad essere “il suo unico mezzo per organizzare aventi pubblici”.
Spogli conclude il telegramma con una descrizione lusinghiera del comico e una previsione per l’immediato futuro.
“E’ bene informato, competente” e rappresenta “una voce solitaria nel panorama politico italiano. “Alcune delle sue idee sono utopistiche e irrealistiche, ma nonostante l’incoerenza della filosofia politica, la sua prospettiva dà voce a una parte dell’opinione pubblica che non trova espressione altrove.”
“Una miscela di humor aggressivo” la sua, conclude Spogli, “sostenuta da statistiche e ricerche giuste quanto basta, ne fa un interlocutore credibile sul sistema politico italiano”.
Il 2008, tuttavia, è ormai lontano e chissà se dopo l’opposizione di Grillo al Muos gli americani la pensino ancora così.
da: http://www.formiche.net/2013/02/12/grillo-amerikano/
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Elezioni Politiche 2013
Grillo“stregò” l’ambasciatore Usa
“Interlocutore politico credibile”
Alle 11,12 del 4 aprile 2008 dall’ambasciata americana a Roma parte il telegramma intitolato «Pranzo con l’attivista italiano Beppe Grillo: “Nessuna speranza per l’Italia”. L’ossessione della corruzione». A firmarlo è Ronald Spogli, ambasciatore a Roma, e il destinatario è il segretario di Stato, Condoleezza Rice, a cui spiega in cinque pagine che Grillo è un «interlocutore credibile» nella comprensione del sistema politico italiano, grazie al fatto di essere «unico» per denuncia della corruzione nelle vita pubblica, ricorso al web e appello agli oppressi.
Il documento è stato ottenuto da «La Stampa» nel rispetto delle norme del «Freedom of Information Act» e inizia con un preambolo in cui si presenta il «politico italiano Beppe Grillo» come «un comico divenuto attivista che durante un pranzo nella residenza del consigliere economico dell’ambasciata ha affermato: “Non c’è speranza per l’Italia”». Segue la descrizione di Grillo: «È un eccentrico, si appella agli oppressi d’Italia e così riesce a portare nelle piazze centinaia di migliaia di persone per protestare contro l’ordine costituito». Soprattutto «i suoi commenti risaltano per il contrasto con quelli dei nostri interlocutori tradizionali su economia, politica e in particolare sulla corruzione».
La seconda parte del documento classificato «sensitive» include un approfondimento sul personaggio. «Giuseppe “Beppe” Grillo è un ex comico politicamente schietto che ha ottenuto una celebrità mondiale scorticando ogni giorno i politici italiani sul suo blog e organizzando con successo una manifestazione contro la corruzione nel governo alla quale lo scorso autunno hanno partecipato oltre 150 mila persone». L’accento viene messo sullo stile personale: «Grillo è brusco, perfino profano, ma le sue accuse dirette e spesso taglienti risaltano al contrasto con le analisi timide e indirette sulla corruzione che vengono dal mondo politico italiano». È a tali caratteristiche che il testo attribuisce la capacità di «galvanizzare una parte dell’opinione pubblica in genere silenziosa, convogliando la rabbia degli italiani verso la corruzione governativa più radicata e l’incapacità dell’élites di migliorare le condizioni del Paese» con la conseguenza di «aver creato un foro alternativo di discussione su questioni che non vengono affrontate dai maggiori media».
Da qui la scelta di dedicare al tema della «Corruzione» la parte centrale del documento. «Grillo, 59 anni, ha una capigliatura selvaggia e un aspetto quasi da portuale ma è riuscito ad affermarsi negli ultimi dieci anni come un commentatore controcorrente sulla corruzione italiana, in particolare identificando i problemi contabili di Parmalat assai prima che i dettagli delle irregolarità finanziarie venissero scoperte». Tale precedente lo accredita agli occhi dell’ambasciata americana a Roma, che aggiunge: «Grillo ritiene che l’endemica corruzione nella classe politica italiana ha distrutto ogni speranza di migliorare le prospettive economiche nazionali» fino al punto che «l’unica soluzione è la rimozione di praticamente tutti i politici di destra e sinistra rimpiazzandoli con giovani che hanno meno legami con l’establishment e meno interesse nel mantenimento dello status quo». Ciò che colpisce il consigliere economico americano, che ha incontrato Grillo assieme ad altri funzionari dell’ambasciata, è che «descrive la corruzione come una procedura standard nell’attuale cultura politica italiana, ai suoi occhi i politici di destra e sinistra vogliono solo mantenere il potere, sono troppo vecchi, carenti di visione e capacità per migliorare le condizioni del Paese». La lotta alla corruzione è la chiave di lettura che consente di comprendere l’opposizione di Grillo a «energia nucleare, rigassificatori e inceneritori perché sarebbero tutti progetti destinati a enormi perdite di fondi pubblici a vantaggio di corruzione, mafia o entrambe». È tale battaglia che spinge l’estensore del documento a titolare il paragrafo sull’opposizione agli inceneritori in Campania: «Luddista, progressista o entrambi?». Facendo capire che il giudizio su tale posizione resta in sospeso.
Riga dopo riga ci si accorge come il documento diplomatico Usa dà credito alle posizioni dell’ex comico: «Per Grillo il desiderio dei politici di mantenere il potere è l’elemento che spiega tutto, dalla manipolazione delle procedure amministrative alla collusione fra imprenditori e politici, alla tendenza dei maggiori mezzi di informazione a non dare risalto alle illegalità» fino ai politici che «non se ne vanno mai, neanche se incriminati o condannati come 24 degli attuali membri del Parlamento». Incalzato dalle domande e dalla curiosità dei diplomatici americani, Grillo fa delle previsioni che vengono fedelmente riportate in un sottocapitolo intitolato «La situazione peggiora». «Grillo ritiene che la corruzione dei politici di oggi è divenuta più sofisticata rispetto alle indagini dell’inizio degli anni Novanta, svolte da parte di Mani Pulite» fino al punto che «le tangenti rappresentano oggi un’ampia fetta degli appalti pubblici». Il richiamo a Tangentopoli lascia intendere che i diplomatici americani vedono un nesso storico fra le battaglie di Grillo e le indagini con cui Antonio Di Pietro diede vita al pool di Milano che portò al crollo della Prima Repubblica. Se allora l’impegno di Di Pietro riscosse l’attenzione dell’ambasciata in via Veneto – al punto che fu invitato a Washington e New York – ora c’è un parallelo interesse nei confronti di Grillo, badando alla sostanza di ciò che afferma più che al suo stile trasgressivo. «Grillo lamenta l’inefficacia delle agenzie governative, dei gruppi di cittadini e delle ong anti-corruzione, attribuendola al fatto che sono troppo piccole, limitate, locali per essere efficaci contro un fenomeno così vasto». A tali osservazioni uno dei diplomatici americani ribatte, «facendo notare a Grillo che il recente rapporto della Corte dei Conti sull’accresciuta corruzione non ha suscitato grande attenzione». La replica dell’ex comico è: «L’opinione pubblica è in stato comatoso».
Da qui il messaggio che Grillo consegna agli interlocutori americani: «Tutti i partiti e politici italiani sono illegittimi», di «centro, destra o sinistra», perché «arresti, indagini e conflitti di interessi li rendono incapaci o inadatti» senza contare che il sistema elettorale «basato sulle liste impedisce ai cittadini di scegliere chi votare». La sua proposta è il «boicottaggio del sistema politico» e per questo «sul suo blog chiede di non partecipare le elezioni politiche del 13 e 14 aprile» ma gli interlocutori americani vedono «il possibile germe di un nuovo partito nella decisione di consentire a candidati indipendenti alle elezioni amministrative di usare il suo nome», sostenendoli poi con il blog a patto che abbiano i tre requisiti necessari: nessuna carica precedente, fedina penale pulita e disponibilità a pubblicare online tutte le attività e transazioni svolte dopo l’eventuale elezione.
Nel 2008 il Movimento Cinque Stelle deve ancora nascere ma le dimensioni dell’impegno di Grillo sul web colpiscono l’ambasciata Usa. «Grillo è un grande sostenitore di Internet, il suo blog gli ha garantito una importante ribalta nazionale e internazionale – si legge nell’11° paragrafo – e lui vi vede un grande strumento per promuovere la trasparenza del governo» ritenendo che può «aiutare i cittadini a tenere d’occhio spese e attività dei politici locali» oltre al fatto di essere «il suo unico mezzo per organizzare eventi pubblici». Quando i diplomatici americani gli chiedono perché lo sviluppo di Internet in Italia segni il passo, Grillo risponde: «I grandi mezzi di comunicazione ne temono la concorrenza e i partiti politici non lo ritengono un mezzo sul quale investire».
Sono gli ultimi tre paragrafi del documento, intitolato «Commento» ad essere l’espressione dell’opinione di Spogli, dando la misura delle valutazioni di Washington, dove George W. Bush sta concludendo il secondo mandato. «Bene informato, competente sulla tecnologia, provocatorio e grande intrattenitore, Grillo è unico, una voce solitaria nel panorama politico italiano» scrive Spogli, sottolineando come «la sua opposizione allo status quo politico lo ha portato ad essere un escluso dai media» visto che «nessuna tv pubblica o privata lo menziona» ma ciò non toglie che «ha un grande potere di attrazione» come dimostrato dal «Vaffa…Day». Sono «gli studenti, chi vive male e chi si sente ignorato dal sistema» a costituire «il nucleo dei sostenitori di Grillo» anche se «alcuni banchieri ammettono di esserne affascinati». «Alcune delle sue idee sono utopiche e irrealistiche – conclude Spogli – ma nonostante l’incoerenza della filosofia politica, la sua prospettiva dà voce a una parte dell’opinione pubblica che non trova espressione altrove». Da qui la conclusione: «La sua unica miscela di humour aggressivo sostenuto da statistiche e ricerche giuste quanto basta, ne fa un interlocutore credibile sul sistema politico italiano».
e http://www.lastampa.it/2013/02/12/aprile-Re0niEG9gMpvYus3A4hCDJ/pagina.html
Politica
Grillo e gli elogi degli americani: “Incontrai anche i tedeschi”
A Bergamo scalda la folla di giovani e signore impellicciate
«Io voglio defiscalizzazioni totali per i giovani che aprono un’azienda, nei primi due anni di vita», dice. «Voglio che mia figlia e quelle come lei, con master e contromaster a fare ripetizioni private, non debba impazzire dietro a una partita Iva assurda e all’Inps, l’Inps (e ride) che ha dieci miliardi di contributi silenti di gente che non è riuscita a riscattarli». Spiega che «le piccole e medie imprese che assumono ragazzi sotto i 35 anni dovrebbero avere sgravi fiscali totali». Era venuto qui, Beppe Grillo, nella Bergamo che è dietro Milano ma in fondo è già Nord-Est e spirito veneto, con l’idea di parlare molto di fisco, partite Iva, piccole imprese. E l’ha fatto, nel suo show. Ma da grande improvvisatore qual è ha adattato lo spartito cogliendo al volo, a colpo d’occhio, il dato impressionante della folla di piazza Vittorio Veneto: non che fosse piena – che considerata la città, il freddo polare, e l’orario non era tra l’altro scontato – ma che fosse piena di under 40, di cui moltissimi anche under 25. Nella piazza tagliata dal sentierone e il lungo viale intitolato guarda caso a un Papa (Giovanni XXIII), ce n’è molto più del 20 per cento che, secondo Il Mulino, è la sua base tra gli under 30.
Chi sono, cosa votavano, poi, questi giovani del Nord-Est? «C’è un po’ di tutto», racconta Fabio Gregorelli, uno dei fondatori del meet up locale. «Ci vediamo in due bar», e attenti anche ai simboli: uno è un circolo Arci (Grumellina), e un altro è il bar Bopo di Ponteranica. «Siamo 1200 iscritti, ma molti, molti di più quelli che passano». Ci sono studenti, ma anche ex studenti che si devono inventare un lavoro. Come Fabio, studi da geometra e ora dipendente in una società di design. O Fabrizio, che lavora nella ristorazione; è venuto qui assieme a Matteo, due simpatiche barbe da monaci ortodossi, «sì, lo votiamo», e prima cosa votavano? «Vari partiti della sinistra, siamo anche consiglieri di una lista civica in un piccolo paese qui vicino». Oppure prendi tre ragazze carine, vestite acchittate, per niente protestatarie, diresti: Eleonora, Nicole e Lidia – rispettivamente iscritte a lettere e Farmacia a Milano, e a Lingue a Torino, ma tutte bergamasche – che spiegano di votarlo «perché è l’unica chance da tentare, l’unico che non abbia ancora potuto deludere». E prima? Risposta corale, «non votavamo».
Naturalmente è platea composita, quella di questi cinquemila bergamaschi. Se è vero che L’Eco di Bergamo «non ci sta aiutando affatto», lamenta Fabio («hanno messo solo alla fine l’annuncio dell’arrivo di Grillo, e segnalandolo assieme a Brunetta…»), vedi poi arrivare curiose anche signore impellicciate, o assai ben messe con colbacchi di Dior, che non paiono avvertire echi di crisi greca, diciamo così. Eppure sono venute da Grillo. Lei che «votavo Lega» dice semplicemente che s’è stufata, «sono stati una vergogna». E in effetti.
Nella giornata dell’arresto di Orsi, e dei guai di Formigoni, Beppe praticamente segna a porta vuota. «Ha dato le dimissioni il Papa, cazzo, e questi sono ancora qua. Io non voglio pensare che c’entrino le tangenti dello Ior nella vicenda Antonveneta, penso che quello è un tedesco, una persona seria, e s’è accorto della crisi drammatica della Chiesa, anche di vocazioni. Invece i politici…». Devasta la Lega, ovvio: «Che devo dire, Finmeccanica, l’azienda italiana più grande, 70 mila dipendenti, e Orsi chi l’aveva messo? Maroni, ma non dico che è colpa di Maroni, è un sistema. E Scaroni? L’ha messo Berlusconi. Oppure le regioni, cosa fanno? Al 70 per cento ospedali e sanità, piazzano primari amici loro, come Formigoni, e si spolpano tutto». Breve nota a sé sul Professore: «Questo Monti mi dà del tu, dice che ridurrò l’Italia come la Grecia… Ma vi rendete conto?!? Sono quelli come lui che hanno ridotto la Grecia così. È un povero burocrate rimasto agli Anni Settanta, anche nella comunicazione, quello spot penoso… mi è venuta la lacrima.. e il cane, la cagnetta… È salito in politica con Fini e Casini…». Boato della folla, ovviamente. Che se la ride.
A breve ci sarà la Valsusa: «Un luogo simbolo per noi. Non vedo l’ora di tornare lì. Ci sarà Perino, credo, abbiamo anche sette cause insieme…». Chiacchierando sul camper, prima di andar via, il comico leader fa persino una distinzione tra giornali: «Io lo so che qui c’è Retequattro e Studio aperto, che Repubblica titola su me e Al Qaeda, ma apprezzo chi fa inchieste come la Stampa sugli Usa che elogiano la credibilità non mia, della nostra comunità. Non avrei voluto dire nulla – l’avevo promesso a Spogli – ma vedo che ne parlano loro e allora le dirò un’altra cosa: incontrai anche ambasciatore tedesco, Steiner, e sa che mi confessò? Che ci consideravano l’unica cosa promettente per dare una speranza a chi è fuori, oggi in Italia». Ecco, non c’è solo Monti a parlare le lingue.
twitter @jacopo_iacoboni